> Detto ciò, se può parlare soltanto chi ha la coscienza a posto nei confronti di > quei lavoratori, allora questo thread non avrebbe dovuto contenere alcun post, > perché gli unici che avrebbero potuto scrivere sono già morti da tempo: Gesù e > Gandhi. E che c'entrano un fondatore di una religione e un capo politico? Avrebbe avuto più senso se avessi citato uno Stallman, un Raymond o un Torvalds, anche se effettivamente nemmeno loro sono imprenditori. Inoltre, Sinclair sarà stato pure un imprenditore, ma non mi risulta che si sia mai atteggiato a guru o maestro di vita, né che abbia mai avuto un potere decisionale sulle esistenze dei suoi sottoposti paragonabile sia pure lontanamente a quello di Jobs o di Gates. Paragonare un'azienda regionale di piccole dimensioni come la Sinclair Research Ltd. a colossi multinazionali come Microsoft o Apple non ha affatto senso. Qua si parla, in sostanza, di quella contraddizione in termini portata avanti da Jobs, Gates e altri ancora, quel "capitalismo dal volto umano" che di fatto è una mascherata per nascondere lo sfruttamento dei lavoratori ammantandosi o di nobili motivazioni, dietro le quali si cela l'esaltazione dell'individualismo più totale (Jobs), o di quella carità pelosa (Gates) che in sostanza realizza quanto Friedrich Von Hayek prevedeva quando sosteneva che l'iniziativa individuale può, se lo desidera, farsi carico anche della beneficenza verso i bisognosi, cosa che lo Stato o le istituzioni pubbliche in generale non dovrebbero mai intraprendere in quanto "residuo di organizzazione tribale" (cito a braccio). Per cui, se sei indigente, bisognoso e non riesci a tirarti fuori da solo, o hai la fortuna di farti aiutare da un riccone desideroso di lavarsi la coscienza, o ti attacchi al tram. E soprattutto, guai a mettere in discussione l'ordine costituito. Ma questo è un discorso che va ben altro il paragone Jobs/Sinclair. > Ma neanche Bill Gates si sarebbe salvato la coscienza con la sua filantropia - > pubblica e detraibile dalle tasse - che tanto ti piace, Mi piacerebbe la "filantropia" di Gates? Dove l'avrei scritto, di grazia? Peraltro qualche riga più su ho affermato esattamente il contrario. > E non avrebbe dovuto parlare nessuno di noi, perché gran parte di quello che > abbiamo addosso o intorno è prodotto sfruttando i lavoratori del terzo mondo. > Tutti noi lo sappiamo ma continuiamo a comprarlo lo stesso. O no? > Delle due l'una: o trattiamo l'oggetto di una discussione o trattiamo dei > massimi sistemi e del senso della vita. La questione è mal posta. Se restiamo nell'angusto ambito della responsabilità individuale e affrontiamo la questione alla foce piuttosto che alla sorgente, non se ne esce. Il cosiddetto consumo critico per esempio è una iniziativa meritevole, così come l'adozione e la diffusione di software non proprietario, ma non risolve il problema. Sono i massimi sistemi che alla fine si traducono nell'ambiente nel quale viviamo e nelle scelte di vita che facciamo. Ignorarlo sarebbe indice di miopia mentale. Detto in altri termini: ogni discorso su Steve Jobs o Bill Gates non può prescindere dal fatto che sono stati a capo di aziende multinazionali le quali hanno condizionato e condizionano la vita di miliardi di individui, sia pure in una pletora di modi differenti tra loro. Alla base vi è sempre e comunque una visione del mondo in termini di dominio, sfruttamento e logiche di mercato, che ci piaccia o no. Per come la vedo io, quella di Jobs è più subdola perché mimetizzata da "buoni sentimenti" e valori proclamati a parole e negati nei fatti. Quella di Gates è palese e dichiarata. Per cui, come ha acutamente scritto Roberto "Wu Ming 1" Bui, "Già renderci conto che il nostro rapporto con le cose non è neutro né innocente, trovarci l’ideologia, scoprire il feticismo della merce, è una conquista: forse cornuti e mazziati lo siamo comunque, ma almeno non “cornuti, mazziati e contenti”. [...] La merce digitale che usiamo incorpora sfruttamento, diventiamone consapevoli. La rete si erge su gigantesche colonne di lavoro invisibile, rendiamolo visibile. E rendiamo visibili le lotte, gli scioperi. In occidente se ne parla ancora poco, ma in Cina gli scioperi si fanno e si faranno sempre di più. Quando uno sfigato diventa un tycoon, andiamo a vedere su quali teste ha camminato per arrivare dov’è, quale lavoro ha messo a profitto, quale pluslavoro non ha ricompensato. Quando parlo di “defeticizzare la rete”, intendo l’acquisizione di questa consapevolezza. Che è la precondizione per stare “dentro e contro”, dentro in modo conflittuale. E se stiamo “dentro e contro” la rete, forse possiamo trovare il modo di allearci con coloro che sono sfruttati a monte. Un’alleanza mondiale tra “attivisti digitali”, lavoratori cognitivi e operai dell’industria elettronica sarebbe, per i padroni della rete, la cosa più spaventosa. Le forme di quest’alleanza, ovviamente, sono tutte da scoprire." Ma ripeto, mi rendo conto di stare andando oltre i propositi di questa discussione e di questa lista. Chi vuole comunque trova in rete approfondimenti sull'argomento a iosa. ciao a tutti Alessandro