[zxspectrum] Re: R: Re: Clive Sinclair vs Steve Jobs

  • From: Malantrucco Carlo <carlo.malantrucco@xxxxxxxx>
  • To: "zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx" <zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sun, 17 Aug 2014 19:51:29 +0200

Inviato da iPhone

Il giorno 17/ago/2014, alle ore 18:00, "gazzosa@xxxxxx" <gazzosa@xxxxxx> ha 
scritto:

> Paragonare un'azienda regionale di piccole dimensioni come la Sinclair 
> Research Ltd. a colossi multinazionali come Microsoft o Apple non ha 
> affatto senso.

Mai paragonato la Sinclair Research Ltd. alla Apple.

Il paragone di partenza del thread era tra Clive Sinclair e Steve Jobs. Anche 
questo non aveva senso?

> Qua si parla, in sostanza, di quella contraddizione in termini portata 
> avanti da Jobs, Gates e altri ancora, quel "capitalismo dal volto 
> umano" che di fatto è una mascherata per nascondere lo sfruttamento dei 
> lavoratori ammantandosi o di nobili motivazioni, dietro le quali si 
> cela l'esaltazione dell'individualismo più totale (Jobs), o di quella 
> carità pelosa (Gates) che in sostanza realizza quanto Friedrich Von 
> Hayek prevedeva quando sosteneva che l'iniziativa individuale può, se 
> lo desidera, farsi carico anche della beneficenza verso i bisognosi, 
> cosa che lo Stato o le istituzioni pubbliche in generale non dovrebbero 
> mai intraprendere in quanto "residuo di organizzazione tribale" (cito a 
> braccio).
> 
> Per cui, se sei indigente, bisognoso e non riesci a tirarti fuori da 
> solo, o hai la fortuna di farti aiutare da un riccone desideroso di 
> lavarsi la coscienza, o ti attacchi al tram. E soprattutto, guai a 
> mettere in discussione l'ordine costituito.

Perfettamente d'accordo con te in questi termini.

> Ma questo è un discorso che va ben altro il paragone Jobs/Sinclair.

Esattamente quello che volevo intendere.

> Mi piacerebbe la "filantropia" di Gates? Dove l'avrei scritto, di 
> grazia?

Ti chiedo scusa, ho attribuito a te per errore il commento di Simone ad un tuo 
post:

Il giorno 16/ago/2014, alle ore 20:07, "Simone Voltolini" 
<simone.voltolini@xxxxxx> ha scritto:

> Bill invece ha sempre dato esempio di buona condotta e di aiuto verso i 
> poveri con la sua fondazione ed altre molteplici cose, ed anche la scelta di 
> darsi alla filantropia non è stata una cattiva trovata.

> Peraltro qualche riga più su ho affermato esattamente il contrario.

In effetti non ci azzeccava niente col tuo discorso, mi sono incartato 
annaspando nelle centinaia di post odierni. Sorry. ;-)

> La questione è mal posta. Se restiamo nell'angusto ambito della 
> responsabilità individuale e affrontiamo la questione alla foce 
> piuttosto che alla sorgente, non se ne esce. Il cosiddetto consumo 
> critico per esempio è una iniziativa meritevole, così come l'adozione e 
> la diffusione di software non proprietario, ma non risolve il problema. 
> Sono i massimi sistemi che alla fine si traducono nell'ambiente nel 
> quale viviamo e nelle scelte di vita che facciamo. Ignorarlo sarebbe 
> indice di miopia mentale.
> 
> Detto in altri termini: ogni discorso su Steve Jobs o Bill Gates non 
> può prescindere dal fatto che sono stati a capo di aziende 
> multinazionali le quali hanno condizionato e condizionano la vita di 
> miliardi di individui, sia pure in una pletora di modi differenti tra 
> loro. Alla base vi è sempre e comunque una visione del mondo in termini 
> di dominio, sfruttamento e logiche di mercato, che ci piaccia o no. Per 
> come la vedo io, quella di Jobs è più subdola perché mimetizzata da 
> "buoni sentimenti" e valori proclamati a parole e negati nei fatti. 
> Quella di Gates è palese e dichiarata.

Riflessioni molto interessanti e fondamentalmente condivisibili, ripeto se 
impostate in questi termini.

Solo che meriterebbero un thread a parte.

> Per cui, come ha acutamente scritto Roberto "Wu Ming 1" Bui,
> 
> "Già renderci conto che il nostro rapporto con le cose non è neutro né 
> innocente, trovarci l’ideologia, scoprire il feticismo della merce, è 
> una conquista: forse cornuti e mazziati lo siamo comunque, ma almeno 
> non “cornuti, mazziati e contenti”. [...] La merce digitale che usiamo 
> incorpora sfruttamento, diventiamone consapevoli. La rete si erge su 
> gigantesche colonne di lavoro invisibile, rendiamolo visibile. E 
> rendiamo visibili le lotte, gli scioperi. In occidente se ne parla 
> ancora poco, ma in Cina gli scioperi si fanno e si faranno sempre di 
> più.
> Quando uno sfigato diventa un tycoon, andiamo a vedere su quali teste 
> ha camminato per arrivare dov’è, quale lavoro ha messo a profitto, 
> quale pluslavoro non ha ricompensato.
> Quando parlo di “defeticizzare la rete”, intendo l’acquisizione di 
> questa consapevolezza. Che è la precondizione per stare “dentro e 
> contro”, dentro in modo conflittuale.
> E se stiamo “dentro e contro” la rete, forse possiamo trovare il modo 
> di allearci con coloro che sono sfruttati a monte.
> Un’alleanza mondiale tra “attivisti digitali”, lavoratori cognitivi e 
> operai dell’industria elettronica sarebbe, per i padroni della rete, la 
> cosa più spaventosa.
> Le forme di quest’alleanza, ovviamente, sono tutte da scoprire."

Di nuovo pensieri molto interessanti.
L'autore non lo conoscevo.

> Ma ripeto, mi rendo conto di stare andando oltre i propositi di questa 
> discussione e di questa lista. Chi vuole comunque trova in rete 
> approfondimenti sull'argomento a iosa.


Ciao e grazie degli spunti critici. :-)

Carlo

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