Inviato da iPhone Il giorno 17/ago/2014, alle ore 18:00, "gazzosa@xxxxxx" <gazzosa@xxxxxx> ha scritto: > Paragonare un'azienda regionale di piccole dimensioni come la Sinclair > Research Ltd. a colossi multinazionali come Microsoft o Apple non ha > affatto senso. Mai paragonato la Sinclair Research Ltd. alla Apple. Il paragone di partenza del thread era tra Clive Sinclair e Steve Jobs. Anche questo non aveva senso? > Qua si parla, in sostanza, di quella contraddizione in termini portata > avanti da Jobs, Gates e altri ancora, quel "capitalismo dal volto > umano" che di fatto è una mascherata per nascondere lo sfruttamento dei > lavoratori ammantandosi o di nobili motivazioni, dietro le quali si > cela l'esaltazione dell'individualismo più totale (Jobs), o di quella > carità pelosa (Gates) che in sostanza realizza quanto Friedrich Von > Hayek prevedeva quando sosteneva che l'iniziativa individuale può, se > lo desidera, farsi carico anche della beneficenza verso i bisognosi, > cosa che lo Stato o le istituzioni pubbliche in generale non dovrebbero > mai intraprendere in quanto "residuo di organizzazione tribale" (cito a > braccio). > > Per cui, se sei indigente, bisognoso e non riesci a tirarti fuori da > solo, o hai la fortuna di farti aiutare da un riccone desideroso di > lavarsi la coscienza, o ti attacchi al tram. E soprattutto, guai a > mettere in discussione l'ordine costituito. Perfettamente d'accordo con te in questi termini. > Ma questo è un discorso che va ben altro il paragone Jobs/Sinclair. Esattamente quello che volevo intendere. > Mi piacerebbe la "filantropia" di Gates? Dove l'avrei scritto, di > grazia? Ti chiedo scusa, ho attribuito a te per errore il commento di Simone ad un tuo post: Il giorno 16/ago/2014, alle ore 20:07, "Simone Voltolini" <simone.voltolini@xxxxxx> ha scritto: > Bill invece ha sempre dato esempio di buona condotta e di aiuto verso i > poveri con la sua fondazione ed altre molteplici cose, ed anche la scelta di > darsi alla filantropia non è stata una cattiva trovata. > Peraltro qualche riga più su ho affermato esattamente il contrario. In effetti non ci azzeccava niente col tuo discorso, mi sono incartato annaspando nelle centinaia di post odierni. Sorry. ;-) > La questione è mal posta. Se restiamo nell'angusto ambito della > responsabilità individuale e affrontiamo la questione alla foce > piuttosto che alla sorgente, non se ne esce. Il cosiddetto consumo > critico per esempio è una iniziativa meritevole, così come l'adozione e > la diffusione di software non proprietario, ma non risolve il problema. > Sono i massimi sistemi che alla fine si traducono nell'ambiente nel > quale viviamo e nelle scelte di vita che facciamo. Ignorarlo sarebbe > indice di miopia mentale. > > Detto in altri termini: ogni discorso su Steve Jobs o Bill Gates non > può prescindere dal fatto che sono stati a capo di aziende > multinazionali le quali hanno condizionato e condizionano la vita di > miliardi di individui, sia pure in una pletora di modi differenti tra > loro. Alla base vi è sempre e comunque una visione del mondo in termini > di dominio, sfruttamento e logiche di mercato, che ci piaccia o no. Per > come la vedo io, quella di Jobs è più subdola perché mimetizzata da > "buoni sentimenti" e valori proclamati a parole e negati nei fatti. > Quella di Gates è palese e dichiarata. Riflessioni molto interessanti e fondamentalmente condivisibili, ripeto se impostate in questi termini. Solo che meriterebbero un thread a parte. > Per cui, come ha acutamente scritto Roberto "Wu Ming 1" Bui, > > "Già renderci conto che il nostro rapporto con le cose non è neutro né > innocente, trovarci l’ideologia, scoprire il feticismo della merce, è > una conquista: forse cornuti e mazziati lo siamo comunque, ma almeno > non “cornuti, mazziati e contenti”. [...] La merce digitale che usiamo > incorpora sfruttamento, diventiamone consapevoli. La rete si erge su > gigantesche colonne di lavoro invisibile, rendiamolo visibile. E > rendiamo visibili le lotte, gli scioperi. In occidente se ne parla > ancora poco, ma in Cina gli scioperi si fanno e si faranno sempre di > più. > Quando uno sfigato diventa un tycoon, andiamo a vedere su quali teste > ha camminato per arrivare dov’è, quale lavoro ha messo a profitto, > quale pluslavoro non ha ricompensato. > Quando parlo di “defeticizzare la rete”, intendo l’acquisizione di > questa consapevolezza. Che è la precondizione per stare “dentro e > contro”, dentro in modo conflittuale. > E se stiamo “dentro e contro” la rete, forse possiamo trovare il modo > di allearci con coloro che sono sfruttati a monte. > Un’alleanza mondiale tra “attivisti digitali”, lavoratori cognitivi e > operai dell’industria elettronica sarebbe, per i padroni della rete, la > cosa più spaventosa. > Le forme di quest’alleanza, ovviamente, sono tutte da scoprire." Di nuovo pensieri molto interessanti. L'autore non lo conoscevo. > Ma ripeto, mi rendo conto di stare andando oltre i propositi di questa > discussione e di questa lista. Chi vuole comunque trova in rete > approfondimenti sull'argomento a iosa. Ciao e grazie degli spunti critici. :-) Carlo