[zxspectrum] Re: Clive Sinclair vs Steve Jobs

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  • To: <zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sun, 17 Aug 2014 12:46:21 +0200 (CEST)

Altre risposte ad alcune osservazioni di Carlo.

>Magari per imporre nel settore professionale del QL una memoria di 
massa 
>standard proprietaria 
e ricevere royalties per ogni cartuccia venduta.

>Royalties che ha continuato a percepire per anni anche dopo la vendita 
della 
>Sinclair ad Amstrad, o sbaglio?

Capirai! Un sistema diffusissimo, quello del Microdrive! Zio Clive ci 
avrà fatto soldi a palate, di sicuro :-D

Insisto: l'idea di Sinclair (come risulta anche dai documenti, 
testimonianze ecc. da me raccolti per la Spectrumpedia) era quella di 
continuare a utilizzare il Microdrive anche per il QL per abbattere i 
costi, la sua ossessione principale come si nota anche dal famoso spot 
TV (quello del salto) dove il prezzo del QL è il fattore chiave, dato 
che si trattava di una tecnologia proprietaria ancorché di nicchia. 
Controprova: quanto software commerciale per il QL è stato lanciato sul 
mercato?

> Vero.
> Ma lo ha fatto anche Jobs ed è questo che non vuoi ammettere.

Non è che non voglio ammetterlo: al contrario! Jobs ha pure inseguito e 
realizzato le sue idee. Solo che portavano in una direzione ben diversa 
da quella di Sinclair. La direzione della religione del consumo e 
dell'imposizione di un sistema assolutamente chiuso. Cose che Sinclair 
ha sempre avversato.

> E allora, che c'è di male?

C'è di male che Apple ha imposto la propria scatola chiusa agli utenti 
per anni. Una scatola chiusa che faceva il suo mestiere, certo, ma pur 
sempre una scatola chiusa. Vere e proprie "manette digitali", come le 
ha definite Richard Stallmann, divenute ancora più strette con 
l'avvento dei dispositivi mobili. L'aspetto accattivante e "cool" - 
deciso con una strategia di marketing di stampo militare - doveva far 
passare in secondo piano il fatto che l'utente era un semplice 
"utilizzatore finale", blandito con l'illusione consumistica di far 
parte di una minoranza altolocata. Ed ecco l'omologazione travestita da 
esclusività. Fai la pubblicità contro IBM ispirandoti a 1984 e poi 
imponi la rigidità più assoluta... Non dico che Microsoft non 
ragionasse in termini molto diversi, ma quantomeno si appoggiava a 
un'architettura non proprietaria, dove all'utente era lasciato molto 
più spazio di personalizzazione. Almeno, come ha notato Stefano, 
Microsoft non ha mai cercato di rendersi "cool" per far dimenticare il 
suo approccio invasivo. E vogliamo poi parlare del ferreo controllo che 
Apple riserva alle applicazioni per i suoi dispositivi mobili?

> Comincio ad avere la vaga impressione che tu non sia un fan di Steve 
Jobs o 
> sbaglio? ;-)

Diciamo che non sono un fan di nessuno dei personaggi citati fin qui. 
Nemmeno, a buon vedere, dello zio Clive, malgrado abbia scritto che lo 
ammiro per molte cose (ma non per tutto!).

Certo, se mi capitasse di incontrarlo di persona, non nego che potrei 
anche svenire per l'emozione X-D

> Beh, se ancora lo ringraziate perché dopo la toppa di Vista ha 
mantenuto il 
> supporto a XP per 13 anni, mi sembra che quelli omologati siate 
proprio voi.

Carlo, per favore evitiamo questo "voi" e "noi". Non sono un fanboy né 
di Microsoft né di Sinclair. Queste contrapposizioni adolescenziali 
credevo ce le fossimo lasciate alle spalle da anni, anzi da decenni.

In ogni caso parlando di Vista: Enrico smadonna quando accende il suo 
portatile. Io ne ho uno pure con Vista preinstallato. A parte l'avvio 
lento (3 minuti circa prima di caricare l'IUG). Non dico che Vista sia 
il sistema operativo rivoluzionario che doveva essere, i suoi problemi 
li conosciamo, ma con i Service Pack molti dei difetti iniziali sono 
stati risolti. Questo è un dato di fatto. Sicuramente XP è meno 
farraginoso e 7 è più performante.

> Vero, riuscendo a far odiare i computer da milioni di persone.

Ho visto che hai chiesto venia a Enrico per quest'affermazione 
sconsiderata :-D Per cui passo oltre :-)

> Mi dispiace, ma quello disonesto intellettualmente qui sei proprio 
tu.
> Dire quello che hai detto non significa nulla, é pura demagogia. È 
come se io 
> dicessi che se tu non mi dimostri di possedere solo hardware 
prodotto 
> rispettando i diritti civili dei lavoratori non hai il diritto di 
esporre qui 
> le tue idee sui computer. Non vuol dire niente.

Non mi sono spiegato bene, a quanto pare. A me non sembra molto onesto 
fare il guru e predicare agli altri l'inseguire i propri sogni, 
l'essere folli, per realizzare se stessi ecc. e poi dall'altro lato 
razzolare male, anzi malissimo. Quel discorso, in astratto, può anche 
essere condivisibile, per carità. Ma gli operai dell'azienda che 
fabbrica i tuoi prodotti, da realizzare in milioni di pezzi dalla notte 
al giorno a ogni minimo cambio e per questo vengono trattati come 
schiavi, come faranno a "realizzare se stessi"? A mettere in pratica 
tutti quei bei valori che tu sbandieri (e non mi riferisco solo al 
discorso di Stanford) non come il sig. Steven Paul Jobs e basta, ma 
(qui sta il punto) come assi portanti della visione di quella stessa 
azienda che dirigi? Mi sembra che ci sia, come dire? una certa 
incongruenza in tutto ciò.

ciao a tutti
-Alessandro

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