[zxspectrum] Re: Clive Sinclair vs Steve Jobs

  • From: Simone Voltolini <simone.voltolini@xxxxxx>
  • To: "zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx" <zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sat, 16 Aug 2014 13:24:17 +0200

In tutto questo peró non hai mai accennato alla "conversione" di Jobs 
(obbligata) verso il mondo Ms, TCP IP, Exhange Server, etc...etc...

E che Mac senza qualche integrazione verso il Mondo di Bill non avrebbe avuto 
lo sviluppo attuale che ha avuto :-)

Concordo con te che Sir Clive al di là del romanticismo che, nel caso di Apple 
prima parte della loro storia, non ci puó stare xchè i loro prodotti erano 
bruttini e poco avvensi al mercato di massa (non svilupparono che qualche gioco 
negli States x Apple II), è chiaro che Clive è stato più ingenuo o forse più di 
coccio di altri ma non credo comunque che avrebbe potuto mai affrontare i 
colossi americani emergenti, altra storia e soprattutto altri numeri e sviluppo 
maggiore sul fronte ovest.

X quel che mi riguarda i computer Apple si sono resi più appetibili dall'uscita 
di Tiger come S.O. e da lì sono partito ad utilizzarli ed a venderli.

Chiaro che la diattriba Sinclair/Jobs è un pó sbilanciata in partenza.

Per i primi anni 80 x me Clive si è creato un nuovo mercato in Europa che ci ha 
portato tutto verso il
PC attuale, Apple era troppo di nicchia e lo e ancora in ambito PC.

Non a caso hanno poi puntato su Smartphones e Tablet e secondo me non tanto x 
genialità ma x sopravvivenza e x non rischiare di fare la fine del dopo Mac che 
ricordo non fu delle migliori.


Kora Sistemi Informatici Srl

> Il giorno 16/ago/2014, alle ore 12:21, Malantrucco Carlo 
> <carlo.malantrucco@xxxxxxxx> ha scritto:
> 
> 
> Inviato da iPhone
> 
>> Il giorno 15/ago/2014, alle ore 21:36, "gazzosa@xxxxxx" <gazzosa@xxxxxx> ha 
>> scritto:
>> 
>> A mio parere le due figure sono fondamentalmente diverse in quanto 
>> Clive Sinclair è stato per così dire un "presbite", nel senso che ha 
>> guardato sempre più lontano che vicino: non si è mai accontentato dei 
>> suoi successi in un dato campo ma ha sempre cercato di rendere la 
>> tecnologia accessibile all'uomo della strada, anche se questo 
>> significava compromessi o pretese eccessive dalle risorse umane e 
>> tecnologiche a disposizione.
> 
> Su questo sono d'accordo.
> 
>> Anche lo Spectrum, lo sappiamo, aveva le sue magagne.
>> Che però, al di là del prezzo concorrenziale, non gli hanno 
>> impedito di diventare la Fiat 500 dell'informatica per milioni di 
>> persone.
> 
> La Fiat 500 dell'informatica ... bellissima definizione per lo Spectrum! :-)
> Ovviamente, la "vera" Fiat 500, non quella odierna. ;-)
> 
>> Invece il C5, sulla carta un'idea niente male, portata in pratica andò come 
>> sappiamo.
> 
> Qui invece non sono affatto d'accordo.
> Il (o la) C5 è nata sbagliata proprio come idea.
> 
> Non puoi progettare una vettura da Luna Park da usare nel traffico cittadino, 
> dove il guidatore rischia continuamente di finire sotto le automobili che non 
> lo vedono, respira gli scarichi a pieni polmoni e si inzuppa al primo 
> temporale. 
> 
>> E lo stesso dicasi per il QL, su cui pesò non poco la scelta di continuare a 
>> usare i nastri del microdrive.
> 
> Concordo.
> 
>> Nell'anno di grazia 1984, quando ormai lo standard di fatto erano i 
>> dischi floppy da 5"1/4!
> 
> Con un po' di lungimiranza si sarebbe potuto gettare anche sui floppy da 3.5" 
> come hanno fatto Mac, Amiga e Atari ST negli stessi anni.
> 
>> In un certo senso Sinclair è stato dunque un idealista, uno che per 
>> guardare troppo avanti ha finito per cascare per terra, come secondo 
>> Platone avvenne a Talete quando cadde in un pozzo mentre studiava gli 
>> astri. Per guardare in alto non faceva caso a dove metteva i piedi.
> 
> No, mi dispiace, non sono d'accordo.
> 
> Il termine "idealista" anche se usato "in un certo senso" non è adeguato a 
> Sinclair perché lo dipinge con un'aura di "romanticismo" che in realtà non 
> aveva.
> 
> Sir Clive era geniale ma i suoi affari sapeva farseli bene e secondo me 
> l'insistenza sui microdrive è stata dettata anche da considerazioni 
> strettamente commerciali (leggi royalty intascata per ogni cartuccia venduta).
> 
> Era geniale, ma non ingenuo.
> E purtroppo dotato di scarso senso pratico.
> 
>> Steve Jobs invece è stato prima di tutto un gran furbo.
> 
> Il tuo giudizio finale mi pare evidente fin dalla tua prima frase ... ;-)
> 
>> Ha preso il meglio da quello che gli stava attorno ed è riuscito a farlo 
>> meglio degli altri, per molti anni, ma non solo: ha trovato la quadratura 
>> del 
>> cerchio coniugando senso di esclusività e consumismo.
>> In altre parole: 
>> da un lato slogan come "think different", dall'altro una sorta di 
>> chiesa laica che ha il suo simbolo nella mela morsicata e la sua messa 
>> nelle file davanti ai negozi per comprare l'ultimo modello di iPhone, 
>> iPad, iMinch ecc.
> 
> Mettendo da parte gli eccessi di fanatismo evidenziati da certi adepti alla 
> chiesa laica Apple, mi sembra sinceramente molto riduttivo il tuo giudizio su 
> chi 30 anni fa ha presentato (rischiando) il primo Macintosh (e il Mac ancora 
> è vivo e lotta insieme a noi!) ed ha fatto da apripista ai sistemi operativi 
> che oggi tutti noi utilizziamo.
> 
>> A onor del vero va detto che almeno fino agli albori del XXI secolo i 
>> prodotti Apple erano, in termini di affidabilità e di usabilità, una 
>> spanna sopra qualsiasi altra cosa.
> 
> Beh, almeno questo glielo riconosci.
> 
>> Poi, visto che Microsoft stava 
>> recuperando a passi da gigante
> 
> Sorvoliamo sul "come" ... ;-)
> 
>> Jobs ha avuto l'intelligenza di 
>> diversificare la produzione e di portare lo scontro sul piano del marketing.
>> È stato molto abile nel gestire sia la propria immagine che 
>> quella della sua azienda e soprattutto dei suoi prodotti, alimentando 
>> negli ultimi anni un vero e proprio feticismo della merce e un culto 
>> della personalità che dopo la sua morte si è spesso tradotto in 
>> un'esaltazione acritica della sua figura.
> 
> Di nuovo estremamente riduttivo.
> 
> Non si tratta solo di diversificazione della produzione, strategie di 
> marketing e gestione di immagine.
> C'è anche quello, certo, e fatto molto bene. Ma c'è anche molto di più.
> 
> Jobs ha "ridefinito" mercati che già esistevano (quello dei cellulari con 
> iPhone) e ha "visto" mercati che ancora non esistevano (quello della musica 
> online con iTunes e dei tablet con iPad). Uno dopo l'altro, in successione.
> 
> E lo ha fatto con prodotti al top per integrazione hardware-software e dotati 
> di una bellezza e di una semplicità d'uso eccezionali.
> 
> Costosi, certo: ma la qualità e l'innovazione si paga.
> È facile abbattere i prezzi quando si risparmia su R&D copiando.
> 
>> Questa spregiudicatezza Clive Sinclair non l'ha mai avuta.
>> Se l'avesse avuta, non sarebbe stato dissimile da un affarista come Alan 
>> Michael Sugar, uno per il quale "i computer possono avere anche gli elastici 
>> dentro, basta che funzionino". O da un misto di intelligenza e freddo 
>> realismo mascherato da passione, come Jobs.
> 
> Parere tuo e di molti altri in lista, ovviamente legittimo ma di nuovo 
> tendente al romantico.
> 
> Quando ho aperto il thread su Sinclair e Jobs la prima cosa che ho affermato 
> è che TUTTI sono stati uomini di affari con l'obiettivo primario del successo 
> e del profitto. Geniali ma affaristi, TUTTI.
> 
> Sinclair si è dimostrato semplicemente più bravo come genio che come 
> affarista. Ma non perché non avrebbe voluto esserlo (torniamo ai microdrive).
> 
> Di Sugar non parlo, è stato un banale commerciante con Amstrad.
> Il genio non gli si addice.
> 
>> Ed è soprattutto per questo che tra i due la mia ammirazione va 
>> senz'altro allo zio Clive :-D
> 
> Io divido in parti uguali affetto e ammirazione tra i due per quello che mi 
> hanno dato e permesso di fare negli ultimi 30 anni! :-)
> 
> Carlo

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