In tutto questo peró non hai mai accennato alla "conversione" di Jobs (obbligata) verso il mondo Ms, TCP IP, Exhange Server, etc...etc... E che Mac senza qualche integrazione verso il Mondo di Bill non avrebbe avuto lo sviluppo attuale che ha avuto :-) Concordo con te che Sir Clive al di là del romanticismo che, nel caso di Apple prima parte della loro storia, non ci puó stare xchè i loro prodotti erano bruttini e poco avvensi al mercato di massa (non svilupparono che qualche gioco negli States x Apple II), è chiaro che Clive è stato più ingenuo o forse più di coccio di altri ma non credo comunque che avrebbe potuto mai affrontare i colossi americani emergenti, altra storia e soprattutto altri numeri e sviluppo maggiore sul fronte ovest. X quel che mi riguarda i computer Apple si sono resi più appetibili dall'uscita di Tiger come S.O. e da lì sono partito ad utilizzarli ed a venderli. Chiaro che la diattriba Sinclair/Jobs è un pó sbilanciata in partenza. Per i primi anni 80 x me Clive si è creato un nuovo mercato in Europa che ci ha portato tutto verso il PC attuale, Apple era troppo di nicchia e lo e ancora in ambito PC. Non a caso hanno poi puntato su Smartphones e Tablet e secondo me non tanto x genialità ma x sopravvivenza e x non rischiare di fare la fine del dopo Mac che ricordo non fu delle migliori. Kora Sistemi Informatici Srl > Il giorno 16/ago/2014, alle ore 12:21, Malantrucco Carlo > <carlo.malantrucco@xxxxxxxx> ha scritto: > > > Inviato da iPhone > >> Il giorno 15/ago/2014, alle ore 21:36, "gazzosa@xxxxxx" <gazzosa@xxxxxx> ha >> scritto: >> >> A mio parere le due figure sono fondamentalmente diverse in quanto >> Clive Sinclair è stato per così dire un "presbite", nel senso che ha >> guardato sempre più lontano che vicino: non si è mai accontentato dei >> suoi successi in un dato campo ma ha sempre cercato di rendere la >> tecnologia accessibile all'uomo della strada, anche se questo >> significava compromessi o pretese eccessive dalle risorse umane e >> tecnologiche a disposizione. > > Su questo sono d'accordo. > >> Anche lo Spectrum, lo sappiamo, aveva le sue magagne. >> Che però, al di là del prezzo concorrenziale, non gli hanno >> impedito di diventare la Fiat 500 dell'informatica per milioni di >> persone. > > La Fiat 500 dell'informatica ... bellissima definizione per lo Spectrum! :-) > Ovviamente, la "vera" Fiat 500, non quella odierna. ;-) > >> Invece il C5, sulla carta un'idea niente male, portata in pratica andò come >> sappiamo. > > Qui invece non sono affatto d'accordo. > Il (o la) C5 è nata sbagliata proprio come idea. > > Non puoi progettare una vettura da Luna Park da usare nel traffico cittadino, > dove il guidatore rischia continuamente di finire sotto le automobili che non > lo vedono, respira gli scarichi a pieni polmoni e si inzuppa al primo > temporale. > >> E lo stesso dicasi per il QL, su cui pesò non poco la scelta di continuare a >> usare i nastri del microdrive. > > Concordo. > >> Nell'anno di grazia 1984, quando ormai lo standard di fatto erano i >> dischi floppy da 5"1/4! > > Con un po' di lungimiranza si sarebbe potuto gettare anche sui floppy da 3.5" > come hanno fatto Mac, Amiga e Atari ST negli stessi anni. > >> In un certo senso Sinclair è stato dunque un idealista, uno che per >> guardare troppo avanti ha finito per cascare per terra, come secondo >> Platone avvenne a Talete quando cadde in un pozzo mentre studiava gli >> astri. Per guardare in alto non faceva caso a dove metteva i piedi. > > No, mi dispiace, non sono d'accordo. > > Il termine "idealista" anche se usato "in un certo senso" non è adeguato a > Sinclair perché lo dipinge con un'aura di "romanticismo" che in realtà non > aveva. > > Sir Clive era geniale ma i suoi affari sapeva farseli bene e secondo me > l'insistenza sui microdrive è stata dettata anche da considerazioni > strettamente commerciali (leggi royalty intascata per ogni cartuccia venduta). > > Era geniale, ma non ingenuo. > E purtroppo dotato di scarso senso pratico. > >> Steve Jobs invece è stato prima di tutto un gran furbo. > > Il tuo giudizio finale mi pare evidente fin dalla tua prima frase ... ;-) > >> Ha preso il meglio da quello che gli stava attorno ed è riuscito a farlo >> meglio degli altri, per molti anni, ma non solo: ha trovato la quadratura >> del >> cerchio coniugando senso di esclusività e consumismo. >> In altre parole: >> da un lato slogan come "think different", dall'altro una sorta di >> chiesa laica che ha il suo simbolo nella mela morsicata e la sua messa >> nelle file davanti ai negozi per comprare l'ultimo modello di iPhone, >> iPad, iMinch ecc. > > Mettendo da parte gli eccessi di fanatismo evidenziati da certi adepti alla > chiesa laica Apple, mi sembra sinceramente molto riduttivo il tuo giudizio su > chi 30 anni fa ha presentato (rischiando) il primo Macintosh (e il Mac ancora > è vivo e lotta insieme a noi!) ed ha fatto da apripista ai sistemi operativi > che oggi tutti noi utilizziamo. > >> A onor del vero va detto che almeno fino agli albori del XXI secolo i >> prodotti Apple erano, in termini di affidabilità e di usabilità, una >> spanna sopra qualsiasi altra cosa. > > Beh, almeno questo glielo riconosci. > >> Poi, visto che Microsoft stava >> recuperando a passi da gigante > > Sorvoliamo sul "come" ... ;-) > >> Jobs ha avuto l'intelligenza di >> diversificare la produzione e di portare lo scontro sul piano del marketing. >> È stato molto abile nel gestire sia la propria immagine che >> quella della sua azienda e soprattutto dei suoi prodotti, alimentando >> negli ultimi anni un vero e proprio feticismo della merce e un culto >> della personalità che dopo la sua morte si è spesso tradotto in >> un'esaltazione acritica della sua figura. > > Di nuovo estremamente riduttivo. > > Non si tratta solo di diversificazione della produzione, strategie di > marketing e gestione di immagine. > C'è anche quello, certo, e fatto molto bene. Ma c'è anche molto di più. > > Jobs ha "ridefinito" mercati che già esistevano (quello dei cellulari con > iPhone) e ha "visto" mercati che ancora non esistevano (quello della musica > online con iTunes e dei tablet con iPad). Uno dopo l'altro, in successione. > > E lo ha fatto con prodotti al top per integrazione hardware-software e dotati > di una bellezza e di una semplicità d'uso eccezionali. > > Costosi, certo: ma la qualità e l'innovazione si paga. > È facile abbattere i prezzi quando si risparmia su R&D copiando. > >> Questa spregiudicatezza Clive Sinclair non l'ha mai avuta. >> Se l'avesse avuta, non sarebbe stato dissimile da un affarista come Alan >> Michael Sugar, uno per il quale "i computer possono avere anche gli elastici >> dentro, basta che funzionino". O da un misto di intelligenza e freddo >> realismo mascherato da passione, come Jobs. > > Parere tuo e di molti altri in lista, ovviamente legittimo ma di nuovo > tendente al romantico. > > Quando ho aperto il thread su Sinclair e Jobs la prima cosa che ho affermato > è che TUTTI sono stati uomini di affari con l'obiettivo primario del successo > e del profitto. Geniali ma affaristi, TUTTI. > > Sinclair si è dimostrato semplicemente più bravo come genio che come > affarista. Ma non perché non avrebbe voluto esserlo (torniamo ai microdrive). > > Di Sugar non parlo, è stato un banale commerciante con Amstrad. > Il genio non gli si addice. > >> Ed è soprattutto per questo che tra i due la mia ammirazione va >> senz'altro allo zio Clive :-D > > Io divido in parti uguali affetto e ammirazione tra i due per quello che mi > hanno dato e permesso di fare negli ultimi 30 anni! :-) > > Carlo