[Linuxtrent] Re: Arduino flop

  • From: Lele Gaifax <lele@xxxxxxxxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Wed, 06 May 2015 11:20:15 +0200

Antonio Galea <antonio.galea@xxxxxxxxx> writes:

2015-05-05 21:17 GMT+02:00 Lele Gaifax <lele@xxxxxxxxxxxxxxx>:
Antonio Galea <antonio.galea@xxxxxxxxx> writes:

Forse puoi fare degli esempi a supporto di questa tua visione? Qual'è il modo
"subdolo" con cui cerca di rifilarci le sue idee? Quali sono le "ipocrisie"?
Ma soprattutto, se la tua ultima affermazione è sincera, in che modo puoi
definire delle "idee" come "subdole", "dogmatiche" e "ipocrite"?

Gli esempi erano il resto della mia email - evidentemente viviamo le
questioni etiche in modo affine (siamo pur sempre tutti su questa
lista per un motivo) ma non identica. Beh, meglio così: a parte il
fatto che non sono riuscito, per l'ennesima volta, a farmi capire.

Già, capisco. Peccato che anche rileggendo le mail precedenti, non trovi
alcun esempio che mi chiarisca cosa è "subdolo" e "ipocrita".

Sul "dogmatico" forse sì, ma come già detto da me, ed esemplificato forse
meglio da Cristian, non trovo nessuna connotazione negativa nell'esserlo, se
il dogma si riferisce ad un principio sul quale vi può essere una sola
interpretazione.

Innanzitutto non ritengo "sprecato" nemmeno un minuto degli innumerevoli
milioni che ho investito

Lo spreco è nel fossilizzarsi sul dogma delle "4 libertà" (che già
sono formulate in modo ipocrita, visto che a tutti gli effetti
esprimono dei vincoli), demonizzando chiunque non si conformasse -
vedi BSD ed affini.

In effetti sono grosso modo nel mezzo del cammin della mia vita, ma ritengo
sia ancora un po' presto per parlare di fossilizzazione! :-)

Quello che tu chiami così, io chiamo "coerenza". Mi hanno insegnato da piccolo
che "la tua libertà finisce dove comincia quella del tuo prossimo", e non ho
ancora trovato alcuna crepa in quel vincolo/dogma, che mi porti a dire
"passiamo oltre, è un qualcosa di vetusto". E certamente chiunque non applichi
quel mio dogma è soggetto a molte critiche da parte mia!

Perché dovrei cambiare?

In secondo luogo, come ho già detto rispondendo a Matteo, no, non è lo
sforzo comunitario che va protetto, ma è il principio che lo rende
possibile. Che un certo progetto sia sviluppato da una comunità di persone,
piuttosto che da una singola persona, non fa alcuna differenza: se per me,
Lele, quel software è importante, lo è e basta, a prescindere da quante
persone hanno contribuito. Senza princìpi etici, non vi può essere
comunità.

Ecco, sono d'accordissimo nel ragionamento ma la mia conclusione è opposta :-)
Per me l'UNICA cosa etica nel software che tutti supportiamo è il
concetto di comunità - lo sviluppo condiviso. Tutto il resto, le 4
libertà, le licenze, gli artifici legali, sono solo MEZZI per
supportare questa comunità.

Boh, non capisco cosa possa esserci di "etico" in un software. Come accennato
in un esempio precedente, se tu fai gabbie per uccellini, e io ti faccio un
software per costruirle più efficacemente, mi è difficile dire "quel software
è veramente etico", mentre sicuramente potrei sostenere che "il modo in cui è
avvenuto lo sviluppo e la consegna di quel software è etico", se coperto da
GPL.

Posso convenire che qualunque regola, o legge, o perfino principio, sia
superflua all'esistenza di una comunità: probabilmente esistevano già da un
pezzo quando questi concetti dovevano ancora farsi strada nella coscienza
collettiva, gran fatto. Ma dubito seriamente sia possibile attuare una forma
di comunità che non si basi su una serie di princìpi etici condivisi.

Quasi tutte le altre licenze NON garantiscono una equivalente e
bidirezionale libertà che invece la GPL porta con sè. Non è fissarsi a un
dogma, è comprendere cosa si intende per libertà, e per bidirezionalità.
Questa è la massima libertà possibile, nulla di più, nulla di meno. Spiega
perché lo vedi come un "dogma", ammesso che tu ne dia una accezione
negativa.

Perché tutte le licenze che ho citato nascono con il medesimo scopo:
promuovere lo sviluppo condiviso.

Ma non è vero! Lo scopo di una licenza NON è promuovere alcunché. Tutte le
licenze, a prescindere che siano destinate al software o alla pesca, che siano
"free" o "d'uso", hanno l'unico scopo di formalizzare quali "diritti" hai (o
non hai) se decidi di usare l'oggetto coperto dalla licenza. Di stabilire dei
"dogmi", a te tanto avversi :-)

Tutte offrono strumenti con cui difenderlo legalmente, più o meno
protettivi. La GPL, tra le tante, è molto efficace perché prende l'approccio
più radicale: non si limita a promuovere, ma obbliga. In questo senso, è la
meno libera di tutte: il che è del tutto logico, visto che è quella che
protegge di più.

Sbagli, tutte hanno degli obblighi. Per fare un solo esempio, la licenza BSD
originale aveva la tanto fastidiosa clausola "pubblicitaria", che obbligava ad
emettere un messaggio all'utente citando la licenza stessa. Una licenza che
non "obblighi", o "costringa", o "restringa", o "limiti", in qualche modo non
è una licenza, e non garantisce contemporaneamente la libertà di chi scrive,
di chi legge, di chi usa.

Una licenza compatibile con le quattro libertà fa sì che un certo software
non possa trasformarsi in un uccellino in gabbia, e allo stesso tempo
garantisce a te di trasformarlo in un altro programma che ti aiuti a
costruire gabbie per uccellini.

Un software sotto BSD resta sempre sotto quella licenza: sono i lavori
derivati, a fare la differenza. Ora, se la comunità è forte, i fork
proprietari non la distruggono.

In generale è il rapporto di forza tra "comunità" (posto ce ne sia una) e
"forkatore".

Ad esempio, M$ che incorpora lo stack TCP prendendolo da BSD, o Apple che
prende un BSD e crea MacOS: in entrambi i casi non c'è stato alcun ritorno
positivo per la comunità. Al contrario, Apple che implementa il frontend ObjC
per il gcc, ha "fruttato" che tutta la comunità ne ha giovato (anche a fronte
dell'opinione di RMS sul ObjC :) ed è potuto nascere GNUstep, o Billiard...

La GPL aiuta molto nel caso delle comunità deboli - quelle che occorre far
crescere. Una volta che la comunità ha raggiunto una certa massa critica,
quale delle licenze (libere) venga usata per distribuire gli strumenti
prodotti è sostanzialmente irrilevante.

No, continui a parlare di cose diverse. La licenza non "aiuta", "garantisce"!
E continua a farlo a prescindere dalla "forza" o dalla "corposità" di una
comunità.

Una legge sulla protezione delle minoranze etniche, ad esempio, non cessa di
essere utile quando quella minoranza, prolificando come conigli, smette di
essere tale.

Il kernel Linux, ora diffusissimo, non può fare a meno della GPL, perché al
prossimo giro di boa cesserebbe di esistere così come lo conosciamo adesso, e
così la sua comunità.

Ma gran parte del software prodotto nell'ambito del progetto GNU è
difficilmente classificabile come "di nicchia", a meno che tu non abbia un
concetto molto ampio di "nicchia" :-)

Stai citando fuori dal contesto, Ho un concetto storico, di nicchia:
nel '91, GNU non aveva neanche lontanamente la rilevanza di adesso.

Nel '91 era già qualche anno che mi compilavo GNU Emacs, nella ditta per cui
lavoravo, su macchine Xenix 386. Per poterlo usare sui mini X20 della Bull, ho
dovuto fare il port prima del gcc[#] e poi del dump di Emacs... Non so cosa
facessi tu nel '91, ma per me il progetto GNU era già allora *fondamentale*
per lavorare! Per me la sua rilevanza è rimasta pressoché invariata fino ad
oggi.

Nè la FSF, né RMS, né la GPL hanno la volontà o la possibilità di importi
come chiamare le cose. Sei liberissimo di pensare a RMS come a un
opportunista, nessuno ti perseguiterà per questo. Non è semplicemente
fantastica questa forma di intolleranza? :-)

Seee, non hanno la volontà, come no: tu prova a dire "Linux" senza
bufalo davanti ad RMS, e vedrai che diventa un bufalo lui e ti passa
sopra. Vai a leggere un po' di materiale storico di FSF, e vedrai
quante fiamme hanno SPRECATO contro i fratelli dell'opensource o
contro chi chiama Linux con il nome che gli ha dato chi l'ha
inventato.

Bah, sei avvelenato, e ti lascio questa convinzione in cui ti piace
crogiolarti.

ciao, lele.

[#] perché il compilatore C di sistema, un derivato *proprietario* di BSD, era
completamente incapace di gestire un sorgente di quella complessità...
guarda caso nel mondo BSD comincia solo ora ad affacciarsi la possibilità
di utilizzare un compilatore diverso dal gcc
--
nickname: Lele Gaifax | Quando vivrò di quello che ho pensato ieri
real: Emanuele Gaifas | comincerò ad aver paura di chi mi copia.
lele@xxxxxxxxxxxxxxx | -- Fortunato Depero, 1929.

--
Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO
"subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx


Other related posts: