Concordo pienamente e per questo penso che Zio Clive avesse reali visioni a differenza di Steve che invece è stato un gran furbone :-) Kora Sistemi Informatici S.r.l. > Il giorno 15/ago/2014, alle ore 21:36, "gazzosa@xxxxxx" <gazzosa@xxxxxx> ha > scritto: > > Due parole su questo paragone. Cercherò di essere sintetico perché ci > sarebbe tanto da dire, comunque sia... > > A mio parere le due figure sono fondamentalmente diverse in quanto > Clive Sinclair è stato per così dire un "presbite", nel senso che ha > guardato sempre più lontano che vicino: non si è mai accontentato dei > suoi successi in un dato campo ma ha sempre cercato di rendere la > tecnologia accessibile all'uomo della strada, anche se questo > significava compromessi o pretese eccessive dalle risorse umane e > tecnologiche a disposizione. > > Quante invenzioni dello zio Clive sono rimaste poco più che prototipi > perché di fatto manifestavano più problemi e inconvenienti dei vantaggi > che avrebbero portato? Anche lo Spectrum, lo sappiamo, aveva le sue > magagne. Che però, al di là del prezzo concorrenziale, non gli hanno > impedito di diventare la Fiat 500 dell'informatica per milioni di > persone. Invece il C5, sulla carta un'idea niente male, portata in > pratica andò come sappiamo. E lo stesso dicasi per il QL, su cui pesò > non poco la scelta di continuare a usare i nastri del microdrive. > Nell'anno di grazia 1984, quando ormai lo standard di fatto erano i > dischi floppy da 5"1/4! > > In un certo senso Sinclair è stato dunque un idealista, uno che per > guardare troppo avanti ha finito per cascare per terra, come secondo > Platone avvenne a Talete quando cadde in un pozzo mentre studiava gli > astri. Per guardare in alto non faceva caso a dove metteva i piedi. > > Steve Jobs invece è stato prima di tutto un gran furbo. Ha preso il > meglio da quello che gli stava attorno ed è riuscito a farlo meglio > degli altri, per molti anni, ma non solo: ha trovato la quadratura del > cerchio coniugando senso di esclusività e consumismo. In altre parole: > da un lato slogan come "think different", dall'altro una sorta di > chiesa laica che ha il suo simbolo nella mela morsicata e la sua messa > nelle file davanti ai negozi per comprare l'ultimo modello di iPhone, > iPad, iMinch ecc. > > A onor del vero va detto che almeno fino agli albori del XXI secolo i > prodotti Apple erano, in termini di affidabilità e di usabilità, una > spanna sopra qualsiasi altra cosa. Poi, visto che Microsoft stava > recuperando a passi da gigante, Jobs ha avuto l'intelligenza di > diversificare la produzione e di portare lo scontro sul piano del > marketing. È stato molto abile nel gestire sia la propria immagine che > quella della sua azienda e soprattutto dei suoi prodotti, alimentando > negli ultimi anni un vero e proprio feticismo della merce e un culto > della personalità che dopo la sua morte si è spesso tradotto in > un'esaltazione acritica della sua figura. > > Questa spregiudicatezza Clive Sinclair non l'ha mai avuta. Se l'avesse > avuta, non sarebbe stato dissimile da un affarista come Alan Michael > Sugar, uno per il quale "i computer possono avere anche gli elastici > dentro, basta che funzionino". O da un misto di intelligenza e freddo > realismo mascherato da passione, come Jobs. > > Ed è soprattutto per questo che tra i due la mia ammirazione va > senz'altro allo zio Clive :-D >