[Linuxtrent] Re: esperto elettronica

  • From: "airwood65@xxxxxxxxxxx" <airwood65@xxxxxxxxxxx>
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  • Date: Tue, 30 Dec 2003 23:59:36 +0100

Daniele Nicolodi wrote:

>>In effetti quello che puo' capitare nel mettere in serie i box sara':
>>
>>[1] caduta di tensione sul segnale in uscita (e percio' bastera' avere
>>un buon ampli ed alzare "il volume" per contrastarla)
>>
>>[2] aumento dell'impedenza per effetto appunto del collegamento in serie
>>e quindi in ultima analisi,
>>
>>[3] rischio di surriscaldamento del toroidale a lungo andare e del
>>finale di potenza (vedi condensatori a mosfet che sono caruccci).
>
>
> Lo so sono pignolo, ma nessuna delle precedenti affermazioni e`
> corretta.
>
> 1. non c'e` attenuazione del segnale in uscita, solamente il segnale
>    verrebbe ripartitito su due impedenze invece che su una, l'effetto
>    ultimo e` quello descritto (ogni impedenza sente una tensione
>    dimezzata) e si compenserebbe alzando il volume

Se hai letto bene ho premesso coi duepunti un collegamento *IN SERIE*.
Inoltre io mi riferivo *NON ALL'INTERO IMPIANTO* (comprensivo quindi del
circuito di potenza del segnale) ma solo a quel "pezzo" che va dall'uscita
del ciruito amplificatore fino all'utilizzatore passivo (cassa).
Inoltre non ho parlato di attenuazione del segnale (sul collegamento in serie),
ma di calo di tensione sul segnale di uscita. Infatti con collegamenti in serie
si ha un calo di tensione ed un aumento di resistenza, ma la corrente in uscita
*RESTA UGUALE PER TUTTE LE RESISTENZE*. In definitiva non si puo parlare di
attenuazione del segnale che *RESTA ELETTRICAMENTE INVARIATO* (e questo appunto
perche' ho premesso a priori che non tengo conto del circuito di potenza del
segnale che resta a monte del segnale di uscita). Percio' ne consegue che la
potenza in un ciruito che va dal sistema di amplificazione (a MOSFET o a VALVOLE
per il momento fa lo stesso perche' per il discorso da me iniziato andava bene
qualunque transistore di potenza...anche quelli passivi voglio dire...)
all'utilizzatore viene regolata *ESCLUSIVAMENTE* dalla tensione in uscita
dall'amplificatore stesso; ecco quindi che mi sembrava corretta la mia affermazione
n. 1 nella quale dicevo che bastera' avere un buon ampli ed alzare "il volume". Ovvio
che sarei pienamente d'accordo nel riconoscere che e' un sistema empirico...
Tutto cio premesso quando parli di impedenza (che è la resistenza di un componente
a una determinata frequenza .. ) non vedo come possa questa "sentire" una tensione
dimezzata; ti riferisci forse al fatto che intendi 2 canali? Altrimenti semmai sarebbe
proporzionale alle resistenze sul circuito.


> 2 e 3: quello che vari aumentando il volume e` l'ampiezza del segnale,

Scusa la mia ignoranza, ma l'ampiezza di un segnale, in elettronica non e' forse:
variare l'ampiezza di una portante a radiofrequenza secondo l'ampiezza di una modulante
a bassa frequenza? Cosa centra quindi l'ampiezza di segnale (*TIPICAMENTE IN AM*)
con invece l'aumento del guadagno (che è questo che fa un amplificatore di potenza moderno
e che ha senso solo se si parla di tensione) che e' tutt'altra cosa? Semmai saresti nel
giusto dicendo che stavi parlando del segnale *A MONTE* del segnale d'uscita.
Eppoi credo che il "volume" dipenda anche dal tipo di amplificazione implementato.
Se si usano le valvole si ha un tipo di circuitazione detta impropriamente termoionica.
In realta' la valvola funziona per effetto del surriscaldamento sottovuoto di un metallo
(originariamente tungsteno) che a date temperature (me sembra circa 2500 gradi) trasmettono
corrente che viene catturata da un elettrodo positivo. Detto questo mi sembra quindi logico
che "piu di tanto" la valvola *IN POTENZA* non puo rendere (fino cioe' al suo massimo limite
fisico di fusione del filo di tungsteno). In un circuito elettronico a transistors semplice
si ha un effetto transistore *DI POTENZA* quando le cariche in lacune positive del transistore
di una zona P, passanti per una zona N piu piccola, riemergono nella seconda zona P con una
varizione molto piccola in formato di Tensione. Questo permettera' il proporzionale aumento
di potenza (controllato dal guadagno di potenza di cui sopra) nel secondo circuito ad alta
tensione.
E quindi ritengo di aver ragione nel dire che puo esservi il rischio di surriscaldamento
del toroidale (IO NELLO STEREO HO UN TOROIDALE) a lungo andare e del finale di potenza
(transistore).


> il controllo ha un limite massimo oltre il quale non puoi andare

certo, hai ragione se parli delle valvole in quanto hanno un limite fisico.

>    spera che a fino a li il tuo amplificatore regga (magari non con
>    performance eccezzionali) se ti metti al volume massio (ossia a
>    tensione massima)

infatti ora parli di tensione e non di ampiezza di segnale

>    e poi raddoppi l'impedenza ottieni una potenza
>    dissipita

Scusa, ma cosa c'entra la potenza dissipata ? Ho detto sopra che in un circuito seriale
la resistenza totale e' data dalla sommatoria delle singole resistenze sul circuito,
mentre la corrente risultera' uguale per tutte le resistenze. Ora, se non erro,
la Potenza e' data dalla Corrente per la Tensione. Se io riduco la Tensione che succede?
Succede che c'e' un *CALO DI POTENZA* il che non vuol dire che viene dissipata a meno
che tu non intenda dire che viene "dissipata" dal fatto che gli utilizzatori sotto
carico sono in serie...


>    che e` la meta` di quella che avevi prima... quindi non ci
>    puo` essere sovraccarico dell'amplificatore...

E perche'(la potenza) e' la meta di quella che avevi prima?
Secondo me sara' direttamente proporzionale alla caduta di tensione semmai...


> 3. gli stereo compatti dubito abbiano amplificatori di potenza a valvole
>    (credo pochissimi abbiamo preamplificatori a valvole) quindi niente
>    toroidali ma solo degli amplificatori operazionali che solitamente
>    costano una pipa di tabacco se riesci a trovarne uno uguale da
>    sostituire

Allora, come detto sopra, io ho un Technics di 15 anni che funziona (meravigiosamente
bene) con MOS-FET + toroidale centrale.
E non costano un pippa di tabacco.


> Detto questo: le casse dello stereo non vanno collegate in serie ma
> sempre il parallelo. La stragrande maggioranza degli stereo supporta
> casse con resistenza 4 e 8 ohm

Giusto. Il mio stereo sopporta da 4 a 16 Ohm.

> quindi non c'e` problema ed ataccarne due
> in parallelo, solitamente.

Solitamente si, ma personalmente faccio sempre attenzione ad una regola basilare:
non alzare troppo il volume su un circuito costituito da casse messe in parallelo
ponticellando i fili perche' (come detto sopra) le resistenze totali saranno *MINORI*
della singola resistenza di un singolo utilizzatore (cassa) e percio'... vedete
un po voi...


> Ciao


ciao ===================================================== _ _ __ ____ __ _(_)_ ____ _____ ___ __| |/ /_| ___| / _` | | '__\ \ /\ / / _ \ / _ \ / _` | '_ \___ \ | (_| | | | \ V V / (_) | (_) | (_| | (_) |__) | \__,_|_|_| \_/\_/ \___/ \___/ \__,_|\___/____/

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