Rispondo ad alcune osservazioni di Carlo. Se Clive Sinclair si faceva fare gli affari bene, perché ha puntato su un sistema a dir poco minoritario e di nicchia (i microdrive), che già nel 1984 mostrava chiaramente di non essere preferito dall'utenza? Io credo, semmai, per diminuire i costi e presentare un prodotto concorrenziale nella fascia di mercato dei PC da ufficio/affari - replicando una tattica che aveva funzionato nel settore "casalingo" con lo ZX 81 e lo Spectrum - ha usato una tecnologia propria. Con le conseguenze nefaste che sappiamo. Altro che senso degli affari. Quello lo ha avuto all'inizio, forse, con i primi grandi successi: le calcolatrici tascabili. Poi si è lasciato via via prendere la mano sempre più dai suoi disegni. Eppoi, chi ha mai detto che lo zio Clive è ingenuo? (Nemmeno Talete lo era, a giudicare dalla storia dei frantoi per le olive ;-)) Semplicemente intendo affermare che Sinclair non guardava solo agli affari. Inseguiva le sue idee e cercava di realizzarle a tutti i costi. A volte anche sovrastimando i limiti oggettivi delle risorse a sua disposizione. Non a caso disse di sé: "Alan [Sugar] fabbrica prodotti per fare soldi, io faccio soldi per fabbricare prodotti" e "Personalmente non amo controllare un’impresa che fabbrica prodotti di consumo". Jobs invece sul consumo ci ha marciato e come. L'aspetto secondo me più negativo è stato quello di aver creato una vera e propria religione laica, riuscendo nell'apparente impossibilità di coniugare il diavolo con l'acqua santa, ossia la "controcultura" anni '70 (il mito del prodotto realizzato in garage con pochi mezzi, del visionario che va contro l'opinione corrente ecc.) e il consumismo sfrenato. Il tutto con una tecnologia che per decenni è stata assolutamente chiusa e proprietaria, e per molti versi ancora lo è. Ma questo è stato voluto e ricercato da Apple, fin dal famoso spot "1984" che tutti qui ricordiamo (penso che siamo tutti sopra la quarantina in questa lista). Altro che "think different": omologazione mascherata da esclusività. W. H. Gates III quantomeno si è appoggiato a un'architettura diffusa e ha saputo imparare dai propri errori. Bisogna dare atto che Windows si è imposto come standard di fatto anche per questo. Poi può piacere o non piacere (attenzione: non è che Gates mi sia più simpatico di Jobs... per me pari sono, due furboni di tipo diverso, ma sempre di furboni si tratta) il "come" ci sia riuscito, ma è difficile non accorgersi del fatto che i sistemi operativi Microsoft, con le innegabili contraddizioni del caso, abbiano contribuito ad avvicinare l'uso del PC alle masse ben più del "giardino dorato" di Apple. O di Linux e derivati. Direi inoltre che questa storia che Gates ha "copiato" mentre Jobs ha "inventato", come si dice dalle mie parti, "ce l'ha fatta a maccheroncino". Jobs, piuttosto, ha saputo prendere il meglio concepito da altri e combinarlo assieme in una forma accattivante che desse l'illusione di possedere qualcosa di realmente esclusivo, complice, non ultimo, il prezzo esageratamente alto, indispensabile a pagare, più che per la qualità del prodotto in sé, tutto il circo Apple fatto di pubblicità a tappeto e negozi tirati a lucido. Altra cosa da notare è che Gates non si è mai dato arie da santone e da guru, o perlomeno non quanto Jobs, il quale ha creato attorno a sé un culto della personalità degno di un dittatore (quale poi era, di fatto, stando a sentire varie testimonianze che non credo siano tutte mosse dall'invidia). Peccando di disonestà intellettuale. Perché il bel discorso alla Stanford University non glielo ha fatto pure agli operai della Foxconn? Perché quelli lo avrebbero mandato affanfulla sette volte, se avessero potuto permettersi di rischiare il posto. Almeno zio Clive è sempre stato molto più onesto, pur essendo anch'egli uomo d'affari. Incensare Jobs come un genio al pari di Leonardo o peggio ancora un benefattore dell'umanità, come da più parti è stato fatto dopo la sua morte, è semplicemente insostenibile. Le luci della sua carriera, che pure ci sono state, non devono far dimenticare le tante ombre della sua vita. Tanto perché sia chiaro: qui il giudizio è sull'uomo Steve Jobs, non sulla qualità dei prodotti Apple. In linea di principio non ho niente contro di essi. Ne ho usati anch'io in passato, quando non c'erano alternative reali - in campo grafico, per esempio, Apple per anni ha dominato giustamente. Chiunque abbia utilizzato un Macintosh per fare grafica e impaginazione fino alla fine del XX secolo lo sa. Solo che siccome da tempo dispongo di altri prodotti non-Apple che mi permettono di fare le stesse cose a me utili a costi inferiori, preferisco questi ultimi :-D Un saluto. Alessandro