[tic-isf-cagliari] Re: Ebook su copyleft.it

  • From: Diegolas <diegolas@xxxxxxxxxx>
  • To: tic-isf-cagliari@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 20 Oct 2006 20:38:35 +0200

alexus.fs ha scritto:

Il 20/10/06, Diegolas<diegolas@xxxxxxxxxx> ha scritto:
alexus.fs ha scritto:
> diego,
>
> Il 19/10/06, Diegolas<diegolas@xxxxxxxxxx> ha scritto:
>> Per articoli ed e-book riguardo a trashware, Open Source, GPL, Creative
>> Commons, sono d'accordissimo.
>> L'Elogio della Pirateria non credo sia un testo di riferimento.
>
> magari non e' un "testo di riferimento"...
> d'altronde: cosa e' un "testo di riferimento"? perche' deve per forza
> esserlo?
Testo di riferimento inteso come testo di approfondimento e/o spunto per
una discussione inerente l'attività di I.S.F.
Una biblioteca tematica ha chiaramente un senso, una biblioteca che
contiene "di tutto e di più", a mio avviso, rischia di essere
dispersiva. E credo che l'argomento "pirateria" non riguardi I.S.F.
neanche in minima parte.

la libera diffusione e condivisione della idee, dei saperi, della
conoscenza, della cultura, delle opinioni, ecc. in tutti i campi,
compresi quelli cui si riferisce ISF, e' una delle principali
finalita' di ISF stessa
ora, sempre di piu', vi sono varie "cose" (copyright, brevetti, DRM,
ecc.) che ostacolano tutto cio'.
chi si oppone, nei fatti ma anche solo con opinioni e idee, a queste
belle "cose" viene definito "pirata"
in quest'ottica credo che l'argomento "pirateria" riguarda enormemente ISF

In quel libro si giustifica, ad esempio, la pirateria musicale: libera circolazione delle idee, c'è scritto. Ma chii paga le spese di produzione? Con quali soldi si pagano apparecchiature del costo di centinaia di migliaia di €? L'artista, da chi è retribuito? E i turnisti? I tenici? E i segretari? E quelli dell'impresa di pulizie?
Si adduce il discorso (giustissimo, IMHO) dell'arricchimento culturale, gli si affianca quello del "tanto non è un bene materiale, se lo porto via non è che viene a mancare a qualcun altro", ma ci si dimentica un po' troppo spesso di questo aspetto.
Si può discutere sui limiti del diritto d'autore (riequilibrandoli in maniera più liberale), sulla diversa ripartizione dei proventi (più agli autori e meno agli editori), sui pagamenti da corrispondere per l'opera (troppo esosi, anche solo in forma digitale), ma trovo assurdo fare un'apoteosi di chi si appropria indebitamente del lavoro degli altri.
Se uno vuole regalare il frutto delle proprie fatiche (e dei propri investimenti) alla società, ad oggi ha vari modi per farlo (GPL, Creative Commons, etc.). L'ha fatto Gilberto Giles (ma solo quando era già ministro del governo Brasiliano, non quando viveva del suo lavoro di musicista), lo fanno tanti che scrivono libri importanti (ad esempio, Daniele Giacomini, con "Appunti di Informatica Libera"). Gente benemerita.
Ma vogliamo impedire ad uno di vivere della propria produzione, solo perché è una canzone piuttosto che una mela? Questo, mi sembra una limitazione alla circolazione delle idee. (e non ditemi che tanto c'è sempre il gonzo che paga, discorso che si qualifica da solo).
Detto questo, sembra che predichi bene e razzoli male: è vero, ma almeno non adduco scuse. (a parte che è in corso d'opera una bonifica del mio PC... addio, Photoshop, mio primo amore!!;(

> comunque ti vorrei invitare a leggerne la prefazione e l'introduzione:
> puo' essere che il libro non sia proprio cio' come te lo immagini
Diciamo che, prima di postare il precedente messaggio, ho preso un
capitolo a campione (quello sulla pirateria musicale) e gli ho dato una
rapida lettura. Personalmente ho trovato abbastanza assurdi i
ragionamenti che c'erano, tanto più che tendevano a dare una
giustificazione ideologica ad un comportamento chiaramente illegale.

questione di pdv... se un governo fa una legge che legittima la tortura e prevede il reato di tradimento per chi si oppone, allora la torura e' legalissima e chi si oppone si comporta in modo illegale... voglio dire: il punto non sta nell'essere o meno "legale" ovvero ammesso/vietato da una legge sta nel discutere delle cose che siano legali o non lo siano

Appunto. Se ne discute, ci si dà delle regole e le si rispetta. Principio base della democrazia (e per fortuna, siamo ancora in democrazia, anche se con tanti limiti).
Non è che le regole dettate dalla maggioranza le si possa violare con la giustificazione di essere "eletti" e sapere cos'è giusto per tutti.
Che poi "il popolo sia bue", è in parte vero (a mio avviso, s'intende): a noi il compito di muoverci e far circolare le nostre idee, ma sempre nel rispetto delle regole vigenti. Altrimenti è un far west.


Sgiao,
Diegolas.

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