Il giorno 12 settembre 2014 09:37, Luca Alimandi <luca.alimandi@xxxxxxxxxx> ha scritto: > > La differenza fondamentale, se ricordo bene, dovrebbe essere che lo > switching non ha trasformatore. > > > Ah. Quindi come fanno a ridurre la tensione? > (se è troppo complicato lascia stare, però) > > > Sempre se ricordo bene, invece di ridurre la tensione viene ridotto il > duty factor dell'onda che poi viene livellata. > > EMG > > Sì, il principio è un po' quello... Provo a spiegarlo nel modo più > semplice (anche se non sono molto ferrato su questo argomento... :-( ) > > L'alimentatore switching si basa su un principio abbastanza semplice: > quello di immagazzinare per un breve tempo la corrente in un condensatore > (posto in parallelo al carico) e un'induttanza (posta in serie al carico), > e rilasciare poi sul carico tale energia in un intervallo di tempo > successivo. Quindi il tutto il ciclo viene ripetuto dall'inizio. > Uno schemino di principio può essere tipo questo: > > Un interruttore elettronico (diciamo, un transistor) viene aperto e chiuso > con una certa frequenza, facendolo pilotare da un osscillatore. > Durante la chiusura dell'interruttore la corrente inizia a fluire > nell'induttanza, quindi anche nel carico che è in serie, e in parte viene > immagazzinata nel condensatore. > Dopo un certo tempo T1 l'interruttore viene aperto e rimane aperto per il > tempo T2. > Durante questo tempo l'induttanza si sostituisce, per così dire, alla > sorgente in entrata (che ora è scollegata) facendo passare la sua corrente > nel carico (il diodo serve a chiudere il circuito, altrimenti con > l'interruttore aperto non scorrerebbe corrente nel circuito) > Regolando opportunamente i tempi T1 e T2 si ottiene che: > > Vout = Vin x (T1 / (T1 + T2) ) > ovvero, chiamando "*DutyCycle*" il rapporto: T1 / (T1 + T2) : > > *Vout = Vin x DutyCycle* > > In pratica si realizza un DC / DC converter (cioè un convertitore da > tensione continua a tensione continua), ma alimentando l'ingresso con un > raddrizzatore AC / DC otteniamo l'alimentatore desiderato. > Scegliendo opportunamente i valori dei componenti e dei tempi T1 e T2 > (quindi del DutyCycle) si ottiene una Vout che una frazione della Vin, > dunque abbiamo trasformato una tensione continua di valore Vin in una > tensione d'uscita Vout di valore più basso. > In realtà un principio di questo tipo vale anche per elevare la tesione > d'uscita, anzichè ridurla. > La tensione in ingresso può essere fornita da un raddrizzatore applicato > direttamente alla rete a 220 volt (va bene per carichi che consumano poca > corrente, come nel caso dei cellulari, delle fotocamere ecc.) , o da un > raddrizzatore preceduto da un trasformatore, ma molto più piccolo e leggero > di quello che servirebbe per portare la tensione da 220 Volt a, diciamo, 9 > Volt (è quello che si fa quando il carico assorbe una corrente più > sostenuta, come nei PC e in molte altre apparecchiature...). > > Ovviamente, i circuiti reali sono molto più complessi di questo, e > l'efficienza di questi trasformatori può arrivare anche all'80% (contro il > 40-50% degli alimentatori classici). > > I vantaggi di questo tipo di alimentatori rispetto ai classici a > trasformatore, oltre la maggiore efficienza, sono: un peso ridotto (non > necessitando di grossi trasformatori in ferro o ferrite), minore ingombro > (dissipatori e alette di raffreddamento più piccoli ), integrazione > all'interno stesso delle apparecchiature da alimentare... > Per contro l'oscillatore utilizzato per pilotare l'interruttore introduce > disturbi e interferenze (per cui i trasformatori switching sono poco adatti > agli impianti Hi-Fi, a certi apparecchi elettromedicali, ecc... > > Spero di aver dato almeno una vaga idea di come funzioni un alimentatore > switching!... > Grazie Luca, hai dato BEN più di una vaga idea! :-) Ho capito a grandi linee quello che prima mi era del tutto oscuro, per cui sei stato efficacissimo! Max