Alle 22:35, martedì 11 febbraio 2003, Lo'oRiS il Kabukimono ha farneticato ;-) : > aspetta, la sapevo... v'entravano qualcosa i semafori... ok mi arrendo > postala qua :) E' UN PO' LUNGA MA LEGGETELA LO STESSO! Era una notte di nebbia.....la visibilità scarsa rendeva l'ambiente esterno misterioso ed ostile. Tutta la vita della città sembrava rallentata da quella presenza grigia che, palpabile, si intrufolava in ogni angolo, in ogni cantuccio. Anche i cani, pur procedendo rasoterra, dove la visibilità è maggiore, incedevano in modo insicuro, pesante. Come ubriache, le persone barcollavano tentoni, cercando di evitare lampioni e cestini della spazzatura, divenuti improvvisamente pericolose insidie. La meticolosa prudenza causata dal terrore di un possibile incidente in quella confusa situazione costringeva gli spaventati automobilisti a rinunciare alla solita aggressività data loro dai potenti motori ed a rifugiarsi con la coda tra le gambe in una marcia ai limiti del farsesco, più lenta dei pedoni. Anche gli zarri, con macchine in tenuta da rally dotate di fari azzurri, doppi antinebbia e 6 fanali aggiuntivi erano costretti ad una dovuta cautela. I nostri occhi erano spaesati di fronte alla totale nullità che ci si parava davanti. Nulla aveva un contorno, tutto indefinito, senza colore, tumefatto sfocato assuefatto appiattito inglobato ed inghiottito dalla nebbia. La città nella nuvola, la nuvola nella città, nelle vie, nei fossi, tra gli alberi, davanti alle persone e nei locali, fitta come una spazzola e densa come il cotone. Noi procedevamo nella pericolosa Piacenza-Ivaccari a bordo della solita punto verde ammaccata di Lorenzo, io davanti con lui alla guida, e Marco Bonetti dietro tra i due sedili. Osservavo la notte, anche se i miei occhi non riuscivano a scorgere nulla. Non ero i ad affacciarmi al finestrino alla ricerca di punti di riferimento; era la nebbia a guardarmi, affacciata al finestrino entrava nell'auto, penetrando nelle guarnizioni della portiera. Si muoveva veloce contro l'auto, come un liquido, come fumo, scorreva veloce sul parabrezza e spariva sul tettuccio avvolgendo l'intera vettura. La notte confermava la sua presenza; le mie membra stanche si adagiavano sul comodo sedile, mentre la mia mente, ipnotizzata dallo spettacolo ripetitivo ma mai uguale del turbinio della nebbia, vagava lontano, slegata da eventuali discorsi proferiti nell'auto. La notte era resa più palpabile ma allo stesso tempo più sfuggente ed indefinita dall nebbia. Poi improvvisamente mi accorgo. Marco Bonetti è decisamente teso; il suo corpo proteso in avanti verso la parte anteriore della cabina, le dita fermamente piantate nei due sedili anteriori, lo sguardo fisso in avanti e quasi spaventato. Un aspetto rigido e quasi catatonico. Senza farci tanto caso mi rigiro nuovamente verso il finestrino riprendendo la mia contemplazione. Lorenzo, incuriosito dal mio girare il capo, si volta e, incurante dei 120 Km/h chiede tranquillo: "Che c'è Bonzo?". E lui, la voce forzata e quasi indispettita: "Ma non si vede nulla!!!". Rispondo con calma, senza distogliere lo sguardo dalla nebbia che si muove sinuosa e veloce come in una danza: "Beh, io il cruscotto lo vedo." -- Bit-Jockey "Art is Heart" Fortune: Baker's First Law of Federal Geometry: A block grant is a solid mass of money surrounded on all sides by governors.