On Thursday, November 22, 2007, at 09:31AM, "Enrico Maria Giordano" <e.m.giordano@xxxxxxxxxxxxxxx> wrote: >> Non sono convinto che sia un maggiore merito > >Vuoi dire che chi fa quelle magnifiche demo su Spectrum superandone >continuamente i limiti hardware non ha nessun merito rispetto a chi si trova >il blitter bello che scodellato? :-) Francamente le demo sono una cosa interessante, ma oltre alla gratificazione narcisistica di chi le fa (e infatti di solito sono riempite da frasi roboanti di autocelebrazione e dileggio per gli smanettoni rivali) e allo stupore istantaneo di chi le vede, non sono un modo molto costruttivo di usare un computer. Io, anche nel cinema, sono più affascinato dall'effetto speciale che c'è ma non si vede, cioè quello funzionale al prodotto artistico, non quello fine a sé stesso. Nei casi migliori si possono paragonare le demo alle avanguardie artistiche. Secondo me comunque un Manic Miner da solo vale tutte le demo mai prodotte sullo ZX Spectrum. Lo stesso discorso si potrebbe fare per la musica: esistono e degli ascoltatori)che rimangono (troppo) affascinati da quanto un musicista sia veloce, da quanto faccia qualcosa di ritenuto prima incredibile ... tutto interessante, ma solo se non si perde di vista la musica. Altrimenti, come dice il mio ex bassista, si suona in stile "circense". > >> né un maggiore divertimento: > >Be', che c'era un maggiore divertimento te lo posso assicurare io. :-) Beh, non sai quanto mi diverto io :-) > >> credo che siano semplicemente due modi diversi di vivere >> le cose: > >Sì, la prima è attiva la seconda passiva. Io preferisco quella attiva. Eh no! Su questo non sono proprio d'accordo. Io posso diventare il massimo esperto al mondo di C++, oppure posso padroneggiare decine di linguaggi di programmazione, decine di piattaforme, combinando assieme i vari pezzi: ognuna delle due cose esclude l'altra (perché il tempo che ci è concesso in questa vita mortale è assai limitato). Entrambe le cose sono divertenti, entrambe sfidanti, se fatte bene: è solo una questione di indole decidere quale approccio seguire. Io, ad esempio, mi sento un generalista: mi piacciono la matematica, la musica, la linguistica, la fotografia, l'informatica ... e tante altre cose ancora: non significa che io affronti questi argomenti con superficialità, anzi, metto passione e tempo in ciascuno di essi. Però è ovvio che non sarò mai uno specialista in nessuna di queste cose. In ogni caso, ti assicuro che: * mi diverto tantissimo * padroneggiare tanti argomenti lontani richiede una flessibilità mentale e culturale che non è da tutti, quindi direi che è sicuramente un merito > >> ad esempio lo specialista approfondisce indefinitamente un >> singolo argomento, mentre il generalista (che non è inferiore) trova le >> connessioni invisibili tra gli argomenti diversi (nella nostra società ci >> sono purtroppo ormai troppi specialisti e troppo pochi generalisti). > >A me sembra il contrario. Vedo il mondo pieno di "signor so tutto" che in >realtà si riempiono solo la bocca di parole senza senso. Sono d'accordo con >quello che dici, dovrebbe essere così. Ma purtroppo quello che si vede è >diverso. Vero, ma soprattutto perché la nostra società esalta l'iperspecializzazione, a cominciare dall'inaccettabile scisma tra la cultura scientifica e quella umanistica. Tra poco non sarà più una barzelletta recarsi dall'otorino col mal d'orecchi e sentirsi dire "Ma a lei duole l'orecchio DESTO? Ma allora deve andare da un mio collega, io sono specializzato nell'orecchio SINISTRO". Ciao, Giovanni