Ciao, ho notato, in questi ultimi giorni, un arresto del flusso mail in ML. Risulta anche a voi?? Rispondo subito al post.... Il giorno lun, 09/07/2007 alle 22.24 +0200, Dario Cavedon ha scritto: > > > > Potresti fare un esempio di workflow col wiki? > > Come si lavorerebbe esattamente? > > I traduttori invierebbero le traduzioni come testo puro e uno impaginerebbe? > > se tutti fanno la loro parte, l'editore preleverà il solo testo revisionato per inserirlo in Scribus (DEVE essere in formato TXT !!). > > > Proprio così: > - si creano X pagine sul wiki (italiano o inernazionale è lo stesso), > una per ogni "pezzo" della rivista da tradurre, le pagine linkate da > una nuova colonna della tabellina della pagina principale (quella per > intendersi in cui ogni traduttore si "prenota" la pagina da tradurre); si può fare... andrà via molto spazio sul wiki, ma l'idea non è male in quanto con la ML faccio fatica anch'io a tirare fuori l'edizione finale revisionata! > - i traduttori inseriscono la traduzione sul wiki, inserendo un > paragrafo alla volta in italiano e subito dopo quello originale in > inglese ogni traduttore prenotato inserisce le sue pagine... > - una volta che il traduttore ha finito, passa il revisore (meglio se > è un persona diversa), che verifica la traduzione; una volta che ha > finito, inserisce il suo nome in un'ulteriore colonna della solita > tabellina bisognerà decidere chi sarà il Revisore Finale!! > - una volta tradotte e revisionate le traduzione, una persone prende > tutti i testi e li inserisce su scribus; questa persona può essere > diversa di volta in volta oppure la stessa, a seconda della > disponibilità delle persone. > Solo quando il Revisore Finale darà il suo OK, a termine lavori!! > Che ne dite?? > Dico che si può fare, il wiki segnala tutte le modifiche BASTA CHE OGNI TRADUTTORE interessato si SOTTOSCRIVA alle pagine di sua competenza! > Ciao, Dario Ciao a tutti, Paolo. -- Paolo Garbin <paolettopn@xxxxxxxxx> Linux user #435436. ------------------------------------ Non ho paura dei computer, ma della loro eventuale mancanza. Isaac Asimov