[Linuxtrent] Re: Che fine fanno i nostri dati.

  • From: Roberto Resoli <roberto.resoli@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 8 Apr 2011 15:00:03 +0200

Il 04/04/11, Gianni Caldonazzi<gianni.caldonazzi@xxxxxxxxx> ha scritto:
> Ciao lista,
> ieri mi sono visto Report, alla fine della puntata come al solito
> Gabanelli ha lanciato l'argomento della prossima puntata ed indovinate
> di che si parla?
>
> Si parla dei dati in rete: nomi, cognomi, indirizzi, codici fiscali
> ecc... che servono per creare account in Google, Facebook e molti
> altri.
>
> Che fine fanno?
> Come si fanno affari se tutto è gratis?
>
> Quindi non perdiamoci la prossima puntata.

Dal sito di report

=== Il prodotto sei tu ===

"“Condividi” e “connetti” sono le parole del momento su tutte le
piattaforme sociali: Facebook, Youtube, Twitter, Foursquare, LinkedIn…
Ce ne sono ormai a decine e anche chi aveva delle remore si sta
iscrivendo. Tra gli Italiani che vanno su internet, 1 su 2 usa
Facebook e il suo fondatore Mark Zuckerberg a 26 anni si è fatto un
gruzzolo di 7 miliardi di dollari. Anche Larry Page e Sergey Brin
avevano 26 anni quando hanno fondato Google e oggi si son messi da
parte 15 miliardi di dollari a testa. E’ una nuova corsa all’oro nel
Far West digitale. Milioni di Gigabytes delle nostre informazioni
personali scalpitano per uscire dai corral delle fattorie di server
californiane. I nostri nomi e cognomi, indirizzi, numero di cellulare,
gusti, preferenze sessuali e d’acquisto, vogliono correre liberi nelle
praterie della Rete dove i pubblicitari non vedono l’ora di prenderle
al lazo e Facebook ha il compito di trattenerli. Ma ci riesce sempre?
E Google, cosa sa di noi e cosa se ne fa delle informazioni che
raccoglie? Condividere è facile anche su Youtube, dove gli Italiani
cliccano i video un miliardo di volte al mese e può succedere che
qualcuno condivide la roba tua anche se non te lo saresti mai
aspettato. Come si fa a difendersi? E come si evitano le trappole che
i criminali allestiscono per derubare gli utenti di Facebook quando
cliccano il tasto “mi piace”? Circa 17 milioni di Italiani usano
Facebook ogni giorno per comunicare con i loro amici, ma in certi casi
ti ritrovi buttato fuori. C’è libertà di espressione su Facebook o
hanno fatto accordi con il Ministero dell’Interno per monitorare
quello che dicono gli utenti? Intanto l’Autorità garante delle
comunicazioni sta preparando un sistema per oscurare parti di siti
italiani o per sbarrare totalmente l’accesso ai siti esteri sospettati
di violare il diritto d’autore. Migliaia di siti potrebbero diventare
inaccessibili come oggi capita a thePiratebay, ma c’è anche il sistema
per aggirare la censura italiana. Si può tenere insieme la libertà
d’espressione con il profitto oppure come ritengono gli hacker solo
una Rete anonima e gratuita è libera e al riparo da ogni controllo?
Meglio esporsi come raccomandano i californiani o vivere nascosti come
raccomandava Epicuro 2300 anni fa e oggi Wikileaks?"
--
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