[ubuntu-l10n-it] Re: Pacchetto pidgin-libnotify da revisionare

  • From: derma amred <dermamred@xxxxxxxxx>
  • To: ubuntu-l10n-it@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sat, 4 Apr 2009 23:43:42 +0200

2009/4/4 Milo Casagrande <milo@xxxxxxxxxx>

> Il giorno sab, 04/04/2009 alle 16.29 +0200, derma amred ha scritto:
>
> > A ogni modo sapere che le versioni con Ubuntu siano "ferme" alla
> > 2.5.2/5, per quanto riguarda la trad di "Buddy" mi consola (senza
> > offesa, eh!).
>
> No, non sono ferme, sono diverse. E per tua conoscenza lo erano in Hardy
> e anche in Intrepid...
>
>
> > Già! Ma essendo laJaunty ancora una "beta", a Intrepid e Hardy posso
> > riferirmi... e leggere/vedere là come fu trad un termine/stringa.
>
> Visto che la traduzione di pipdgin-libnotify si riferisce a un pacchetto
> di Jaunty (anche perché nelle versioni precedenti non c'è) non vedo
> perché andare a prendere riferimenti da altre fonti visto che potrebbero
> anche essere diversi.
>
>
In *Intrepid* c'è...* **pidgin-libnotify*
(Intrepid)<http://packages.ubuntu.com/intrepid/pidgin-libnotify>...
ma se anche non vi fosse (stato), il cercare termini in pacchetti che nella
versione successiva sono ad esso collegati vale poiché in esso, cioè nel
pacchetto non presente nelle versioni precedenti, si posso ripresentare
termini/parole già presenti nei pacchetti precedenti e successivi rispetto
alla distribuzione considerata.


>
>
>
> > In teoria il tuo discorso è/sarebbe giusto... in "pratica" (diciamo
> > così), no... i programmatori possono essere messi in discussione ed
> > èpossibile dialogare con loro per quanto riguarda il "linguaggio di
> > programmazione" (sempre che uno ne sia capace!!!)... ma per quel che
> > riguarda invece le stringhe di testo da trad, loro "possono" fare le
> > scelte che più gli aggradano,
>
> Dissento nel modo più totale.
>
> Se possono fare le scelte che più gli aggradano per i termini usati non
> vedo perché non dovrebbero essere "messi in discussione" sul linguaggio
> di programmazione.
>

Io mica dissi che le loro scelte inerenti il "linguaggio di programmazione"
siano "induscutibili" !!!!!
Anzi... scrissi...

...i programmatori possono essere messi in discussione ed
> èpossibile dialogare con loro per quanto riguarda il "linguaggio di
> programmazione"...
>

...dunque...!!!


> Se è un bug è un bug e c'è poco da dire, come c'è un bug nel codice così
> ci possono essere bug nella scelte della terminologia usata.
>

Un bug (o "baco"... per rimanere in tema di trad!!!) è proprio del
"linguaggio di programmazione" avendo esso a che fare con i numeri e non con
l'etimo... una parola appartenente ad una qualsivoglia "lingua" non può
presentare un baco essendo essa soggetta a diverse regole.


>
> GNOME per motivi di usabilità e di integrazione delle applicazioni
> all'interno del desktop ha delle linee guida anche sui termini da
> utilizzare per determinati usi o per determinate azioni. Presumo che
> anche KDE sempre per motivi di usabilità abbia dei termini che non
> dovrebbero essere mai usati.


> Forse uno dei motivi per cui Pidgin non fa parte di GNOME è anche
> quello...
>
> > cioè scegliere la parola/termine/vernacolo che gli pare... se la loro
> > scelta ingenererà confusione, se la sbrigheranno con quelli che
> > parlano la loro stessa "lingua"...
>
> E se la lingua del programmatore è lo svedese? Con chi decide che
> termine usare in inglese?
>
> Qui non si tratta di mera traduzione, ma si tratta di
> internazionalizzare un software, concetto molto diverso dal solo
> tradurre o localizzare: se un termine offende qualcuno può essere fatto
> modificare, se è "jargon" andrebbe eliminato all'istante, se è
> fuorviante anche solo per chi traduce dovrebbe essere trovata
> un'alternativa più chiara.


> I programmatori non possono fare quel che vogliono in questi casi. Ci
> sono molti aspetti dell'internazionalizzazione che i programmatori,
> madre lingua inglese e anche no, non conoscono o a cui non sono
> interessati. E in questi casi i programmatori vanno assolutamente "messi
> in discussione".
>

Non puoi internazionalizzare, come dici tu, un software sotto l'aspetto
"linguistico"... ogni "lingua" ha le sue peculiarità, peculiarità che a
volte (o spesso!!!) risultano ostiche da maneggiare o sconosciute persino a
e per chi quella lingua si picca di parlarla e scriverla... dunque... ogni
trad o programmatore scrive il termine/parola come la "sente", chi poi quel
programma lo vuole "rendere" in un'altra lingua, cioè nella propria,
sceglierà a sua volta "come"... e lo sceglierà assolutissimamente in modo
indipendente dal termine usato "nella fonte", intedendo con ciò che chi trad
deve sì studiare la parola che si trova davanti ma non deve meramente trad
lavandosene le mani dicendo che il termine/parola da lui scelto è pur
presente nel dizionario... ma deve renderlo/a "credibile".

Sul fatto di "mettere in discussione i programmatori", leggi supra.


>
> > loro possono pure scegliere di mettere come stringa/parola
> > "Vuihgrehjgjgewfo" per intendere (il "nostro") "Buddy", poi chi trad
> > in italiano, una volta inteso a cosa esso/a si riferisca, sceglierà il
> > termine/parola più "intellegibile" (e soprattutto "adatta al contesto,
> > ricorrente nell'uso e fluida nel leggerla")...
>
> Tradurre non dovrebbe quasi mai essere spiegare all'utente ed è il
> momento in cui vuol dire che c'è qualche cosa che non va nell'originale
> o che i programmatori non stanno applicando delle regole corrette. La
> libertà di traduzione ci sta, ma va spiegato il perché farla diversa da
> una più letterale e corretta in ogni caso.
>

Già!

Non dovrebbe... e proprio qua "casca l'asino"... il fatto che io e te stiamo
discutendo sulla scelta del termine con cui trad "Buddy" significa che la
trad da me (e forse da altri) non viene percepita, come dire?!?!?!,
"attinente"... oppure potrebbe significare che amo fare polemica e che (per
un motivo "X"... magari "per partito preso") ce l'ho con voi!!!... a te la
scelta.



>
> > un esempio è la trad che i francesi fanno della parola "computer",
> > cioè "ordinateur"... ora, se io mi imbattessi in un programma le cui
> > stringhe/parole siano appunto scritte in francese, mica trad
> > "ordinateur" come "ordinatore" o computatore", o peggio ancora
> > "elaboratore elettronico"... sarebbe "ridicolo", eh!
>
> Per te sarebbe "ridicolo", ma sarebbe anche corretto in italiano. Ti
> suona ridicolo solo perché non sei abituato a chiamarlo in un modo
> diverso da "computer". E se in italiano traducessimo bit con ottetto
> come fanno appunto i francesi?
>
> Che differenza passa tra uno spagnolo che traduce con "raton" il termine
> "mouse" e un italiano che dovesse usare "topo"? E un inglese che si
> riferisce a un oggetto del computer chiamandolo "mouse"? Concettualmente
> non c'è alcuna differenza, sempre topo è.


> Il problema è che ci sono molte parole inglesi entrate nel lessico
> italiano: se 30 anni fa iniziavano a chiamarlo "elaboratore elettronico"
> ora pure tu lo chiameresti così senza storcere tanto il naso.
>
>
Allora... come dissi prima, il fatto che un lemma sia presente nel
dizionario non significa affatto che esso possa risultare "fuori luogo"...
esistono vari motivi per cui un termine possa appunto risultare tale...
perché ormai desueto, perché in un determinato contesto non viene più
generalmente percepito nel modo in cui lo intende chi scrive o trad oppure
perché in un determinato contesto esso da una connotazione/sfumatura che
appiattisce (sottolineo "appiattisce"... in quanto un termine
"neutro/neutrale" è vero che rende piatto il "senso" ma non fa "storcere il
naso", e quanto meno è "equidistante", o "equivicino" come direbbe
Andreotti!!!, da una eccessiva confidenza o da un algido/affettato
esprimersi).

Quel che dici circa il mio "storcere il naso" è nuovamente "giusto" in
teoria e "sbagliato" in pratica... o meglio è "indimostrabile" dato che oggi
usiamo il termine inglese... e la "Storia" non si fa con i "se" o con i
"ma"... non so dunque rispondere (né tu puoi dirlo con certezza) se oggi
accetterei "elaboratore elettronico" come trad del termine anglofono
"computer" (poco anglofono e molto latino, a dirla tutta, eh!)... tutto il
"problema" sta nell'uso... nell'uso invalso nel "linguaggio comune" e al
contempo l'uso che se ne fa.

Non scrivo altro... non per mia "alterigia" ma perché magari a te e ad altri
non interessa andare oltre... ma se l'argomento interessa, potrem(m)o
disquisire "ad libitum".


> > Potrò leggere tutte le guide esistenti... ma... non penso che risolva
> > granché... poiché trad è sì una questione di "organizzazione" ma alla
> > base non deve mancare il "buon gusto" (e te lo dico con "cognizione di
> > causa", davvero)... l'organizzazione la "crei" o la impari... il "buon
> > gusto", no... o è "innato" oppure... Google Translate... e "comu veni
> > si cunta" ("come viene, viene").
>
> Evidentemente non hai capito: il "metodo di lavoro" non riguarda la
> scelta dei termini di traduzione (anche se in alcuni casi vanno
> applicati quelli dei glossari), riguarda il come agire. C'è scritto che
> le traduzioni sono individuali, se vuoi far parte del gruppo di
> traduzione chiedi l'affidamento di un pacchetto e *poi* inizi a tradurlo
> cercando di evitare al minimo l'andare in giro per Launchpad a lasciare
> suggerimenti su pacchetti scelti "a caso".
>

Ti dico la "verità"... io di 'sto Gruppo di Lavoro (non solo quello di
Ubuntu... e dico "non solo" spponendolo dato che altri "Gruppi di Lavoro"
non li frequento) e del concetto della "mailing list" (e tutto il resto) non
ci capii mai una "benemerita"!!!... dico davvero!!!... dicend così non sto
affermando che io sia "giusto" e 'sto metodo sia "sbagliato", ma solo che
esso lo trovo "complicato".



Una cosa... non prendere quanto finora scrissi con "tono cattivo"...
polemico (nell'etimo) forse sì, ma "gratuitamente insolente", no... a me non
interessa, come ho scritto in una mail precedente, avere "il nome in
cartellone" né vedere "risconosciuto il frutto del mio lavoro(?!?!?!)"...
manco pe' gniente!!!... io non ho proprio il concetto di
"possesso/proprietà" né quello di "potere".







*P*.*S*.: Eventuali refusi sono da imputarsi esclusivamente alla tastiera
che ha... vita propria..







Ce la...


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> --
> Milo Casagrande <milo@xxxxxxxxxx>
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