2010/11/29 Giuliano Natali <diaolin@xxxxxxxxxxx> > > Passo ciò che ho scritto su softwarelibero... > > > Nell'articolo si dice... > > "Ma, al di là di questo, c'è una ragione più profonda per cui il Software > Libero dovrebbe trovare l'appoggio dei nostri politici: questo tipo di > software è l'unico che non può essere controllato da nessuna azienda." > > Penso risponda Vendola: > "Vorrei poter sottoscrivere senza incertezze. E tuttavia temo che ciò > nasconda un’idea romantica. I segnali del mercato dicono che anche l’Open > Source si propone comunque un modello di business del software. Certo più > sostenibile, ma pur sempre come un modello di business. " > > Mi associo al Diaolin, questa risposta non ha senso. Primo perché non risponde sull'argomento dell'affermazione, secondo perché comunque è in contraddizione. L'argomento non è il modello di business, ma il fatto che i dati pubblici possano essere liberi da "ricatti" di una aziende private. La domanda cui deve rispondere un politico è: che cosa deve garantire l'amministrazione pubblica sui dati dei cittadini. La mia risposta è che deve essere garantito che i dati siano conservati nel tempo, che siano sicuri e accessibili. Non creo ci siano software proprietari che possano garantire tutte e tre queste caratteristiche assieme, mentre i software con licenze Free Software e Open Sorce le garantiscono. Ma comunque il punto sono sempre i dati! Mi sovviene che forse non è del modello di business delle aziende o della comunità del Free Software che stiamo parlando, ma di quello della pubblica amministrazione e della politica. -- Ciao, Mario