Il giorno 13/nov/07, alle ore 23:38, Carlo Santagostino ha scritto:
Inghilterra, sono abbastanza in >>disaccordo con chi propone il (breve)Io, nonostante abbia ripetutamente seguito mia madre in viaggio studio inviaggio come metodo per perfezionare la lingua.E io sono completamente d'accordo con te.Io invece porto la mia esperienza personale, e i mesi di università aReading sono serviti notevolmente per migliorare il mio inglese parlato,così come le scuole estive della mia gioventù ad Eastbourne.
Ma certo: ciò di cui parlate tu e Alessandro è una cosa diversa: un viaggio di lavoro/studio in un contesto complesso sicuramente è un'esperienza grandiosa, e sicuramente fanno migliorare molto la comprensione della lingua e la capacità di parlarla.
Ma io mi immaginavo EMG che parte e va a Londra per un mese, magari da solo, o con un gruppetto di amici italiani. E' vero che può seguire lì un corso intensivo, ma a Roma si trovano di certo delle scuole che non hanno niente da invidiare a quelle inglesi. Inoltre, come dovrebbe fare EMG per massimizzare il suo apprendimento? Attaccare bottone con tutti/tutte? (Io andavo nei grandi magazzini e facevo ai commessi domande allucinanti, tipo in una cuffia qual è la differerenza tra impedenza e resistenza).
Stiamo parlando sicuramente di situazioni diverse.E poi, io non ho mai detto che in passato ciò non fosse vero: vent'anni fa non c'erano molti modi per venire a contatto con la lingua inglese genuina. Ma adesso esiste internet! Esistono i DVD. Esistono le audiochat. Esistono tantissime cose che vent'anni fa non c'erano. E allora fatta una valutazione costi/benefici, meglio cominciare migliorando la propria lingua a casa in poltrona.
A proposito, il gerundio de verbo leggere, reading , si pronuncia "RIIDIN", ma la città Reading naturalmente non può che essere invece "REDIN" ... altrimenti sarebbe stato troppo facile :-) Per non parlare di Greenwich -> "GRENICH", Leicester -> "LESTER", Worchester -> "WUSTER" etc. etc.
Ciao, GiovanniP.S. Resta il fatto che senza uno studio teorico della fonetica POCHISSIMI, anche dopo anni all'estero, si staccano molto dalla pronuncia italiosa.