---------------------------------------------------------------------- Carlo Nicolini http://digitalphotography-tricks.blogspot.com/ Il giorno 02 agosto 2012 12:20, Giuliano Natali (Diaolin) < diaolin@xxxxxxxxxxx> ha scritto: > Carlo Nicolini wrote: > > > Vedi un po' il LinkedIn, la gente ha deciso di denominare il proprio > > lavoro > > con una accozzaglia di parole 2.0 pescate a caso da un calderone, qua > > giusto per farsi due risate uno ha creato un generatore di "qualifiche > > stronze" http://www.phibbi.com/extra/gqswe.php > > ma vala... dipende sempre dal singolo non facciamone un generico risultato > > > > Stesso motivo per cui ritengo facebook non un social network ma un > > estensione senza controllo dell'ego smisurato proprio degli umani, ore > > perse a giustificare parole, risolvere equivoci e chi più ne ha più ne > > metta. > > Estensione senza controllo dici? > E' un affermazione del fatto che necessiti di controllo o che ognuno di noi > dovrebbe riuscire a controllarsi meglio da solo? > :-) > Può darsi che io stesso abbia bisogno di controllo, comunque mi riferivo al fatto che ognuno dovrebbe riuscire a controllarsi meglio da solo. A me sembra che il mezzo informatico rimuova certe barriere e freni inibitori ribaltando le cose che abbiamo detto/scritto a nostro sfavore. Mi riferisco al fenomeno sempre maggiore dei tweet - definiamoli pure da bar- di persone che hanno rilevanza pubblica. Finchè restano nei "bar" ok, quando questi diventano affare pubblico ecco si grida allo scandalo. Quante volte in questi ultimi periodi si trova in prima pagina dei quotidiani "Tizio ha fatto un tweet omofobo" oppure "Caio ha tweetato insulti razzisti". Questi strumenti diventano quasi un flusso di coscienza non filtrato da noi al resto del mondo, per quello sarebbe auspicabile un uso più consapevole e ragionevole. Tutto questo aiuta a smascherare l'intolleranza e l'ipocrisia di certa gente oppure a riempire i notiziari di rumore bianco, mezzi di "distrazione di massa"? Purtroppo non ritengo di avere mezzi sufficienti a dare una risposta a questa domanda. > > Non sono sicuro che noi umani siamo abituati ad una comunicazione > > di questo tipo, quando migliai di anni di civiltà ci hanno abituato alla > > comunicazione a tu per tu, alla presenza dell'altro di fronte. Ma queste > > forse sono questioni antropologiche. > > Non credo che sia cosi altrimenti possiamo mandare a puttane tutto quello > che e' nato negli ultimi anni... e tornare a parlarci di fronte... > > Molti anni fa e' nao il tele/grafo/fono e da li e' nata l'era moderna... > cosa c'e' di sbagliato in questo? > Nulla di sbagliato, solo voglio dire che imho discussioni e liti, flame, troll ed altro accadono un po' più di frequente quando siamo posti di fronte al mezzo digitale. Quanti di quelli che si nascondono dietro pseudonimi o nickname e "flammano", una volta posti di fronte al loro vero interlocutore starebbero zitti? Io sono spesso impressionato dalle discussioni ed insulti che si possono leggere anche nel più ingenuo video di youtube o nel più tranquillo articolo su una qualsiasi testata. > Diaolin > > > -- > Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO > "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx > > >