[dumbo] Articolo de Il Sole-24 Ore del 27.3.2001

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  • Date: Tue, 27 Mar 2001 10:43:29 +0200

Riforme in cantiere - Il Consiglio nazionale si oppone ai percorsi proposti 
dall'Università

Ingegneri contro i nuovi Albi

Nel mirino l'utilizzo del titolo da parte dei laureati triennali e la loro 
iscrizione presso i Collegi


ROMA. Un "attentato contro l'ingegneria italiana". Autore sarebbe l'Università, 
attraverso la riforma dell'autonomia didattica e con la nuova organizzazione 
dei percorsi accademici basata su due titoli: la laurea - triennale - e (in 
sequenza anche senza alcun automatismo) la laurea specialistica - cinque anni 
in tutto -. La denuncia arriva dal Consiglio nazionale degli ingegneri, che "si 
impegnerà in tutti i modi e in tutte le sedi legittime per non iscrivere i 
laureati al proprio Albo". Una minaccia che, se tradotta in pratica, 
penalizzerà i laureati triennali italiani nell'area dell'ingegneria e li 
esporrà un trattamento differenziato rispetto ai colleghi europei che possono 
appellarsi alla direttiva 89/48 Ce (il passaporto per formazioni professionali 
post secondaria di almeno tre anni).

Dunque, gli ingegneri vanno all'attacco frontale della riforma universitaria e, 
soprattutto, dello schema di regolamento che dovrebbe raccordare i nuovi titoli 
accademici con gli ordinamenti professionali, istituendo negli attuali Albi 
degli Ordini due sezioni, per accogliere, dopo l'abilitazione, i laureati e i 
laureati specialisti. Quest'ultimo elenco ospiterebbe anche gli attuali 
professionisti con la "vecchia" laurea.

Due i punti inaccettabili per il Consiglio nazionale degli ingegneri. Da un 
lato, la denominazione professionale dei laureati, la cui qualifica va 
nettamente distinta da quella dei laureati specialistici.

Va riservato a questi ultimi l'appellativo di ingegnere, mentre i futuri 
laureati andrebbero qualificati come tecnici (o tecnologi o con il prefisso 
"tecno").

"Estendere lo stesso titolo ai nuovi laureati triennali vuol dire - afferma il 
Consiglio nazionale degli ingegneri - ingannare l'opinione pubblica assegnando 
una identica patente di qualità a chi ovviamente tale qualità non potrà averla 
avendo seguito un percorso formativo assai più ridotto".

Se sul "format" del titolo tutti gli Ordini tecnici - dagli architetti, ai 
dottori agronomi e forestali, ai chimici - stanno, seppure con toni meno 
accesi, sulla stessa linea, gli ingegneri si ritrovano più soli nel combattere 
contro la possibilità prevista nello schema di regolamento di consentire ai 
laureati nelle classi "tecniche" la scelta tra l'iscrizione alla sezione bassa 
dell'Ordine oppure al Collegio di riferimento, in particolare a quello dei 
geometri o dei periti industriali. Questa possibilità, secondo il Consiglio 
nazionale degli ingegneri "crea confusione nelle competenze".

Non solo: si rischia "di assistere di fatto al conferimento della laurea in 
ingegneria a decine di migliaia di geometri e periti industriali da parte del 
Parlamento, come già nell'ultimo scorcio di legislatura si è tentato".

Una conclusione paradossale, quella degli ingegneri, che fa riferimento al 
disegno di legge sulle competenze di geometri e periti industriali, approvato 
in prima lettura dal Senato, con cui si tentava di superare il concetto di 
"modesta costruzione", al quale sono stati agganciati per decenni geometri e 
periti, rapportando il loro campo d'azione agli edifici di non più di tre piani 
fuori terra, oltre a un interrato o seminterrato.

Giorgio Bianchet, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, 
qualifica l'azione degli ingegneri come "un intervento per destabilizzare la 
riforma universitaria", perseguito tra l'altro con il tentativo di riproporre, 
"per i laureati abilitati del loro Albo, l'ordinamento professionale dei periti 
industriali, quando invece la legge dà mandato a ridistribuire le competenze 
interne a un Ordine e non a "copiare" quelle di un'altra professione".

Intanto, sono in agitazione anche i laureati in informatica, visto che nel 
nuovo assetto nell'Albo degli ingegneri viene distinto l'elenco degli abilitati 
in ingegneria dell'informazione. In questo modo, si attribuiscono all'Ordine 
come "privative e riserve" attività adesso svolte dai laureati in informatica, 
che sono specificamente preparati ma non hanno un Ordine.


Martedì 27 Marzo 2001                                        Maria Carla De 
Cesari - Il Sole 24 Ore


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