Ice guardò la giapponese, era perplesso, sapeva che le mentiva lo sapeva
benissimo ma quel corpo e quella lacrima perfetti stavano smuovendo qualcosa
che era assopito da molto tempo, troppo tempo.
«Senti donna dipinta, sto iniziando a finire gli appellativi e non mi piace
ripetermi, se non mi dici qual è il tuo nome, è da quando sono nato che
qualcuno viene e annuncia di volermi fare ricco e sono ancora qui nella merda
con questi quattro perdenti, quanto me. Dovresti volare più basso con le
proposte per essere più credibile. Immagino tu sia una killer eccezionale ma in
quanto a diplomazia hai da imparare»
Disse queste parole con molta difficoltà più difficoltà di quanto avesse mai
fatto. In effetti avrebbe voluto fidarsi forse per la prima volta, in effetti
avrebbe voluto crederle.
«Vuoi un accordo? Per me va bene, sali con noi, facci riprendere e parlaci del
tuo Boss. Noi non ti faremo nulla e custodiremo la tua spada. A quel punto e
quando non saremo in svantaggio totale verremo con te, che dici può essere un
punto d’incontro?».