Finalmente ;-)
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Il giorno 23 mar 2016, alle ore 18:55, (Redacted sender "andrea_quintiliani"
for DMARC) <dmarc-noreply@xxxxxxxxxxxxx> ha scritto:
Nessuno capisce quanto sia vitale respirare in maniera calma sempre. Correre,
combattere, amare o uccidere, ogni cosa deve essere fatta respirando in
maniera consapevole.
Faust, con le bacchette ancora tra i denti, si limita ad osservare il caos
che si sta sviluppando nel vicolo. Era uscito dal sushi bar al rumore dei
primi colpi. Era uscito lasciando nel piatto una cosa che osavano chiamare
zenzero candito. La pioggia era una schifosa patina unta che veniva sputata
dall'alto, una lorda coperta che rubava luci rumori e odori. Fortunamente
anche gli odori.
Facce sconosciute si susseguono mentre la cyberottica zooma nel vicolo, ombre
vuote, senza storia per lui. Sta per tornare dentro quando l'ottica coglie
Pauline. E' un tuffo nel passato, un tuffo non certo piacevole, un tuffo che
gli fa riconsiderare la sua carta d'identità. Quarant'anni c'è segnato su
quel chip, e gli ultimi dieci passati qua e là, tra New Messico e Cina. Dieci
anni che scompaiono alla vista di quella donna, invecchiata bene sicuramente,
ma invecchiata come lui, e viva.
Mette le bacchette nella tasca del lungo e consunto cappotto di kevlar,
sembra pelle per il piacevole rumore croccante che si crea nei
movimenti. Nella mano destra un lungo borsone, semirigido, dondola sfiorando
il suolo lercio.
"Ricordati sempre di respirare"
I pensieri sono cadenzati dal tempo delle gocce sulla giacca di kevlar nero.
I gesti sono sciolti, malgrato l'età non più giovanissima, ma cazzo ai
quaranta lui c'è arrivato e li vuole pure superare...forse. Dal pieno della
zona franca un branco di ninja, armati come dei booster novellini e fatti, si
dirige verso l'ingresso del vicolo. Le intenzioni sono più o meno chiare;
pulizia, pulizia totale del lochi. Rapido, doloroso, anonimo.
<<Ma anche no!>> E' poco più di uno sputo nella pioggia torrenziale, uno
sputo di acido e nervoso. La sacca viene lasciata a terra e si da dentro il
giaccone, la mano destra, prende la pistola nella fondina al petto. La sua
Arasaka "Budo", con il suo peso conosciuto e la sua confortevole presenza, si
connette con lo spinotto implantato nel palmo della mano. L'ottica del
solitario ora è splittata tra il mirino dell'arma e la sua visuale. L'arma
viene armata.
"Respira"
Il braccio destro si solleva prendendo la mira sul ninja più lontano, uno di
quelli che stanno per entrare nel vicolo. La mano sinistra afferra la seconda
pistola, connettendola alla cyberottica e sollevando il cane. Ora entrambe le
braccia sono distese, nei suoi occhi target rossi di agganciamento
lampeggiano opachi.
"Espira"
L'immobilità della cassa toracita permette di mirare meglio ora ed è solo un
secondo, un solo fottuto secondo prima dell'inferno.
"Spara"
I due indici premono il grilletto e due proiettili partono, messaggeri di
devastazione.
"Respira"