Grazie, caro Andrea, per la tua solidale considerazione, che girerò alle
bibliotecarie e ai bibliotecari della BDU.
Giro qui sotto la risposta ai chiarimenti domandati in Aib-cur, risposta
scritta dalla bibliotecaria Mirella Mazzucchi.
Un caro saluto, Paolo
---- Messaggio originale ----
Oggetto: sgomberi in biblioteca
Inviato: 11/feb/2017 02:25 PM
Da: Mirella Mazzucchi
<mirella.mazzucchi@xxxxxxxx<mailto:mirella.mazzucchi@xxxxxxxx>>
A: AIB-CUR@xxxxxxxxxxxxxx<mailto:AIB-CUR@xxxxxxxxxxxxxx>
Cc:
Buongiorno,
Rispondo come responsabile della Biblioteca in oggetto.
La Biblioteca di Discipline Umanistiche ospita in modo ricorrente la presenza
di alcuni membri di un collettivo (CUA) che la reputano propria. Più o meno una
trentina di persone.
Già in passato avevamo avuto problemi e occupazioni da parte loro, con i
quali, vi assicuro, abbiamo provato ma non è possibile né il dialogo né la
mediazione. Sono prepotenti, violenti e squadristi. Per loro questo è un centro
sociale, uno spazio di aggregazione, non una Biblioteca.
Sono tornati a reclamare attenzione con i loro metodi quando, durante le
vacanze di Natale, l’Ateneo ha deciso di inserire delle bussole in vetro
all’entrata, azionabili o col badge o dopo riconoscimento da citofono; chiunque
puo’ entrare motivando le proprie necessità di studio e ricerca. Era comunque
necessario tenere fuori balordi e spacciatori che popolano la zona limitrofa.
Da troppo tempo infatti i bagni erano luogo di spaccio (bustine nelle cassette
dell’acqua) furti, rapine, episodi spiacevoli in sala di lettura per alcune
ragazze, persone che entravano sistematicamente con pitbull, minacce al
personale da delinquenti comuni etc.
In occasione della volontà di aprire questa ed altre biblioteche fino alle 24 ,
una delle iniziative per combattere il degrado della zona , si è reso
necessario inserire queste bussole: il personale di sorveglianza avrebbe così
avuto uno strumento per tenere fuori soggetti sgraditi .
Il collettivo ha iniziato fin dal primo giorno ad aprire le porte di emergenza
centrali vanificando tutto il sistema e facendo “picchetto” per impedirci di
ripristinare.
Da quel giorno (23 gennaio) si sono susseguite continue scene di questo tipo
ogni giorno, condite da scherno verso il personale, atteggiamenti intimidatori,
aggressioni ad agenti in borghese che volevano darci una mano, cacciata di
guardie giurate.. le abbiamo provate tutte, ma comandano loro.
L’Università ha voluto mantenere il giusto profilo istituzionale che le compete
chiedendoci, pur supportati, di andare avanti, di pazientare, fino a quando non
fossero arrivati i provvedimenti giudiziari.
Nel frattempo la Biblioteca ha comunque aperto fino alle 24 per mostrare la
buona volontà, ma nonostante questo il personale a porte aperte era soggetto ad
ancora più’ pericoli. Si sono susseguite all’interno assemblee non autorizzate,
uso degli spazi improprio, imbrattamenti e cartelli con “prese per il culo” .
Il tutto fino a mercoledì scorso, quando con maschera di Anonymous questi hanno
smontato le porte e divelto i lettori di badge portandoli in Rettorato.
La mattina dopo, a Biblioteca ferita potevamo forse aprire?
Abbiamo chiuso, e alle ore 13 questi hanno sfondato le porte, divelto le sbarre
interne dal muro e occupato.
La biblioteca e il suo patrimonio è stato alla loro mercé dalle ore 13.30 fino
alle 17.30, quando la polizia è intervenuta e li ha mandati fuori.
Cosa si doveva fare?
Lasciatemi ora dire, dopo aver riferito fatti oggettivi, una cosa personale.
Della Biblioteca a questi non frega nulla: è solo un pretesto per far casino.
Quindi prima di giudicare o di dare addosso a chi ha chiamato la Polizia
chiedetevi quale esasperazione abbiamo raggiunto tutti noi per dover arrivare a
questo.
Mirella Mazzucchi
Coordinatore gestionale della Biblioteca di Discipline Umanistiche
Università di BOLOGNA
Il giorno 11 feb 2017, alle ore 15:34, Andrea Capaccioni
<andrea.capaccioni@xxxxxxxxx<mailto:andrea.capaccioni@xxxxxxxxx>> ha scritto:
Grazie anche da parte mia. I giornali non sono molto informati e la retorica
buoni contro cattivi non convince più nessuno. Nella pagina Fb del CUA è
espressa una rabbia e un disagio che poco hanno a che fare con i tornelli e con
le biblioteche e che possono travolgere tutto. Mi rendo conto che siete
difronte a una situazione delicata. La mia piena solidarietà a te e a tutti
coloro che lavorano nelle biblioteche unibo. Andrea
Il giorno 11 febbraio 2017 14:54, Paolo Tinti
<paolo.tinti@xxxxxxxx<mailto:paolo.tinti@xxxxxxxx>> ha scritto:
Care colleghe, cari colleghi,
raggiunto da richieste di notizie dirette, vi partecipo i fatti di cui sono al
corrente.
Come molti sanno, dal 23 gennaio scorso a Bologna è iniziata la protesta di
esponenti del CUA, movimento universitario autonomo, solo poco tempo fa
costituitosi in associazione. Gli studenti e i simpatizzanti del CUA, che in
passato ha occupato vari spazi della Scuola di Lettere, adiacenti a via Zamboni
e a Piazza Verdi, hanno protestato contro la nuova modalità di accesso alla
Biblioteca di Discipline Umanistiche, di via Zamboni, 36. Purtroppo slogan e
stampa hanno da subito prospettato una "blindatura" della BDU, con conseguente
chiusura agli studenti non di Lettere, senza rispettare la realtà dei fatti. La
BDU, nata a inizio Novecento da un'idea di Giovanni Pascoli, è da decenni sotto
scacco: occupata per lunghi anni, è stata chiusa un intero anno accademico.
Solo nel 2006 si è ricostituito il comitato scientifico - presieduto oggi dalla
nostra collega Francesca Tomasi, che affianco in veste di componente
rappresentante del Dipartimento - e la BDU, tra molte difficoltà, ha ripreso il
proprio cammino.
L'accesso controllato in forme blande è stato sempre osteggiato dal CUA. Eppure
molti episodi hanno trovato impotenti i bibliotecari, costretti a fronteggiare
situazioni molto gravi: casi di spaccio, un decesso per overdose nei bagni,
furti a danno dei lettori. Il comitato, preso atto della gravità e della
continuità di simili episodi, ha dunque deciso, anche in vista dell'ampliamento
dell'orario di apertura serale sino alle 24, di introdurre forme di ingresso
effettivamente controllato con badge o con documento. Dal 23 gennaio gli
studenti, anche non iscritti alla Scuola di Lettere, sarebbero quindi entrati
con il badge d'Ateneo. Tutti i lettori, inclusi quelli iscritti in qualunque
biblioteca del polo UBO, sarebbero entrati mostrando un documento. Nessuno
finora è mai stato escluso è mai lo sarebbe stato se avesse dichiarato
semplicemente la sua identità. A tutela della sicurezza di tutti: dei lettori e
dei lavoratori della biblioteca.
Nei giorni successivi al 23 gennaio, l'apertura delle porte antipatico,
l'elusione di ogni controllo, l'invasione degli uffici della biblioteca e lo
smontaggio fisico delle porte da parte del CUA hanno fatto precipitare la
situazione.
La protesta si è inasprita perché il Rettore Ubertini, il Prorettore Degli
Esposti e il Comitato hanno deciso, a fronte di atti così minacciosi, di
procedere secondo le regole, in passato mai applicate: provvedimenti
disciplinari e denunce all'autorità giudiziaria, con conseguenti operazioni di
sgombero. Di qui l'acuirsi della lotta, che ha danneggiato una biblioteca e di
un quartiere della città universitaria ma credo abbia di mira altre questioni,
in un contesto locale (vedi proteste per l'aumento della mensa) e nazionale
molto agitato.
Oltre alle numerose interviste già rilasciate alla stampa dal prorettore Degli
Esposti, mi auguro che presto appaiano comunicati ufficiali, sui siti Unibo,
che eventualmente provvederò a far circolare.
Concludo precisando che in poche ore oltre 5000 studenti hanno raccolto firme
contro la protesta, da loro ritenuta ingiustificata nel merito e nei modi. Mi
segnalano pure che la pagina Facebook del CUA sia fitta di commenti.
Ho riassunto le informazioni in mio possesso, attendendo come tutti notizie per
così dire ufficiali.
Un caro saluto,
Paolo Tinti