Grazie, Paolo, di queste notizie, di grandissimo interesse.
Non e' certo usuale che una biblioteca universitaria diventi il luogo di un
conflitto cosi' violento, anche se c'erano stati episodi simili presso la
Statale di Milano (ma intorno alla libreria, se non ricordo male).
Ti saremo grati se ci vorrai tenere informati.
a presto,
Angela
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Da: sisbb-bounce@xxxxxxxxxxxxx <sisbb-bounce@xxxxxxxxxxxxx> per conto di Paolo
Tinti <paolo.tinti@xxxxxxxx>
Inviato: sabato 11 febbraio 2017 14.54
A: sisbb@xxxxxxxxxxxxx
Oggetto: [sisbb] Protesta e sgombero della Biblioteca di Discipline Umanistiche
- Bologna
Care colleghe, cari colleghi,
raggiunto da richieste di notizie dirette, vi partecipo i fatti di cui sono al
corrente.
Come molti sanno, dal 23 gennaio scorso a Bologna è iniziata la protesta di
esponenti del CUA, movimento universitario autonomo, solo poco tempo fa
costituitosi in associazione. Gli studenti e i simpatizzanti del CUA, che in
passato ha occupato vari spazi della Scuola di Lettere, adiacenti a via Zamboni
e a Piazza Verdi, hanno protestato contro la nuova modalità di accesso alla
Biblioteca di Discipline Umanistiche, di via Zamboni, 36. Purtroppo slogan e
stampa hanno da subito prospettato una "blindatura" della BDU, con conseguente
chiusura agli studenti non di Lettere, senza rispettare la realtà dei fatti. La
BDU, nata a inizio Novecento da un'idea di Giovanni Pascoli, è da decenni sotto
scacco: occupata per lunghi anni, è stata chiusa un intero anno accademico.
Solo nel 2006 si è ricostituito il comitato scientifico - presieduto oggi dalla
nostra collega Francesca Tomasi, che affianco in veste di componente
rappresentante del Dipartimento - e la BDU, tra molte difficoltà, ha ripreso il
proprio cammino.
L'accesso controllato in forme blande è stato sempre osteggiato dal CUA. Eppure
molti episodi hanno trovato impotenti i bibliotecari, costretti a fronteggiare
situazioni molto gravi: casi di spaccio, un decesso per overdose nei bagni,
furti a danno dei lettori. Il comitato, preso atto della gravità e della
continuità di simili episodi, ha dunque deciso, anche in vista dell'ampliamento
dell'orario di apertura serale sino alle 24, di introdurre forme di ingresso
effettivamente controllato con badge o con documento. Dal 23 gennaio gli
studenti, anche non iscritti alla Scuola di Lettere, sarebbero quindi entrati
con il badge d'Ateneo. Tutti i lettori, inclusi quelli iscritti in qualunque
biblioteca del polo UBO, sarebbero entrati mostrando un documento. Nessuno
finora è mai stato escluso è mai lo sarebbe stato se avesse dichiarato
semplicemente la sua identità. A tutela della sicurezza di tutti: dei lettori e
dei lavoratori della biblioteca.
Nei giorni successivi al 23 gennaio, l'apertura delle porte antipatico,
l'elusione di ogni controllo, l'invasione degli uffici della biblioteca e lo
smontaggio fisico delle porte da parte del CUA hanno fatto precipitare la
situazione.
La protesta si è inasprita perché il Rettore Ubertini, il Prorettore Degli
Esposti e il Comitato hanno deciso, a fronte di atti così minacciosi, di
procedere secondo le regole, in passato mai applicate: provvedimenti
disciplinari e denunce all'autorità giudiziaria, con conseguenti operazioni di
sgombero. Di qui l'acuirsi della lotta, che ha danneggiato una biblioteca e di
un quartiere della città universitaria ma credo abbia di mira altre questioni,
in un contesto locale (vedi proteste per l'aumento della mensa) e nazionale
molto agitato.
Oltre alle numerose interviste già rilasciate alla stampa dal prorettore Degli
Esposti, mi auguro che presto appaiano comunicati ufficiali, sui siti Unibo,
che eventualmente provvederò a far circolare.
Concludo precisando che in poche ore oltre 5000 studenti hanno raccolto firme
contro la protesta, da loro ritenuta ingiustificata nel merito e nei modi. Mi
segnalano pure che la pagina Facebook del CUA sia fitta di commenti.
Ho riassunto le informazioni in mio possesso, attendendo come tutti notizie per
così dire ufficiali.
Un caro saluto,
Paolo Tinti