Cara Mirella,
permetti che mi rivolga a te direttamente tramite questa lista, in
ricordo dei tanti momenti professionali che abbiamo condiviso nella
nostra carriera, per esprimerti anche la mia personale solidarietà in un
frangente così delicato.
Condivido tutte le tue considerazioni e voglio pensare che la verità e
la professionalità avranno la meglio sulla prevaricazione e
l'oscurantismo.
Sono con te e con tutti i colleghi bolognesi
Graziano Ruffini
Il Sabato 11/02/2017 18:56 Valentina Sestini ha scritto:
Caro Paolo,ha ripreso il proprio cammino.
grazie mille per queste testimonianze dirette su quello che sta accadendo a
Bologna. Trovo un po' grave che alcuni giornali (ho in mente un articolo in
particolare) stiano raccontando i fatti strumentalizzando la protesta degli
studenti a discapito della verità, celandosi dietro un fantomatico rispetto
delle istituzioni bibliotecarie.
Piena solidarietà a te, alla coordinatrice Mazzucchi e a tutti i bibliotecari
e bibliotecarie della BDU.
Valentina
Il giorno 11 febbraio 2017 17:56, Fiammetta Sabba <fiammetta.sabba@xxxxxxxx>
ha scritto:
Caro Paolo
solidarietà ai te e ai colleghi d'Ateneo, e ai bibliotecari, meritevoli di
tanta la resistenza a provocazioni, umiliazioni e violenza.
La biblioteca è aperta, ma come biblioteca, e non ci si deve vergognare di
non avere vocazioni altre, soprattutto che non includano la civiltà e il
rispetto delle cose e delle persone.
Un saluto solidale
Fiammetta
Il giorno 11 feb 2017, alle ore 15:50, Paolo Tinti <paolo.tinti@xxxxxxxx> ha
scritto:
Grazie, caro Andrea, per la tua solidale considerazione, che girerò alle
bibliotecarie e ai bibliotecari della BDU.
Giro qui sotto la risposta ai chiarimenti domandati in Aib-cur, risposta
scritta dalla bibliotecaria Mirella Mazzucchi.
Un caro saluto, Paolo
---- Messaggio originale ----
Oggetto: sgomberi in biblioteca
Inviato: 11/feb/2017 02:25 PM
Da: Mirella Mazzucchi <mirella.mazzucchi@xxxxxxxx>
A: AIB-CUR@xxxxxxxxxxxxxx
Cc:
Buongiorno,
Rispondo come responsabile della Biblioteca in oggetto.
La Biblioteca di Discipline Umanistiche ospita in modo ricorrente la presenza
di alcuni membri di un collettivo (CUA) che la reputano propria. Più o meno
una trentina di persone.
Già in passato avevamo avuto problemi e occupazioni da parte loro, con i
quali, vi assicuro, abbiamo provato ma non è possibile né il dialogo né la
mediazione. Sono prepotenti, violenti e squadristi. Per loro questo è un
centro sociale, uno spazio di aggregazione, non una Biblioteca.
Sono tornati a reclamare attenzione con i loro metodi quando, durante le
vacanze di Natale, l'Ateneo ha deciso di inserire delle bussole in vetro
all'entrata, azionabili o col badge o dopo riconoscimento da citofono;
chiunque puo' entrare motivando le proprie necessità di studio e ricerca. Era
comunque necessario tenere fuori balordi e spacciatori che popolano la zona
limitrofa. Da troppo tempo infatti i bagni erano luogo di spaccio (bustine
nelle cassette dell'acqua) furti, rapine, episodi spiacevoli in sala di
lettura per alcune ragazze, persone che entravano sistematicamente con
pitbull, minacce al personale da delinquenti comuni etc.
In occasione della volontà di aprire questa ed altre biblioteche fino alle 24
, una delle iniziative per combattere il degrado della zona , si è reso
necessario inserire queste bussole: il personale di sorveglianza avrebbe così
avuto uno strumento per tenere fuori soggetti sgraditi .
Il collettivo ha iniziato fin dal primo giorno ad aprire le porte di
emergenza centrali vanificando tutto il sistema e facendo "picchetto" per
impedirci di ripristinare.
Da quel giorno (23 gennaio) si sono susseguite continue scene di questo tipo
ogni giorno, condite da scherno verso il personale, atteggiamenti
intimidatori, aggressioni ad agenti in borghese che volevano darci una mano,
cacciata di guardie giurate.. le abbiamo provate tutte, ma comandano loro.
L'Università ha voluto mantenere il giusto profilo istituzionale che le
compete chiedendoci, pur supportati, di andare avanti, di pazientare, fino a
quando non fossero arrivati i provvedimenti giudiziari.
Nel frattempo la Biblioteca ha comunque aperto fino alle 24 per mostrare la
buona volontà, ma nonostante questo il personale a porte aperte era soggetto
ad ancora più' pericoli. Si sono susseguite all'interno assemblee non
autorizzate, uso degli spazi improprio, imbrattamenti e cartelli con "prese
per il culo" .
Il tutto fino a mercoledì scorso, quando con maschera di Anonymous questi
hanno smontato le porte e divelto i lettori di badge portandoli in Rettorato.
La mattina dopo, a Biblioteca ferita potevamo forse aprire?
Abbiamo chiuso, e alle ore 13 questi hanno sfondato le porte, divelto le
sbarre interne dal muro e occupato.
La biblioteca e il suo patrimonio è stato alla loro mercé dalle ore 13.30
fino alle 17.30, quando la polizia è intervenuta e li ha mandati fuori.
Cosa si doveva fare?
Lasciatemi ora dire, dopo aver riferito fatti oggettivi, una cosa personale.
Della Biblioteca a questi non frega nulla: è solo un pretesto per far casino.
Quindi prima di giudicare o di dare addosso a chi ha chiamato la Polizia
chiedetevi quale esasperazione abbiamo raggiunto tutti noi per dover arrivare
a questo.
Mirella Mazzucchi
Coordinatore gestionale della Biblioteca di Discipline Umanistiche
Università di BOLOGNA
Il giorno 11 feb 2017, alle ore 15:34, Andrea Capaccioni
<andrea.capaccioni@xxxxxxxxx> ha scritto:
Grazie anche da parte mia. I giornali non sono molto informati e la retorica
buoni contro cattivi non convince più nessuno. Nella pagina Fb del CUA è
espressa una rabbia e un disagio che poco hanno a che fare con i tornelli e
con le biblioteche e che possono travolgere tutto. Mi rendo conto che siete
difronte a una situazione delicata. La mia piena solidarietà a te e a tutti
coloro che lavorano nelle biblioteche unibo. Andrea
Il giorno 11 febbraio 2017 14:54, Paolo Tinti <paolo.tinti@xxxxxxxx> ha
scritto:
Care colleghe, cari colleghi,
raggiunto da richieste di notizie dirette, vi partecipo i fatti di cui sono
al corrente.
Come molti sanno, dal 23 gennaio scorso a Bologna è iniziata la protesta di
esponenti del CUA, movimento universitario autonomo, solo poco tempo fa
costituitosi in associazione. Gli studenti e i simpatizzanti del CUA, che in
passato ha occupato vari spazi della Scuola di Lettere, adiacenti a via
Zamboni e a Piazza Verdi, hanno protestato contro la nuova modalità di
accesso alla Biblioteca di Discipline Umanistiche, di via Zamboni, 36.
Purtroppo slogan e stampa hanno da subito prospettato una "blindatura" della
BDU, con conseguente chiusura agli studenti non di Lettere, senza rispettare
la realtà dei fatti. La BDU, nata a inizio Novecento da un'idea di Giovanni
Pascoli, è da decenni sotto scacco: occupata per lunghi anni, è stata chiusa
un intero anno accademico. Solo nel 2006 si è ricostituito il comitato
scientifico - presieduto oggi dalla nostra collega Francesca Tomasi, che
affianco in veste di componente rappresentante del Dipartimento - e la BDU,
tra molte difficoltà,
L'accesso controllato in forme blande è stato sempre osteggiato dal CUA.
Eppure molti episodi hanno trovato impotenti i bibliotecari, costretti a
fronteggiare situazioni molto gravi: casi di spaccio, un decesso per overdose
nei bagni, furti a danno dei lettori. Il comitato, preso atto della gravità e
della continuità di simili episodi, ha dunque deciso, anche in vista
dell'ampliamento dell'orario di apertura serale sino alle 24, di introdurre
forme di ingresso effettivamente controllato con badge o con documento. Dal
23 gennaio gli studenti, anche non iscritti alla Scuola di Lettere, sarebbero
quindi entrati con il badge d'Ateneo. Tutti i lettori, inclusi quelli
iscritti in qualunque biblioteca del polo UBO, sarebbero entrati mostrando un
documento. Nessuno finora è mai stato escluso è mai lo sarebbe stato se
avesse dichiarato semplicemente la sua identità. A tutela della sicurezza di
tutti: dei lettori e dei lavoratori della biblioteca.
Nei giorni successivi al 23 gennaio, l'apertura delle porte antipatico,
l'elusione di ogni controllo, l'invasione degli uffici della biblioteca e lo
smontaggio fisico delle porte da parte del CUA hanno fatto precipitare la
situazione.
La protesta si è inasprita perché il Rettore Ubertini, il Prorettore Degli
Esposti e il Comitato hanno deciso, a fronte di atti così minacciosi, di
procedere secondo le regole, in passato mai applicate: provvedimenti
disciplinari e denunce all'autorità giudiziaria, con conseguenti operazioni
di sgombero. Di qui l'acuirsi della lotta, che ha danneggiato una biblioteca
e di un quartiere della città universitaria ma credo abbia di mira altre
questioni, in un contesto locale (vedi proteste per l'aumento della mensa) e
nazionale molto agitato.
Oltre alle numerose interviste già rilasciate alla stampa dal prorettore
Degli Esposti, mi auguro che presto appaiano comunicati ufficiali, sui siti
Unibo, che eventualmente provvederò a far circolare.
Concludo precisando che in poche ore oltre 5000 studenti hanno raccolto firme
contro la protesta, da loro ritenuta ingiustificata nel merito e nei modi. Mi
segnalano pure che la pagina Facebook del CUA sia fitta di commenti.
Ho riassunto le informazioni in mio possesso, attendendo come tutti notizie
per così dire ufficiali.
Un caro saluto,
Paolo Tinti