Bene, bene, ho letto un po' di risposte alla mia precedente mail, ho riflettuto (o riflesso?) su come poter continuare la discussione; come già detto no ho intenzione di entrare nel merito della questione "compagnia & amicizie", ho un obietivo più modesto, ovvero quello di riflettere su quanto avvenuto tra me e Silvia (con la conseguente "diffusione"). Innanzitutto ho la necessità di chiarire un punto ovvero a cosa può tale scambio di email. Infatti ho avuto l'impressione che nella discussione parallela che si sta tenendo sulla compagnia di Genova l'unico scopo (da ambo le parti) sia quello di sfogare un po' di acidità in eccesso gettandosi su un conflitto di esercizi retorici; è un po' come George Bush che invece di affrontare in modo serio la questione islam si lancia in bombardamenti gratuiti giusto per smaltire armamenti e placare la rabbia xenofoba dei benpensanti americani. Io non bombardo nessuno e non mi presto a tali bombardamenti. I l fatto è che, a quanto vedo, quest'estate si è creato, tra me e te,Silvia, una situazione di dissidio: la formula "tu no mi hai salutato e quindi io non ti saluto" è stata usata, a mio avviso, da ambo le parti giungendo alla situazione che tutti ben conosciamo. A questo poi si è aggiunto il biasimo, la denigrazione dell'altro e soprattutto la percezione distorta di persone e fatti, per cui un saluto poi o viene ignorato o viene considerato come una provocazione, persone che non c'entrano nulla come Barbara vengono tirate in mezzo... insomma, se possediamo un po' di onestà personale e un pochino di capacità a guardare a noi stessi in modo critico fenomeni di questo tipo non ci sembreranno delle invenzioni. Che fare? Poco senso ha, secondo me, chiedersi "chi non ha salutato l'altro per primo"; sarebbe come chiesersi se è nato prima l'uovo o la gallina. E qui arriva la mia proposta. Un saluto non dato misconosce la nostra dignità di persone e la rabbia che ne deriva è più che legittima. LA COSA PIU' GIUSTA SAREBBE ACCETTARE IL DANNO CHE, L'UN L'ALTRO, CI SIAMO FATTI MA ANCHE LA STUPIDITà DEI NOSTI ATTEGGIAMENTI; NON STO CHIEDENDO DI DIVENTARI "AMICONI" O ALTRO (a 20anni sappiamo bene che il mondo non funziona così) SEMPLICEMENTE RICONOSCO LA TUA DIGNITà COME PERSONA, LO SGARBO CHE TI HO FATTO E LA LEGITTIMITà DELLA TUA REAZIONE. A questo punto ti chiedo timidamente di far altrettanto. Non si tratta, ripeto, di una richiesta di "lieto fine" stile Disney, ma di un accordo tra persone adulte; se consideriamo i rapporti umani come una sorta di "contratti" (nel senso serio, non come il "contratto per l'Italia" del Berlusca) tra persone, ecco io ti propongo un contratto. E, se in un futuro, ti vedrò, ti saluterò con sincero piacere. Filippo