il tema che proponi è un tormentone dello stampatore fotodilettante, per fortuna però c'è chi (Ctein, Postexposure: http://www.amazon.com/gp/product/0240804376/ref=sr_11_1/103-9404984-8041425?%5Fencoding=UTF8 secondo me lo ha sufficientemente dipanato eliminiamo quello che oramai mi pare un falso problema, la testa VC: una camma regola l'inserimento di due filtri in relazione ad un particolare tipo di carta a contrasto variabile, e a volte inserisce anche un filtro di densità in modo da permetterti di cambiare contrasto mantenendo lo stesso tempo di esposizione obiezione: nessuno può sapere se la carta per cui è regolata la testa VC dell'ingranditore che vuoi comperare oggi sarà prodotta domani e dopodomani, nel senso che la ditta può chiudere la produzione, può mutarne le caratteristiche o (cosa più rara) introdurne un nuovo tipo, per cui quelle a camma meccanica fissa senz'altro sono da sconsigliarsi, quelle a "camma elettronica" che variano l'intensità di luce emessa da due lampadine, una dietro il filtro giallo ed una dietro il filtro magenta richiedono oggi l'uso di una tabella, domani complicati calcoli e prove per adattarle alle carte sopravvissute seconda obiezione: può darsi che un maggiore o minor contrasto richieda per quella foto e non per quella successiva un aumento o diminuzione dell'esposizione, perché allora inseguire la chimera del tempo costante? se vuoi usare carta a contrasto variabile il sistema migliore, secondo me, è l'accrocchio porta filtri Ilford che sistemi sotto l'ottica (e tieni puliti i filtri) anche se ho visto professionisti della stampa sventagliare nel cono di luce dell'ingranditore i filtri tenuti semplicemente per un angolo (filtri Agfa e non Ilford, perché più resistenti ai graffi e leggermente più spessi). L'uso del cassettino portafiltri può introdurre vibrazioni della testa, anche se qui basta aspettare un po' che si fermi prima della nuova esposizione (se usi lo splitting, ovvero l'uso di due fitri uno di seguito all'altro) ripeto: se vuoi usare questa carta, perché io l'ho bellamente abbandonata e con quella a contrasto fisso mi trovo molto meglio: agendo sullo sviluppo puoi alzare od abbassare il contrasto, bruciando mascherando e sbiancando puoi rendere la tua stampa più viva di quanto non ti consenta la chimera del mezzo grado delle VC - ma i gusti son gusti per il problema residuo della fonte di luce: la testa a condensatori tendenzialmente offre stampe più contrastate, e richiede allora sviluppi delle pellicole più morbidi, quella a condensatore l'incontrario ed allora cerchi uno sviluppo più contrastato, ma non pensare a variazioni enormi di contrasto per cui i due sistemi si equivalgono la differenza reale è nella capacità per quelli a luce condensata di mascherare polvere e graffi, nell'economicità delle camere di miscelazione (polistirolo per il mio misero Meopta e per il blasonato Leitz V35, gli altri non so) che in un domani puoi ricostruirti tu io che son un po' perfettino, comperai entrambe le teste del Magnifax, quella a condensatori non l'ho mai usata e la tengo di riserva se qualcuno me la compera o se mi si fondesse quella a luce condensata, ma è un acquisto doppio che non ripeterei piuttosto, giusto per complicarti la vita :-)))), perché non pensare ad una bella staffa per bloccare la parte alta della colonna (v. allegato)? sergio
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