[macnv] IlSoftware.it - Apple: non è solamente un problema di antenna

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  • Date: Wed, 14 Jul 2010 19:02:45 +0200

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Apple: non è solamente un problema di antenna

Pesanti ripercussioni per Apple, dopo la bocciatura di iPhone 4 da parte della 
rivista Consumer Reports. 
Cala il titolo a Wall Street, soprattutto sulla scorta di voci sempre più 
insistenti di pressioni su Apple perché si attivi con un richiamo di tutti i 
dispositivi fino a oggi venduti.

E sono proprio le speculazioni su un possibile richiamo che spingono al ribasso 
le quotazioni di Cupertino.
Non è solo un danno di immagine, se pur importante, il riflesso immediato del 
richiamo. Gli analisti si interrogano sui costi effettivi che Apple dovrebbe 
sostenere per portare a termine l'operazione. Costi che inevitabilmente si 
rifletterebbero sui risultati della trimestrale, sugli utili, sulla 
soddisfazione degli investitori. E dunque sulle sorti del titolo. 

Un primo calcolo è stato presentato da Toni Sacconaghi, analista presso 
Bernstein Research, secondo il quale un richiamo totale costerebbe all'azienda 
1,5 miliardi di dollari, vale a dire il 3,5% della liquidità disponibile.
Un po’ troppo, tanto da rendere improbabile questa soluzione. Molto più 
probabile, ed economico, sarebbe dotare ogni dispositivo di una custodia in 
gomma, gratuita, va da sé, che impedisca al dito dell'utente di entrare 
direttamente in contatto con l'antenna integrata nel profilo metallico del 
dispositivo.
E se è pur vero che Apple vende ogni custodia per 29 dollari, secondo 
Sacconaghi il costo dell'operazione non dovrebbe superare il dollaro per 
dispositivo venduto.
Poca cosa, se si considera che sarebbe una risposta immediata alle obiezioni 
sollevate da Consumer Reports.

Nelle considerazioni di Sacconaghi un elemento appare chiaro: per Apple in 
questo momento la maggiore criticità non sta nei problemi riscontrati nel nuovo 
iPhone, quanto nelle modalità con le quali l'azienda ha deciso di rispondere e 
deciderà di rispondere ai rilievi mossi da utenti e analisti.
La consapevolezza che il problema esiste si sta facendo strada nell'opinione 
pubblica e una risposta sbagliata potrebbe rivelarsi un vero e proprio 
boomerang.
Soprattutto perché sotto accusa sta finendo non un prodotto, ma l'intera 
azienda, con le sue reticenze (in particolare quelle sullo stato di salute di 
Steve Jobs), con le sue prese di posizione (contro Flash), con i suoi metodi 
investigativi (in questo caso il riferimento è alla perquisizione 
dell'appartamento del giornalista che trovò il prototipo del nuovo iPhone, 
fatta in sua assenza), con le sue regole stringenti per lo sviluppo di 
applicazioni, con la sua ostinazione a negare l'evidenza del problema.

La preoccupazione è che questo quadro di insieme possa condizionare 
negativamente la percezione dei consumatori nei confronti del brand, minandone 
il successo fino a oggi conquistato.

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