[lit-ideas] Re: Bring on the Clowns

  • From: Jlsperanza@xxxxxxx
  • To: lit-ideas@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sat, 6 Apr 2013 11:31:35 -0400 (EDT)

Re: "Derrida and Grice".
 
O. K.: "I mean,  I consider Derrida a  clown [...]".

In a message dated 4/6/2013 1:05:15 P.M. UTC-02, omarkusto@xxxxxxxxx  
writes:
Perhaps this would be the closest:
"The whiteface clown, or clown  blanc from the original French, is 
seemingly dignified and serious and is the  most ancient type of 
clown.[citation 
needed]"
 
Then there's the Italian (*) 
 
Cfr. L. Horn in "Assertoric Inertia and NPI Licensing", referring to 
 
"the significance of (as the waggish Paul Grice might have put it) the  
distinction 
between P-ing and not P-ing."
 
"wag (n.) 
 
""person fond of making jokes," 1550s, perhaps a shortening of waghalter  
"gallows bird," person destined to swing in a noose or halter, applied  
humorously to mischievous children, from wag (v.) + halter. Or possibly 
directly  
from wag (v.)"
 
 
Cheers,
 
Speranza
 
https://it.wikipedia.org/wiki/Pagliaccio
 
 
"Il pagliaccio (forse derivato da "omino di paglia"), noto anche con  
l'inglese "clown" (derivato dall'islandese "clunni"), è quel personaggio che ha 
 
il compito di divertire gli spettatori, specie negli spettacoli circensi. 
 
È generalmente vestito in modo buffo, ma non mancano esempi di personaggi  
più romantici (ad esempio alcuni pagliacci hanno disegnata una lacrima sul 
viso  e un abbigliamento relativamente più sobrio) o versioni cattive, in 
questo caso  nel cinema o nella letteratura dell'orrore. 
 
Nel linguaggio corrente, il termine può essere riferito anche a un modo  
comportamentale, tipico di una persona poco credibile o avvezza a non prendere 
 sul serio un argomento, sinonimo di buffone, in senso non necessariamente  
negativo, chi ama far divertire il proprio gruppo.
 

Similmente alla maschera del pagliaccio ha[non chiaro], peraltro, una  
posizione artistica di rilievo nel mondo della cultura e, in particolare, del  
teatro: è infatti una delle figure base del circo, tanto da esserne 
praticamente  un emblema.
 
Nella tradizione circense occidentale si possono identificare due figure di 
 pagliacci: il Bianco e l'Augusto (detto in Italia Toni).
 
L'effetto comico di una rappresentazione con pagliacci (che ha dato nome  
alla pagliacciata teatrale) è generato dal contrasto di queste due figure. 
L'uno  (il bianco) autoritario, severo, preciso, in grado di fare (il suo 
costume  tradizionale lo vuole vestito di bianco e col cappello a punta); 
l'altro  (l'augusto) incapace, pasticcione e stralunato (abiti fuori misura e 
scarpe  giganti).
 
Da un punto di vista storico-cronologico il primo esempio noto fu  
introdotto nel 1780 al circo Astley, con l'esibizione del pagliaccio Burt che  
parodiava i cavallerizzi.[1] Ai primi dell'Ottocento, Joseph Grimaldi trasformò 
 
la figura scenica del pagliaccio, convertendola in clown "teatrale" dotato 
anche  di parola.
 
Clemente Filippo Laurent ideò i fantasiosi costumi a pailettes, mentre  
Boswell viene ricordato come il primo pagliaccio acrobata e i fratelli Price  
come i primi clown cantanti. Se ai fratelli Hanlon Lee venne attribuita  
l'introduzione della pantomima acrobatica, con Tom Belling nel 1864 nacque la  
figura della spalla del pagliaccio, ossia " il Bianco ". In Unione Sovietica, 
 nel Novecento, si diffuse il pagliaccio politicizzato e la coppia Oleg 
Popov e  Alessandra Popovna divenne una delle più celebri del loro tempo.[1] 
Una  continuità con la tradizione sovietica è stata mantenuta da Slava 
Polunin, che  però ammette anche l'influenza italiana di Federico Fellini e 
Dario 
Fo.[2]
 
Rovesciandone il ruolo giocoso e ridanciano, il pagliaccio è stato  
associato anche a una figura inquietante, come nel romanzo It di Stephen King,  
da 
cui è stato tratto il film omonimo.
 
Il saggista e romanziere romeno, Norman Manea, in ragione delle  
caratteristiche dispotiche e tiranniche, definisce "clown bianco" il dittatore  
Ceausescu (Clown, dittatore e artista, il Saggiatore, Milano, 2004), a cui  
"oppone" l'augusto, figura tragica e disperata (nella quale Manea in qualche  
modo 
si identifica).
 
Altre tipologie di pagliaccio 
 
Il "tramp" è il pagliaccio di strada, straccione, romantico e un po'  
sognatore. Un epigono di questo genere può essere considerato il personaggio di 
 
Charlot

Il "tolello"
 
Il "nuovo clown" è il clown di cui si occupa Pierre Byland, prima  allievo 
e poi insegnante presso la scuola "Jacques Lecoq" di Parigi. 
 
La "ricerca del proprio clown", il "fiasco" e il "clown clandestino" sono  
solo alcuni degli elementi che caratterizzano la pedagogia di Byland. 
 
Byland fu anche il primo a introdurre il "naso rosso" nella scuola  Lecoq.
 
In Italia, l'OuClouPo "Ouvroir de Clown Potentiel" (Opificio del pagliaccio 
 Potenziale) svolge un lavoro di ricerca che si ispira al nuovo clown di 
Pierre  Byland e alla poetica dell'OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle).
 
 
Del pagliaccio l'arte preferisce spesso una figura più o meno malinconica,  
e a seconda dell'opera viene rappresentato l'uomo nei panni da pagliaccio,  
sebbene non manchino le rappresentazioni della classica maschera divertente 
e  buffa che è nell'immaginario dei bambini. 
 
Una delle pagine che più riassumono la doppia personalità del pagliaccio è  
senza dubbio quella nell'opera Pagliacci, che annovera tra le pagine più  
toccanti l'aria "Vesti la giubba", tra le pagine d'opera più note ed il primo 
 disco a vendere più di un milione di copie, grazie anche 
all'interpretazione di  Enrico Caruso.
 
Note 

1.^ a b Le muse, De Agostini, Novara, 1965, Vol.III, pag.338
2.^  russiaoggi.it
3.^ "Il corpo poetico" J. Lecoq - ed Ubulibri
 
Voci correlate 
Coulrofobia
Circo equestre
Buffone
Clown clandestino
Pagliacci  (opera)
Il pagliaccio Plim Plim, un eroe del cuore
 
Collegamenti esterni 10 migliori clown del mondo
I pagliacci nella  storia del cinema
Preghiera del clown Totò dal film:"Il più comico spettacolo  del mondo"
 
Categorie: Professioni artistiche
Costume
Circo
Infanzia


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