On 29/02/16 00:23, Guido Brugnara wrote:
----- Il 28-feb-16, alle 21:52, Daniele Nicolodi daniele@xxxxxxxxxx ha
scritto:
On 25/02/16 23:40, Guido Brugnara wrote:
----- Il 26-feb-16, alle 5:58, Daniele Nicolodi daniele@xxxxxxxxxx ha
scritto:
On 23/02/16 21:30, Daniele Nicolodi wrote:
Se intendi che questo taglia la testa al toro ai dubbi su se la
trademark policy di Ubuntu renda di fatto la distribuzione non
re-distribuibile [0] (con pratiche conseguenze [1]) e la renda a tutti
gli effetti tale, sono concorde con te.
[0] http://mjg59.dreamwidth.org/39913.html
[1] http://joeyh.name/blog/entry/trademark_nonsense/
Qui quello che Software Freedom Conservancy ha da dire in merito
https://sfconservancy.org/blog/2016/feb/25/zfs-and-linux/
e non sono buone notizie.
Anche in questo caso la questione è tutta nella definizione di "opera
derivata", che dipende dalla giurisdizione.
I sostenitori della GPL (anche io la applico in alcuni casi)
considerano assoluta la viralità della stessa dimendicandosi spesso
che la tutela del copyright dipende dalla norma, che è diversa da
paese a paese; che il concetto stesso di "opera derivata" cambia e
quindi cambia la portata della licenza stessa.
In Europa il link dinamico non comporta che i due artefatti software
costituiscano un'opera derivata, sono due opere separate (ciascuna
con una distinta tutela) delle quali una chiama i servizi dell'altra,
alla stessa stregua di un web service. L'interfaccia (ovvero il
protocollo di interscambio; la API) non è tutelabile da copyright.
Hai una fonte a supporto di questa interpretazione?
Ne abbiamo discusso anche in questa lista più volte anche citando
documentazione della comunità europea:
https://joinup.ec.europa.eu/software/page/eupl/eupl-compatible-open-source-licences#section-3
Il caso in oggetto non l'ho ben capito perché il citato articolo non
chiarisce l'apetto tecnico della presunta violazione e pertanto non
possiamo entrare nel merito. Magari qualcuno di voi può chiarire in
cosa consiste in dettaglio.
Credo che questo articolo spieghi bene l'aspetto tecnico:
http://softwarefreedom.org/resources/2016/linux-kernel-cddl.html
Se ho ben compreso ZFS utilizza le LKM API (Kernel Loadable Modules
Application Programmin Interface).
ZFS utilizza quindi una interfaccia per cooperare con il Kernel.
Il kernel è tutelato dalla licenza GPL, ed è un'opera intellettuale
autonoma. ZFS è altrettanto un'opera autonoma con una propria licenza
che per interoperare con il kernel utilizza le LKM API.
Perché mai dovrei considerarla una violazione della GPL?
Quel che posso dire è che l'articolo auspica l'applicazione del
copyright USA in tutto il mondo e questo sì che sarebbe per noi
europei una iattura.
Non capisco da dove venga questa interpretazione.
Quando si discute di violazioni di licenze gli articoli tendono
sempre ad interpretare la questione solo applicando la normativa USA,
quindi alterando la percezione del problema ad un pubblico mondiale
che ha ben altri diritti e doveri.
Anche fosse, Ubuntu è proprietà di Canonical che è un azienda registrata
in UK, e Software Freedom Conservancy è un organizzazione registrata
negli Stati Uniti, quindi non mi stupisce un focus sulla normativa di
stampo anglosassone.
Ok, quando si discute di un articolo che pone dubbi sui diritti
andrebbe sempre individuata la giurisdizione. Mi sta bene che la SFC
protesti per i propri concittadini, ma che ne faccia un problema
internazionale non lo trovo affatto corretto.
Se in Europa siamo convinti che la legislazione USA sia migliore
possiamo sempre adottarla, ma fino ad allora ...
