[Linuxtrent] Re: seminario su business e software libero: Funambol

  • From: Guido Brugnara <gdo@xxxxxxxxx>
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 09 Feb 2007 06:44:59 +0100

Vincenzo D'Andrea ha scritto:
Grazie Emanuele per il bel resoconto - peccato davvero che un
intervento così ricco di spunti di interesse sia stato seguito da sole
6 (sei) persone ...
E c'era perfino un articolo sull'Adige ... thanks Mario.

On 2/8/07, Guido Brugnara <gdo@xxxxxxxxx> wrote:
> Altra bella notizia: funabol e' un'azienda italiana che ha aperto nella
> silicon valley pero' produce il proprio codice in Italia (a Pavia).
>
Tanto per capire, da quel che vedo Funambol in Silicon Valley è una
ditta americana; non italiana! Delle origini italiane sul sito non
trovate traccia.

La funambol Srl di Pavia è una ditta italiana e la si trova annotata nel
registro delle imprese (http://www.infocamere.it)

si - la ditta di Pavia è italiana, ed ha un socio unico che è la ditta
americana.
In ogni caso leggerei l'aggettivo "italiana" usato da Emanuele in
termini di ideazione, conduzione, guida, piuttosto che di
localizzazione.

Dicci poco; semmai si doveva scrivere "Altra bella notizia: funabol e' un'azienda americana che ha aperto nella silicon valley pero' produce il proprio codice in Italia (a Pavia). "

Permetterai di dirmi che qui non c'è da elogiare o condannare nessuno; semplicemente un bravo imprenditore italiano è andato a fare affari negli states perchè lì ha trovato le condizioni necessarie al suo business.
Non c'è nulla di male in questo.


Il perchè lo si trova nell'articolo che ho sopra annotato. E' il sistema
Italia che non premia le iniziative come questa e gli italiani si
attrezzano di conseguenza cercando investitori all'estero che fondano
però all'estero le società che finanziano.

Come ha spiegato Capobianco, il problema è nella difficoltà di trovare
capitali e propensione all'investimento "a rischio" in Italia. Poi su
molti altri aspetti meglio in Italia...

Un indizio in più alla mia tesi che l'azienda italiana sia solo un
contenitore di manodopera, come dici tu, a buon prezzo ;-)

No - se questo fosse il punto, andrebbero dove la manodopera costa
comunque meno - è anche una questione di qualità, di contesto etc (il
discorso di Capobianco è stato piuttosto articolato).

Ogni investitore fa sempre il "conto della serva": benefici - costi e valuta quel che "vanza en scarsela". Non sempre il costo a preventivo viene rispettato, ma quando gli va bene ... La sede in Italia quindi è una controllata della società americana e quindi gli utili, se ce ne sono, finiscono comunque nel bilancio della ditta estera.

A me premeva solo di far capire al lettore che il bel racconto non era una bella favola italiana. Non ci sono però lupi cattivi anche se la favola e americana; non sono antiamericano ma semplicemente guardo con affetto la patria che dopotutto mi ha permesso di studiare anche se la mia famiglia non poteva permetterselo (confrontate i costi per studiare a carico dello studente dei due Paesi ...) e che se mi viene il mal di pancia non devo vendermi la casa.

Mi sento cittadino trentino e quindi italiano e tanto più europeo. L'esodo verso l'estero di risorse italiane non giova al sistema italia; quel sistema che messo com'è non trova le risorse nemmeno per finanziare la ricerca (Valutate il rapporto Finanziamenti/PIL). Eppure buona parte di coloro che oggi stanno sviluppando quel bel sistema hanno studiato in Italia con le risorse del loro Paese.

Ecco perchè sono così sensibile nel mettere i puntini sulle i quando mi si espone come una bella favola degli esempi che per il singolo personaggio sono zenz'altro positivi ma per il sistema Paese proprio positivi, forse, non lo sono ;-)

bye
Guido



ciao
v.

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