2013/12/27 Lele Gaifax <lele@xxxxxxxxxxxxxxx> > > Nessun paese al mondo, *nessuno*, ha ad oggi formulato una soluzione > ragionevole al suo problema più consistente, cioè le scorie (non solo > derivanti dalla produzione di energia, ma da tutta la catena, > dall'estrazione/preparazione del materiale fissile, alla decommissione > degli impianti). E se l'incidente di Chernobyl induce al facile sarcasmo > sulla tecnologia russa, più difficile dovrebbe essere il sottovalutare > le implicazioni del più recente e per certi versi tragico "incidente" > giapponese... a tutt'oggi lungi dall'essere risolto, o quanto meno sotto > controllo (presuppongo che ci sia un "anti-battage mediatico" che aiuta > a rimuovere il problema dalla coscienza collettiva...) > > I due incidenti sono cose molto diverse e vado a spiegare perchè puntualizzo. A Chernobyl non fu un problema tecnologico. Si fece un test di sicurezza spingendo di proposito i reattori in una situazione di crisi. L'incidente fu provocato per verificare i sistemi di sicurezza. Diverso è quello di Fukushima Daichi. Questo incidente sarà ricordato nella storia come il punto di svolta. Fino al terribile e tragico incidente in Giappone, tutta la comunità scientifica confidava sull'intrinseca sicurezza delle centrali, in quanto non erano mai accaduti incidenti dettati da errori di progettazione delle centrali. Fukushima è il primo caso ed ha fatto si che gran parte della comunità internazionale rivalutasse la reale sicurezza degli impianti nucleari. Poi c'è la realtà. Non voglio entrare nel dibattito sul nucleare, ma riporto che negli ultimi mesi ho letto molto materiale che si riferisce alla volontà di ritornare comunque a costruire centrali a fissione. La stessa Germania sta tornando sui propri passi e pare non smantellerà più tutte le centrali ma solo quelle più vecchie. Negli Usa, vogliono costruire nuovi impianti, anche se meno di quelli programmati prima del 2011, più per ragioni economiche legate alla crisi che all'anti nuclearismo. Anche in Italia sto leggendo articoli pro nucleare. L'ultimo si giustificia dicendo che è l'unico sistema che abbiamo oggi per abbattere i gas serra. La mia idea è che il dibattito italiano sul nucleare sia in realtà un dibattito pilotato. Dobbiamo ricordarci che non importiamo soltanto petrolio e gas, ma anche energia elettrica da Francia e Svizzera. E che questa energia elettrica è prodotta in gran parte con centrali nucleari, che casualmente sono molto vicine ai nostri confini. Credo che il problema sia realizzare un piano energetico nazionale per i prossimi 50 anni, e non tanto decidere se il nucleare va bene o meno. A me non va bene che riempiano la Calabria e la Puglia di turbine eoliche per portare energia elettrica al Nord. Io penso che le centrali, di qualunque natura si decida di costruirle, devono essere più vicine possibili alle zone di sfruttamento. Che le regioni devono avere la maggiore atonomia energetica possibile. Credo che su questo genere di argomentazioni, tutti possano ragionare e comprendere l'utilità e la dannosità di una scelta. -- Mario