Begin forwarded message: Date: Mon, 03 Mar 2003 19:14:40 +0100 From: Francesco Potorti` <pot@xxxxxxxxxxxxxxxxx> To: Discussioni sul software libero <discussioni@xxxxxxxxxxxxxxxxx> Subject: [Discussioni] articolo di Pietro Folena su EUCD Questo articolo è stato pubblicato oggi sull'Unità. ----------- 2010, i prigionieri del libro a tempo di Pietro Folena L'Unità, 3/3/2003 Carlo e Francesca sono fidanzati. Carlo è un po' distratto, e non si è accorto che oggi è il 14 febbraio, giorno di San Valentino (siamo nell'anno 2010). Sullo schermo del suo computer, un formidabile Sextium a 100 gigahertz su cui gira il sistema Doors 2010, compare improvvisamente un avviso: "Attenzione, oggi è San Valentino, ricordati di fare un regalo a Francesca". Questa nuova versione di Doors (prodotta dalla nota casa americana Microhard), prima di installarsi sul PC di Carlo, gli aveva chiesto una immensa mole di dati personali, di hobby e di passioni, non solo sue, ma anche dei suoi amici e familiari. "E' una comodità" - spiegava l' help in linea del software- "potrai personalizzare il tuo computer e fargli ricordare appuntamenti ed eventi al posto tuo". Carlo in realtà pensava che fosse una violazione della privacy sua e dei suoi conoscenti, ma il software non ne voleva sapere di installarsi in mancanza di quei dati. All'apparire del messaggio Carlo entra nel panico. "Accidenti" - pensa - "a quest'ora tutti i negozi sono chiusi, cosa posso fare?". Ma è sempre il suo fedele PC a dargli una mano: "Se vuoi regalarle un libro, ricordati che preferisce quelli di Giovanni Barocco. Puoi acquistarne uno clickando su questo link". "Caspita, vediamo cosa c'è nel catalogo". Carlo scorre le pagine del sito della nota libreria on line "Incas.com" e finalmente trova l'ultima fatica di Barocco. "Ma non arriverà mai in tempo, ci vorranno diversi giorni per la spedizione". Carlo si accorge però che il libro è disponibile anche in versione elettronica, come e-book. Decide quindi di scaricarlo: non ha bisogno di inserire i suoi dati e quelli della sua carta di credito, ci pensa Doors 2010 ad inviare al sito della libreria tutte le sue informazioni personali. L'e-book si scarica sul suo PC in un baleno (ha una connessione XDSL molto veloce) e Carlo decide di riversarlo sul un CD tramite il suo potente masterizzatore, che impiega meno di un secondo per eseguire il compito. Prova l'e-book, che funziona perfettamente, quindi Carlo stampa (a colori e con una immagine olografica) una copertina per il suo CD che riproduce la copertina del libro. Insomma, un bel regalo, confezionato in pochi secondi e che sembra del tutto identico alla versione che si vende nella software-teca aperta da poco in centro. Alle dieci di sera di quello stesso giorno, Carlo incontra Francesca e le regala il CD-Libro, per il quale Francesca lo ringrazia con un bacio appassionato. Il giorno dopo però Francesca lo chiama, piuttosto adirata, facendogli notare che quell'aggeggio non vuol saperne di funzionare sul suo computer. Al posto del libro di Barocco, infatti, compare un messaggio strano: "Questo libro elettronico è stato concesso in licenza fino al 14 ottobre 2010 al sig. Carlo Berti e non può essere utilizzato da altri utenti. Si prega di contattare il proprietario dei diritti per ulteriori informazioni". Questo è quello che potrà accadere a ciascuno di noi se il governo varerà, senza alcuna modifica, il recepimento della direttiva europea sul diritto d' autore 2001/29/CE, famigliarmente nota come EUCD. La direttiva infatti, tra le diverse disposizioni, introduce quella di messa a disposizione di opere (di qualsiasi genere: libri, musica, film, software, ecc.) limitatamente nel tempo e nello spazio, producendo potenzialmente gli effetti subiti dal povero Carlo e dalla sua sfortunata fidanzata. Ma c'è di più: la direttiva legittima il progetto denominato "trusted computing", sviluppato da alcune grandi case di software e di produzione di contenuti, che permetterà di dotare ogni software, ogni contenuto multimediale, ogni documento e persino le e-mail di una chiave che permetta solo al "legittimo" destinatario di utilizzare il contenuto in questione, e per un dato tempo. Pensate a questo: siete il ragioniere di una azienda e il vostro capo vi spedisce una e-mail in cui vi ordina di falsificare il bilancio. Voi non volete ubbidire, anzi, pensate di denunciarlo (ok, il falso in bilancio non è più reato, ma questo adesso non c'entra) e quindi inviate l'e-mail alla polizia che però non riesce ad aprirla (non è indirizzata al commissario, ma a voi!). La polizia quindi viene da voi, ma sul vostro PC il messaggio del capo è sparito. Più in generale, il tentativo di assegnare l'esclusività del controllo dei contenuti ai titolari dei diritti (di copia, di diffusione, ecc.) rischia di diventare un muro invalicabile per chi invece, in modo pienamente legittimo, intenda diffondere i saperi. Ad esempio, la brevettabilità del software, anch'essa caldeggiata dalle grandi compagnie, impedirà a chiunque di utilizzare una procedura inventata da altri per realizzare un proprio programma. E' come se si brevettasse una formula matematica. Oppure, per andare più sul materiale, è come se Henry Ford avesse impedito ai concorrenti di usare la catena di montaggio nelle loro aziende: evidentemente sarebbe diventato il monopolista mondiale dell'automobile. Insomma, la libertà di diffondere nuovi saperi, nuove scoperte, contenuti innovativi, deve essere considerato un diritto che bilanci quello degli autori e dei produttori. In mancanza ognuno di noi sarà meno libero e vi sarà in concreto pericolo di bloccare il progresso culturale, scientifico e tecnologico. Si tratta di problemi nuovi, che si pongono con forza in quest'era segnata dal dominio delle tecnologie. Tecnologie che in sé contengono un elemento di liberazione, che permettono di comunicare da un lato all'altro del globo, in pochi secondi, contenuti di ogni tipo. Ma che permettono anche di bloccare questa migrazione di saperi, di controllare i singoli cittadini e quello che scrivono, leggono, vedono sui loro computer. La sinistra ha il compito di difendere il diritto alla libera circolazione delle conoscenze, senza per questo negare i diritti degli autori. Una sinistra che si facesse interprete di una sola parte, quella dei titolari del copyright, lasciando che questi possano estendere il loro controllo oltre quello che è legittimamente necessario alla tutela delle loro prerogative, non sarebbe una sinistra che interpreta il suo ruolo di forza progressiva. La battaglia per la libertà di conoscere e di trasmettere il sapere è un elemento fondante per il socialismo dei nostri tempi. Nell'800 socialismo significava dare la terra ai contadini, le officine e i cantieri alle cooperative di operai. Oggi significa dare a tutti e a ciascuno la possibilità di acquisire i mezzi per accrescere il proprio bagaglio culturale, per riempire la cassetta degli attrezzi con cui poter lavorare, studiare, produrre contenuti e innovazione. Purtroppo questa capacità della sinistra appare appannata. Il tema del "diritto del fruitore" - non in antitesi ma come contrappeso al diritto d' autore e ai diritti connessi - non è presente come dovrebbe nella nostra agenda politica. L'atteggiamento del gruppo DS in Commissione Cultura della Camera rispetto alla direttiva EUCD, che non ci ha visti partecipi di una battaglia per modificarne almeno quelle disposizioni più contestate, ne è un sintomo che deve portarci ad approfondire la riflessione su questi temi. I DS, l'Ulivo, devono fare propria la battaglia per il software libero, per il sapere libero, per la società libera di sapere e di apprendere. (l'autore è deputato dei DS) _______________________________________________ Discussioni mailing list Discussioni@xxxxxxxxxxxxxxxxx http://lists.softwarelibero.it/mailman/listinfo/discussioni Totale iscritti: 201 -- echo bash: echo: command not found - Lorenzo Petrone . /\ ° Real Name: Lorenzo Petrone <* > WEB!!! http://lano.webhop.net \/ ·