Ciao a tutti, vi ricordiamo il PRESIDIO AL CONSIGLIO DI FACOLTA' DI DOMANI 30 GIUGNO, ORE 14, CHIMICA (via Pietro Giuria 7). L'assemblea di Scienze ha ritenuto opportuno continuare a presidiare il cdf e richiedere nella giornata di domani il rinvio a settembre dell'approvazione del manifesto degli studi. Fino ad adesso abbiamo ottenuto solo piccole vittorie, mentre i docenti non si assumono nessuna responsabilità nei confronti della protesta dei ricercatori e dei carichi didattici/manifesto degli studi. Visto il puntuale resoconto di Marco sull'inaccettabile comportamento di un senato accademico e di un rettore nei confronti degli studenti, dei rappresentanti e soprattutto dei ricercatori, si rende ancora più necessario prendere una posizione chiara e definitiva sia sul prossimo anno accademico ma anche sull'accaduto di oggi. Cerchiamo di essere puntuali alle 14, anche per discutere ulteriori richieste da portare in cdf (leggi richiesta di dimissioni del preside o dei presidenti di ccl). A DOMANI!!! SPAMMATE E DIFFONDETE!!! _______________________________________________________________________________________________________________________________ Scienziati e Rettore, indirizzo la mail anche al Magnifico, scoprirete in breve il perché. Oggi in Senato Accademico è accaduto qualcosa che non ritenevo possibile. Vi prego perciò di leggere questo resoconto. Come detto all'ultimo collettivo, era all'ordine del giorno l'approvazione di un "piano organico" ( = assunzioni di personale e passaggi di carriera previsti di qui al 2020) che per un milione di buone ragioni è pura e semplice fantasia. Per chi non ne sapesse nulla, lo allego, ma riservo ad altre occasioni un commento dettagliato su di esso. Studenti e ricercatori hanno organizzato un presidio per due ragioni: 1) contestare il piano organico, e chiedere che un documento di questa importanza venisse discusso con il coinvolgimento di studenti e ricercatori (che su questo punto non sono mai stati interpellati). Contestare la volontà del rettore di approvare un documento dei sogni per sgonfiare una protesta reale contro una riforma e una serie di tagli altrettanto reali. 2) chiedere la messa in votazione di una mozione che, in analogia a quanto già fatto a Pavia, sospendesse l'approvazione della programmazione didattica per il prossimo anno. All'inizio della seduta, su proposta di noi senatori accademici dei collettivi, il rettore accetta che una delegazione del presidio parli in Senato, ma pretende che sia Ferretti a parlare. Per chi non lo sapesse, Alessandro Ferretti (che ci legge in copia) è uno dei rappresentanti torinesi dei ricercatori nella rete nazionale che sta portando avanti la protesta contro la riforma e i tagli, nonché una delle persone più limpide e coerenti che il movimento dall'Onda in poi abbia avuto. I presidianti entrano nella sala, ma il rettore pretende ancora che restino solo Ferretti e un paio di testimoni, oltre ai senatori accademici. Ferretti fa un intervento assolutamente leale e corretto, in cui espone le ragioni del presidio. Il rettore, che rappresenta la più alta carica dell'università in un'occasione ufficiale come un senato accademico, risponde in questo modo: 1- chiede a Ferretti in che anno sia entrato in ruolo, per poi fargli notare che dunque è entrato in ruolo grazie al piano organico precedente. 2- cita un articolo apparso su un giornale locale in cui si invitano gli studenti a iscriversi al corso di laurea in scienze della formazione. Un normale articolo di orientamento, anche se il rettore non ha accennato a leggerlo. In calce compare anche la firma di Ferretti, che però smentisce di averla apposta: evidentemente, facendo parte della commissione orientamento per Scienze dei Materiali, è stata messa anche la sua firma senza che lui ne fosse adeguatamente informato. Il rettore lo accusa perciò di fare orientamento per il proprio corso di laurea (nel quale l'anno prossimo non farà didattica come segno di protesta, giova ricordarlo), pur avendo proposto al Senato di non far partire l'Anno Accademico. 3- cita una mail inviata a una lista privata di precari, in cui Ferretti convoca il presidio di oggi invitando la gente a partecipare per affossare un piano organico fasullo che irresponsabilmente il senato si appresta ad approvare. Non si capisce come la mail sia finita nelle mani del rettore, e peraltro questi si rifiuta di leggerla o di mostrare a Ferretti la copia che aveva sotto mano, evidentemente per non tradire la sua fonte. Ferretti deve cercare su pc la mail e leggerla lui al senato. Nella mail non appare comunque traccia di alcuna offesa nei confronti di nessuno, al contrario di quanto afferma il rettore. Insomma, il Magnifico rettore si è informato sul conto di uno dei rappresentanti del movimento, lo ha fatto entrare in senato e ha usato informazioni private o fasulle per intimidirlo e attaccarlo personalmente, quando il suo interlocutore si è sempre proposto come portavoce leale di istanze condivise da moltissime persone. Questo comportamento può variamente essere definito come fascista o mafioso, ma è senz'altro indegno di un'istituzione come l'Università di Torino, che ne risulta irrimediabilmente screditata. Personalmente, sono uscito dal Senato dopo aver dichiarato che dopo un episodio del genere esso non avrebbe neppure dovuto svolgersi. Capite ora perché io indirizzi la mail anche al rettore: poiché gode di buoni informatori nelle liste di studenti e precari, forse leggerà anche questa mail, dunque mi sembra corretto salutarlo. Il rettore, con buona strategia, ha poi messo in approvazione la mozione alla fine del Senato, in modo da poter garantire che questo non sarebbe stato interrotto durante l'approvazione del piano organico. Il presidio ha interrotto il senato prima che si votasse sulla mozione. In tutta risposta, il rettore ha convocato il successivo Consiglio d'Amministrazione nel suo ufficio, in cui si è letteralmente barricato lasciando la Digos a fare la guardia, e impedendo ai nostri rappresentanti in CDA di uscire, per un certo periodo. Io credo che di fronte a un colpo di mano di questo tipo, il Consiglio di Facoltà di domani non possa restare in silenzio. Credo che gli studenti di Scienze non possano restare in silenzio. Credo che il Consiglio di Facoltà debba censurare il comportamento del rettore, difendere un suo membro, rifiutarsi di adeguarsi alle disposizioni di un Senato Accademico completamente privo non solo di legittimità, ma della minima correttezza e deontologia istituzionale. Credo che non si debba in alcun caso consentire che il piano di questo rettore, disposto ai comportamenti più deplorevoli pur di ottenere i suoi scopi, possa essere coronato da successo. Se siete sensibili al futuro dell'università pubblica, al futuro e alla credibilità di questa università, ai presupposti minimi della convivenza democratica, venite domani alle 14 a presidiare il Consiglio di Facoltà, a Chimica. Non lasciamo che l'arroganza prevalga. Marco. Un mondo di personalizzazioni per Messenger, PC e cellulare, scaricale gratis! _________________________________________________________________ Taglia i costi. 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