[Linuxtrent] [asurian@unimondo.org] [Cris-italia] WSIS, i delegati erano spiati!

  • From: Lele Gaifax <lele@xxxxxxxxxxxxxxxxxxx>
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  • Date: 17 Dec 2003 13:29:18 +0100

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  • Date: Tue, 16 Dec 2003 08:47:17 +0100
http://punto-informatico.it/p.asp?i=46310

Si parlava di comunicazione digitale, di sicurezza e riservatezze dei dati, di
libera circolazione dei saperi e di avvento di internet a Ginevra la scorsa
settimana e chi ne parlava non sapeva di essere tracciato. Gli spostamenti di
migliaia di persone al World Summit on the Information Society (WSIS) sono
stati seguiti da un occhio, anzi un chip, invisibile

Ad accusare gli organizzatori svizzeri del WSIS di aver fatto ricorso a chip su
radiofrequenza RFID senza neppure dirlo ai delegati sono tre ricercatori che
alla fine del meeting internazionale hanno rilasciato un rapporto di denuncia
sull'accaduto ripreso, tra gli altri, anche dal Washington Post.

Alberto Escudero-Pascual dell'Istituto reale di Tecnologia di Stoccolma,
Stephane Koch, presidente della Internet Society di Ginevra e George Danezis,
ricercatore di Cambridge sono tre personaggi super partes che non hanno affatto
gradito la sorpresina preparata dal WSIS ai delegati. E hanno dimostrato che
all'interno dei badge che venivano rilasciati per l'accesso alle aree del WSIS
erano piazzati dei chip a radio-frequenza capaci, stando al rapporto, a seguire
gli spostamenti dei singoli intervenuti nelle diverse aree della conferenza.

I chip RFID, dunque, sono stati piazzati non solo nei badge di giornalisti,
segretari e attendenti vari ma anche in quelli di una 50ina di primi ministri,
rappresentanti governativi e funzionari di alto livello, compresi anche molti
rappresentanti italiani. A nessuno di loro, però, è stato detto alcunché sulla
presenza degli RFID e lo stesso WSIS, hanno spiegato i tre ricercatori, non si
è dotato di una policy sulla privacy pubblica né ha saputo spiegare questa
particolarissima scelta. Basti pensare che anche in Svizzera, come fin qui in
Europa, l'adozione degli RFID viene valutata con molta attenzione nel timore
che la loro introduzione nei prodotti di largo consumo possa tradursi in una
violazione amplissima della privacy delle persone.

"Nel corso delle nostre indagini - ha spiegato Escudero-Pascual - siamo riusciti
a registrarci per il Summit ed ottenere un pass ufficiale semplicemente
mostrando una carta di identità fasulla e accettando di essere fotografati da
una webcam, non abbiamo dovuto fornire altri documenti o numeri di
registrazione per ottenere il pass". Secondo i tre ricercatori, i chip RFID
potevano essere letti da qualsiasi cosa, come "i distributori automatici
all'ingresso di una specifica sala riunioni, in modo da consentire
l'identificazione dei partecipanti o di gruppi di partecipanti".

Il timore espresso nel rapporto è che le informazioni raccolte con gli RFID
vengano poi utilizzate in ambito pubblico soprattutto in vista del secondo
round del WSIS previsto a Tunisi per il 2005. "Abbiamo chiesto - hanno spiegato
i tre - quale sarebbe stato l'uso dei dati da loro raccolti ma il personale
addetto, ovviamente, non ne sapeva nulla". Secondo i tre scienziati il WSIS ha
violato una serie di norme sulla riservatezza, in particolare la Legge sulla
protezione dei dati personali approvata in Svizzera nel 1992, la Direttiva
europea sulla privacy nonché le linee guida ONU sull'uso dei file personali del
1990.

"Il problema maggiore - hanno spiegato i tre ai reporter - è che questo sistema
non offre adeguata sicurezza ma consente invece la sorveglianza costante dei
rappresentanti della Società Civile, molti dei quali criticano certi regimi e
certi governi. La condivisione di dati con una terza parte potrebbe mettere
tutti loro a rischio e questa possibilità è ora concreta nell'ambito del WSIS
se si considera l'impatto che potrebbe avere la condivisione dei dati con il
governo tunisino che nel 2005 dovrà organizzare l'evento".

A non avere addosso il chip, paradossalmente, erano invece gli hacktivist che
sono entrati al WSIS con badge fasulli per dimostrare l'inefficienza
dell'apparato di sicurezza dell'evento.





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