[Linuxtrent] Re: Collaborazionismo [Was: OT: windows 2003 server a 64bit]

  • From: ant9000@xxxxxxxxxx
  • To: linuxtrent@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Fri, 28 Jul 2006 11:42:09 +0200

Quoting Mario <alexmario@xxxxxxx>:

> mi spiace ma non è un dogma è un fatto provato, tanto che Stallman lo
> spiega pure in tanti articoli in maniera spaventosamente chiara.
>

Lo spiega indubbiamente, ma in modo "chiaramente dogmatico". Ho letto molto di
RMS (fino alla nausea e oltre) e sono in grado di intendere e di volere: però,
mannaggia alla mia testa che vuole sempre usare i suoi neuroni interni e
non quelli a prestito, non sono affatto convinto del suo ragionamento.

Quoting Lele Gaifax <lele@xxxxxxxxxxxxxxxxxxx>:

> Altre licenze, meno restrittive, sono solo apparentemente equivalenti
> nel garantirla, ma è dimostrabilissimo che così non è, e che per poter
> garantire delle cose a tutti bisogna necessariamente passare per dei
> paletti: il classico "la tua libertà finisce dove inizia la mia".
>

Su questo concordo pienamente, ma appena scendi nel concreto non ti seguo più.

Provo a fare un esempio reale, così forse riesco a spiegare ad entrambi cosa
intendo.

Io faccio il programmatore, un mio cliente mi chiede di realizzare per lui
un qualche tipo di software: io metto il lavoro, lui i soldi.

Dal mio personalissimo punto di vista, è etico che io gli dia tutto il
lavoro: oltre al risultato finale, anche i sorgenti e la documentazione per
farli funzionare... questo perché per me il cliente ha il diritto di poter
scegliere se continuare a lavorare con me o se in futuro vuole andare avanti
con qualcun altro.

[ Ribadisco che questo vale _per_me_, non in assoluto; sono in molti a
ritenere che questo non sia affatto un diritto dovuto, e che se il cliente
vuole avere questa libertà aggiuntiva, è giusto che paghi dell'altro - io non
ho certo la pretesa di ritenere _immorale_ questa posizione. ]

Siccome è lui che paga, ha diritto di scegliere cosa fare del software -
tenerselo, renderlo pubblico, buttarlo via... può farci quello che gli
pare.

Siamo d'accordo tutti che se il software ha un interesse (anche solo
potenziale) per la comunità, _sarebbe_ una cosa buona e giusta condividerlo:
non solo, io sono sensibilissimo al tema e non mancherò certamente di far
conoscere questa possibilità al cliente, spiegandogli i possibili vantaggi.

Però, siccome la comunità non ci ha finora messo un bel niente, non può
accampare _diritti_ di nessun tipo. Il cliente che decide di rendere GPL un
software che ha pagato di tasca propria è un benefattore, ma quello che decide
di tenerselo non compie certo un'azione immorale.

Il ragionamento di Stallman è che siccome il mio cliente non ha niente da
perdere e la comunità certamente guadagna dalla condivisione, allora se non lo
regala sta di fatto derubando la comunità di qualcosa. Questo è un discorso
condivisibile, ma solo quando è vera la premessa.

Infatti, non è affatto ovvio che a condividere delle idee non ci si possa
perdere: è solo ed esclusivamente il cliente ad avere il diritto di valutare
per conto proprio se il mettere uno suo strumento di lavoro sotto GPL possa o
meno danneggiarlo.

Esistono casi concreti in cui questo potrebbe essere vero: per esempio, il
rendere pubblico uno strumento che migliora il lavoro nel suo settore lo
danneggia senz'altro nei confronti dei suoi concorrenti, che ottengono lo
stesso strumento ma, contrariamente a lui, non lo hanno pagato.

Questa valutazione occorre farla caso per caso: nel mondo reale non esistono
solo il bianco e il nero.

Ant9000



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