On Sat, Nov 12, 2011 at 06:56:41PM +0100, Antonio Galea wrote: > 2011/11/12 matteo ruffoni <mattruffoni@xxxxxxxxx>: > > > > > > Personalmente non mi sembra così facile derogare > > Anche a me pare che l'articolo 10 sia impostato in modo > piuttosto lasco: consente deroghe fin troppo generiche, > e mette sullo stesso piano il software libero con i dati ed > i formati aperti. > > Se non ci fossero standard aperti possibili per lo scambio > di dati (peraltro, non conosco _nessun_ settore in cui questo > sia vero - gli standard sono aperti per definizione!), la PA > avrebbe il DOVERE di sceglierli o implementarli e quindi di > imporli. A mio avviso anche se dovesse costare di più, ed > in alcuni casi è probabile che sarà vero, l'adozione di formati > dati aperta dovrebbe diventare assolutamente inderogabile: > altrimenti l'accesso a tali dati sarà di fatto impossibile da > qui a pochi anni. > > Trovo invece che sia ragionevole usare software proprietario > nelle amministrazioni qualora faccia le cose meglio degli > equivalenti FLOSS (qui alcuni casi esistono), a patto però > che consenta dei risparmi sostanziali sul lungo periodo. > > A questo riguardo, vorrei far notare che è difficile definire > se una scelta sia antieconomica o meno, senza dichiarare > l'orizzonte temporale a cui si guarda: credo che sia una > vistosa mancanza in questo testo. Prevedere di fare conti > su un arco temporale di almeno 5 anni metterebbe in buona > evidenza quanto sia palesemente antieconomico molto del > software proprietario che è attualmente in circolazione. > > Infine, vorrei commentare l'articolo 6 sull'istruzione, che > introduce di fatto la possibilità di usare le stesse deroghe > dell'articolo 10 anche per le finalità didattiche: trovo che sia > profondamente contraddittorio con lo spirito della proposta. > > In un'aula non ci si deve porre il problema dell'efficienza sul > lavoro, ma dell'efficacia formativa: in questo senso, se si > volessero prevedere delle deroghe, non si dovrebbe appellarsi > alle stesse valutazioni che vengono fatte in campo professionale. > > Se lo scopo è di fare "formazione digitale", non ci sono > risparmi che tengano - le scuole devono essere spinte > (non "incoraggiate") ad usare ovunque strumenti aperti, > in modo che gli studenti possano studiarne sia le funzionalità > che il modo in cui sono implementate. E, magari, partecipare > alla segnalazione di problemi e a tutta la vita "sociale" del > software aperto, che a mio avviso costituiscono la motivazione > formativa più rilevante. > > Antonio Bravo Antonio, sei stato molto chiaro e puntuale e hai espresso bene ciò che penso anche io ma non sarei stato altrettanto bravo a scriverlo. Proporrei di partire da questa nota per le discussioni. -- Marco Ciampa +--------------------+ | Linux User #78271 | | FSFE fellow #364 | +--------------------+ -- Per iscriversi (o disiscriversi), basta spedire un messaggio con OGGETTO "subscribe" (o "unsubscribe") a mailto:linuxtrent-request@xxxxxxxxxxxxx