Fw: [Diritto] traditi anche da topolino!!!

  • From: Lo'oRiS il Kabukimono <_lano_@xxxxxxxxx>
  • To: Lano666 <lano666@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sat, 18 Jan 2003 16:03:33 +0100

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Date: Fri, 17 Jan 2003 13:04:24 +0100
From: "alearn@xxxxxxxxx" <alearn@xxxxxxxxx>
To: "diritto" <diritto@xxxxxxxxxxxxxxxxx>
Subject: [Diritto] traditi anche da topolino!!!


Tanto per cambiare........non ho parole



vi posto questo significativo articolo di Riccardo Romani  (corriere della
sera del 17/1/03) e poi consiglio la correlata lettura dell'articolo sito
al http://www.law.com/regionals/ca/opinions/stories/edt0313_schultz.shtml


La Corte suprema Usa «allunga» l_esclusiva di venti anni. Protetti anche
libri e film storici


Topolino resta alla Disney, prorogato il diritto d_autore


NEW YORK - Una decisione che è destinata a far discutere, una sentenza cui
sono legati interessi per miliardi di dollari: l_ha presa la Corte Suprema
degli Stati Uniti e consiste nel garantire un_estensione di vent_anni alla
protezione governativa sui diritti d_autore. Ovvero la legge sul copyright.
Si tratta di una manna per i giganti dell_intrattenimento, come a esempio
la Walt Disney Corporate, che prima dell_udienza presso la Corte a
Washington vedeva in pericolo centinaia di film, canzoni e libri di cui
detiene i diritti. I nove giudici hanno deliberato con sette voti a favore
e due contrari. 
Il problema si era già posto cinque anni fa, quando migliaia di titoli
rischiarono di diventare di pubblico dominio per la scadenza dei termini
previsti dalla legge (film come «Via col vento» e «Casablanca», oppure i
cartoni di Topolino, tutti prodotti degli anni Venti, Trenta e Quaranta).
In quel caso era stato Sonny Bono, ex marito della cantante Cher (oltre che
cantautore a sua volta) e senatore repubblicano in California, a promuovere
l_estensione di 20 anni, guadagnando una vittoria parziale. Lì era iniziato
l_iter legale che ha portato a questo verdetto definitivo. Erik S. Jaffe,
avvocato che presentava il caso di annullamento di tale estensione, ha
commentato laconicamente: «Questa è una vittoria per pochi e una grande
sconfitta per il resto della gente. Coloro che dovranno sborsare anche
parecchi soldi per usufruire di qualcosa che altrimenti sarebbe diventato
disponibile a una cifra ragionevole». 
L_avvocato Jaffe ha lavorato per decine di compagnie Internet che contavano
di ricavare un profitto dalla liberalizzazione di tali copyright, facendo
pubblicare sulla rete oltre ai più celebri personaggi nati dalla matita di
Walt Disney anche i libri di Francis Scott Fitzgerald o pièce musicali come
«Rapsodia in blu» di George Gershwin. 
Il proprietario di una di queste compagnie, Eric Eldred, presente
all_udienza, ha commentato: «È una decisione singolare: significa regalare
al Congresso una licenza che permette di chiudere sotto chiave i diritti in
modo perenne». 
Il giudice Ruth Bader Ginsburg ha fermamente respinto questa tesi, e per
allungare la vita al copyright si è rifatta a una legge del 1790, quando i
diritti d_autore erano tutelati per 14 anni rinnovabili, e dove il termine
massimo era a discrezione dei legislatori a ogni revisione. Il giudice ha
aggiunto che in nessun modo tale decisione viola il Primo Emendamento,
quello relativo alla libertà di espressione. 
Duro il collega dissidente Stephen Breyer: «È piuttosto evidente il
pericolo e la mancanza di beneficio per il pubblico. La sentenza è una
minaccia». 
Il giro di affari in mano ai detentori del copyright è di circa 400 milioni
di dollari l_anno (più o meno la stessa cifra in euro). Tirano un sospiro
di sollievo invece alla Disney, dove lungometraggi con Mickey Mouse
protagonista, risalenti anche al 1928, rischiavano di diventare dominio di
tutti. Michelle Bergman ha parlato a nome della compagnia: «È una decisione
intelligente che servirà a garantire nuovi investimenti verso la creazione
di nuovi lavori, per la gioia del nostro pubblico». 
Capolavori come «Il mago di Oz», o canzoni come l_intramontabile «Happy
birthday to you», finiscono quindi in cassaforte. Secondo i nuovi criteri,
i diritti tutelano l_autore fino a 70 anni dopo la sua morte e fino a 95
anni se le opere sono in mano a una corporation. Come la Disney, appunto. 
 


Alessandro A.

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