Decisero di non dividersi. Sarebbero entrati da due parti diverse e si
sarebbero poi reincontrati all'interno, magari potevano cogliere alle
spalle eventuali soldati in agguato. Nessuno era tranquillo, e nessuno si
fidava piu' nemmeno delle proprie mani. Soprattutto nessuno si fidava di
Netty, e per questo Domina le stava sempre alle spalle, o accanto ma un
passo idietro.
Forzare il cancello principale fu uno scherzo. Era chiuso, ma non bloccato.
Strano. Comminavano ad armi spianate e occhi sgranati, quel grido ancora
risuonava nelle ossa. Eppure, complice la pioggia e il vento non era chiaro
da dove venisse, ne' c'ra anima viva attorno a loro.
Da''altra parte, in costante contatto radio, Logan apriva la strada,
vedendo figure sbucare da ogni angolo, eppure capendo, con un angolo del
proprio cervello, che non erano reali. Non potevano. Erano troppo brutti
perfino per essere dei Picasso di suo padre.
Stavano attraversando un piazzale in cui, secoli addietro, si praticava un
gioco della palla, simile al basket, al cui inizio c'era una struttura in
alluminio, chiusa, serrata probabilmente dall'interno. La pioggia che
rallentava vaporizzandosi nell'aria rendeva la scena irreale. Entrarono in
un edificio di pietra, decorato di bassorilievi strani quanto i mostri
della loro mente, per potersi ricongiungere al resto del gruppo, quando Ice
scivolo' ruzzolando a terra.
"Merda pioggia e fango!" impreco', "solo questo c'e' in questo posto del..."
"Direi che c'e' dell'altro, amico..." dietro di lui la voce di Panama
risuonava nell'eco del colonnato, Ice firo' di scatto la testa verso di lui
e alzando le mani', segui' la canna dell'arma di Panama che indicava per
terra: aveva le mani coperte di sangue denso e scuro, nella penombra del
colonnato tutto il pavimento era coperto dei resti liquidi di una fottuta
strage.
"Ragazzi, sono nella merda. Siamo nella merda." Disse Radio chiudendo la
comunicazione con i tre, "un mare di merda e sangue." Molok si stava
guardando attorno con Puppet, Domina indietro con Netty scrutava ogni
angolo.
Davanti a loro un enorme prato era coperto di tenso strutture e di altre
costruzioni in alluminio. Nessun segno di vita. Armi qua e la', molti
bossoli esplosi. Poi, Netty ebbe un fremito violento.
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"Bene bene bene! I miei ragazzi sembra che ce l'abbiano fatta."
La trasmissione era disturbatissima, e la voce non era di Mr Joe.
"a questo punto direi che vi restano approssimativamente tre o quattro
giorni di... vita, se cosi la si puo' chiamare ahahah!, per recuperare i
documenti ed il campione. Eccovi le informazioni necessarie..."
Tutti stavano fissando Netty con gli occhi sgranati, senza capire
esattamente cosa fare (beh, Domina era praticamente sicura sul a farsi...
ammazzarla.)
"terzo livello inferiore, dovrete trovare un accesso. sottoterra e' un
unico enorme labirinto di tunnel e laboratori costruiti ad hoc.
probabilmente alcune strutture in alluminio permettono di scendere.
Crediamo che qualcosa sia andato storto, le immagini atellitari, le ultime
che abbiamo ricevuto non sono chiare, ma qualcuno deve avere sparato e
qualcosa e' sfuggito al controllo della SSP. A quanto ne sappiamo klultima
ubicazione conosciuta dei documenti e' al sotolivello due, settore Q,
laboratori da 1 a 13, nel mainframe. L'ultima ubicazione dei campioni,
ignota. Riteniamo sottolivello 3, settore Z. Non sappiamo cosa siano "i
campioni"."
un suono acuto la fece urlare di dolore, Pauline di resse la testa mentre
un rivolo di sangue sgorgava dall'orecchio.
Alzo' gli occhi su Domina che la aiutava, mentre i suoi occhi fissavano la
figura di una ragazza pallida, comkpletamente nuda, che arrancava smarrita
tra le tensostrutture, le spalle dipinte di blu e la testa rasata a zero.
Un tatuaggio rosso in mezzo alla fronte.
