[zxspectrum] Re: [ZX_Spectrum]i Popeye dello Spectrum!

  • From: "Alessandro Grussu" <gazzosa@xxxxxxxx>
  • To: <zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Sun, 26 Oct 2003 19:45:46 +0100

----- Original Message -----
From: "Enrico Maria Giordano" <e.m.giordano@xxxxxxxxxxxxxxx>
To: <ZX_Spectrum@xxxxxxxxxxxxxxx>
Sent: Sunday, October 26, 2003 6:09 PM
Subject: Re: [ZX_Spectrum]i Popeye dello Spectrum!


> Comunque, parlando del rock "pomposo e magniloquente", hai idea della
> cultura musicale che c'era dietro?

Certo che ne ho idea! :) Ma alla metà degli anni '70 qual era la situazione?
- Pink Floyd: un "I wish you were here" che aveva, ed ha, ben poco da dire,
"modesto e interlocutorio", secondo l'azzeccata definizione del critico
inglese William Mandel;
- Van Der Graaf Generator: ultimi sprazzi ("Godbluff"), comunque inferiori
rispetto al loro periodo migliore (1969-1972, quello che va da "The least we
can do is wave to each other" a "Pawn Hearts", per intenderci), e comunque
sulla via dello scioglimento definitivo (1977);
- Genesis: Peter Gabriel fa fagotto e se ne va... e con lui finisce il
periodo più intenso del gruppo;
- Gentle Giant: canto del cigno con "Octopus" (1973), poi una stanca
ripetizione di cose già sentite;
- Yes: ...chi li ha visti?
- King Crimson: forse gli unici che abbiano avuto il coraggio di mettersi in
discussione... o forse merito di Robert Fripp che faceva e disfaceva la
formazione come voleva lui... fatto sta che secondo me sono stati tra i
pochi a mantenere costante, fin dentro gli anni '80, un modo di fare musica
realmente innovativo.

Persino uno abituato a sorprendere le platee come David Bowie era messo
male: perso nel delirio cocainico del soul plastificato di "Young
Americans", ormai un patinato, ma pallido, riflesso dei fasti di Ziggy
Stardust.

Nella scena musicale inglese mancavano innovazione, varietà, stimoli, ma
soprattutto si era creato un divario abissale tra artisti e pubblico. Il
punk voleva in primis recuperare il concetto, proprio dei primi anni del
rock'n'roll, che chiunque potesse essere in grado esprimersi con la musica,
che doveva per ciò stesso essere quanto di più elementare e vicino alle
esigenze della cosiddetta "gente comune". Non a caso nasce in un periodo di
fortissima conflittualità sociale in Gran Bretagna, con l'avanzata di quella
nuova destra, capeggiata da Margaret Thatcher, che farà a pezzi le conquiste
sociali dei decenni precedenti.

>Cosa praticamente assente nei gruppi
> punk.

Secondo me hai sbagliato avverbio, avresti dovuto dire "consapevolmente"...
come ho scritto prima, il punk costituiva, dal punto di vista stilistico, il
totale rigetto un tipo di fare musica che ormai era diventato elitario,
bolso e, consentimi un'espressione un po' forte, intellettualmente
masturbatorio; che aveva esaurito il suo compito storico, direbbe Hegel,
cioè non era più in grado di dire nulla, perchè lo "spirito del tempo" si
era spostato altrove, verso le periferie nere di smog delle città inglesi.

> E a me piace, in generale, la musica colta (tieni presente che
> "colta" in questo caso è quasi un termine tecnico).

A me piace la musica e basta. La tecnica m'interessa tanto quanto. Jacques
Brel, Joao Gilberto e Fabrizio De Andrè hanno composto pezzi di altissimo
valore artistico con una chitarra e tre accordi. Per non parlare di buona
parte della musica contemporanea, es. John Cage, Philip Glass, Alfred
Schnittke, Karlheinz Stockhausen ecc. che a te saranno certamente noti. Cage
addirittura, influenzato dallo Zen (il "nulla" come presenza, il "suono
senza suono"...), compose un pezzo per pianoforte intitolato "4'55''" in cui
l'esecutore si sedeva al pianoforte stando immobile per 4 minuti e 55
secondi, senza toccare un tasto. Questi magari sono estremi, ma vorrei che
sia chiaro che la tecnica e i virtuosismi, da sè, non bastano. Quante volte
mi capita di sentire ai concerti pianisti o violinisti che hanno tecnica
eccellente, ma mi fanno l'impressione di pianole meccaniche, perchè non
comunicano alcuna partecipazione nella loro esecuzione?

Lo stessa sensazione di freddo distacco mi comunicano gli "ultimi fuochi"
della stagione del cosiddetto "rock progressivo", quelli che saranno
spazzati via dalle urla di John "Rotten" Lydon e dai riff distorti di Steve
Jones.

Ciao
Alessandro



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