Il giorno 25 marzo 2015 22:29, Luca Alimandi <luca.alimandi@xxxxxxxxxx> ha scritto: > > Ricordo che quando a Roma studiavo all'Università, durante una delle > lezioni di "Robotica Industriale", il nostro professore ci presentò un suo > collega di Mosca, che aveva gentilmente accettato il suo invito a parlarci > un po' della sua esperienza in tema di robotica e teconologia avanzata. > Mi fece una certa impressione il suo racconto di come i giovani studenti > russi facessero ancora la maggior parte dei conti con carta, penna e > regolo, mentre noi avevamo da anni le calcolatrici, anche programmabili > (come quella che avevo io in quegli anni, la mitica Texas Instrument TI-74 > Basicalc, che ancora conservo fieramente nel cassetto perfettamente > funzionante! Fu una preziosa risorsa per il calcolo matriciale e delle > radici, aiutandomi a superare esami come "Teoria dei Segnali" e "Campi > Elettromagnetici"...). Certo avevano qualche calcolatore, ma avendo costi > proibitivi, anche le università ne avevano pochi e gli studenti dovevano > prenotarli mesi prima per poche ore di utilizzo! Eppure, nonostante queste > grosse difficoltà, ci presentò dei lavori fatti dal suo gruppo di > ricercatori che ci lasciarono a bocca aperta. > Quello che mi colpì in particolare fu il fatto che la voglia di sapere, di > arrivare a dei risultati, faceva loro aguzzare l'ingegno, la memoria e le > capacità personali in un modo che forse noi, ormai pigramente abituati ad > avere tutto (o quasi) a portata di mano, in un certo senso avevamo perso. > Penso che sia un po' lo stesso motivo per cui in alcune discipline sportive (es. il pattinaggio) alcuni russi, cinesi, coreani, raggiungono livelli che a noi italiani sono preclusi. Ho visto oggi delle performances *perfette* di tre coppie cinesi: non una sbavatura, non un'incertezza (men che meno cadute!), un risultato che fa trasparire l'enorme impegno profuso in estenuanti allenamenti. Noi abbiamo la Kostner, è brava, ha un'eleganza che le fa avere punteggi alti nonostante la tecnica non perfetta, ma cade, cade, cade! > E' un po' questo lo spirito con cui i russi affrontarono il "duello" con > gli altri giganti della terra, in primis con gli USA. Poche semplici > risorse ma sfruttate fino all'osso per ottenere risultati impensabili! (non > vi ricorda qualcosa di nero con dei tasti? :-) ...) > > Forse è per questo che anche un "semplice" Spectrum o un suo clone, per > loro aveva tutta questa importanza. > Il basso costo, l'architettura semplice e lineare, la programmazione > agevole e flessibile, ne faceva probabilmente il modello ideale per i loro > tentativi di imitazione e clonazione. > E sommando a questo la loro innata propensione all'uso della "testa", si > capisce perché i risultati furono brillanti, tanto che ancora oggi molti > dei miracolosi "demo" che girano sullo Spectrum sono prodotti proprio da > utenti che vivono in quell'area geografica... > Credo sia stato un mix di capacità, voglia/necessità di sbattersi (pena l'invio nei gulag?) e far di necessità virtù (non avendo altro). Lo scrivo con ammirazione. Max