se poi leghiamo la fetta con il lato non imburrato sulla schiena di un
gatto: http://i.imgur.com/wUTjLTf.gifv :P
Il giorno 13 giugno 2017 03:29, Massimo Raffaele <massimo.raffaele@xxxxxxxxx
ha scritto:
Il giorno 13 giugno 2017 00:39, Zurillion <zurillion@xxxxxxx> ha scritto:
Dopo decenni di ricerche infruttuose, la questione (forse) è stata
finalmente compresa alcuni anni fa: uno scienziato ha notato che la fetta
gli cadeva dalla parte imburrata anche quando usava uno “stick” per
imburrarla (in pratica l’equivalente della colla in stick). A questo punto
ha avuto l’idea geniale (!?!?) di non usare nemmeno lo stick ma scrivere
“B” con un pennarello, ed ha visto che anche così la fetta cade
prevalentemente dal lato con scritto B. Ma allora -avrà pensato- se non è
la presenza di un materiale diverso a far cadere la fetta dalla parte
segnata, cosa può essere? La sua risposta è stata: l’altezza della sedia.
In pratica normalmente (almeno, spero per voi che facciate così) imburriamo
la fetta tenendola con la faccia dove mettiamo il burro verso l’alto.
Quando la fetta cade, comincia a girare su se stessa, ma vista l’altezza
tipica da cui cade non ce la fa a completare un certo numero di giri, anzi
il più delle volte fa un semigiro, cadendo appunto dalla parte “imburrata”.
Lo scienziato (che potrebbe avere vinto il premio igNobel per questa
scoperta) ha dunque provato ad aumentare l’altezza di caduta ed ha avuto la
conferma che entro una certa fascia critica di altezze la fetta ha più
probabilità di cadere dalla parte del “burro”; al di sopra di questa fascia
diventa pressoché equiprobabile e al di sotto (quando la si lascia cadere
rivolta verso l’alto da pochi cm) cade con la faccia imburrata in su.
Incredibile!
Ma logico, direi! :-))
Max
