[zxspectrum] Re: [OT] Fotografie

  • From: Zurillion <zurillion@xxxxxxx>
  • To: zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Thu, 20 Dec 2007 23:51:21 +0100


Il giorno 20/dic/07, alle ore 23:09, Enrico Maria Giordano ha scritto:


-----Messaggio Originale----- Da: "Zurillion" <zurillion@xxxxxxx>
A: <zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx>
Data invio: giovedì 20 dicembre 2007 21.54
Oggetto: [zxspectrum] [OT] Fotografie


A occhio e croce direi che la tua macchina sta scattando le
foto con un ISO molto alto.

Devo guardare sul manuale per vedere come si varia l'ISO (non so neanche cosa sia, in realtà...).


L'ISO nelle pellicole analogiche è una misura della sensibilità della pellicola, che a sua volta è una caratteristica fisica della pellicola.

La scala ISo è una scala logaritmica in base 2 (come molte scale nella fotografia):

"raddoppiare il valore degli ISO significa dimezzare la quantità di luce che è necessario far assorbire alla pellicola per ottenere una data esposizione"

Questo valore si chiama anche "velocità" della pellicola, perché un valore di ISO doppio richiede metà tempo di esposizione per ottenere lo stesso risultato (in termini di esposizione).

Valori tipici di ISO sono 50, 100, 200, 400, 800, 1600, 3200.

Ovviamente se non ci fosse un "ma" si tenderebbero a usare sempre pellicole ad alto ISO ... e infatti c'è un "ma".

Come si fanno a produrre pellicole via via più sensibili?
Normalmente la pellicola fotografica è composta di un'emulsione nella quale vengono incorporati grani di alogenuri d'argento. Sono questi ad essere sensibili alla luce: quando vengono illuminati, alcune parti di essi si trasformano in argento metallico, costituendo la cosiddetta immagine latente, che poi, attraverso il processo dello sviluppo, viene trasformata nel negativo. Questi grani rappresentano dei microscopici (o meno microscopici) "pixel" dell'immagine (solo che non sono ordinati in una matrice quadrata, ma diffusi a caso in sospensione colloidale nell'emulsione).

Il punto è questo: la sensibilità alla luce di questi grani è proporzionale alla dimensione dei grani, per cui posso ottenere pellicole più sensibili solo al prezzo di aumentare le dimensioni dei grani, e quindi quelle dei "pixel" dell'immagine.

Quindi se uso un valore di ISO bassa (100 o 200) avrò immagini molto definite, ma avrò bisogno di molta luce ( = le uso di giorno o quando posso illuminare molto o quando posso tenere la macchina molto ferma). Se uso pellicole con valori di ISO via via più alta, potrò fare foto con sempre minor luce, ma avrò immagini sempre più granulose.

Questo vale per le pellicole analogiche.
Per il CCD digitale, in realtà abbiamo dei veri e propri pixel (gli elementi del CCD), e le dimensioni dei pixel sono sempre quelle. La variazione di sensibilità dipende allora da quanto amplifichiamo il segnale del CCD (tecnicamente dipende dal fatto che sia un CCD o un CMOS, non mi addentro, anche perché ne so poco). In ogni caso all'aumentare della sensibilità, avrò via via sempre più pixel "rumorosi", provenienti da rumore random che ho amplificato oltre il valore del segnale. Siccome il rumore introduce variazioni rispetto al segnale, sarà più visibile sul nero, e particolarmente fastidioso nelle foto a colori (perché un nero può diventare, ad esempio, un verdino o un bluetto).

La scala ISO dei sensori digitali è tarata in modo da essere comparabile con quella delle pellicole analogiche.

Tenete presente che una pellicola da 1600 ISO è COSTOSISSIMA, quindi una macchina digitale che consenta di fare scatti a 1600 ISO offre possibilità fino a poco tempo fa riservate solo ai professionisti (o ai ricconi). Inoltre pensate alla comodità di poter passare da un valore di ISO a un altro senza dover cambiare pellicola!!!

Spero di essere stato chiaro, anche se non [cir]conciso :p

Ciao,
   Giovanni

Other related posts: