[zxspectrum] Re: OT Divulgazione scientifica

  • From: Enrico Maria Giordano <e.m.giordano@xxxxxxxxxxxxxxx>
  • To: zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sun, 28 Feb 2016 11:26:26 +0100



Il 28/02/2016 00:44, Luca Alimandi ha scritto:

Purtroppo caschi male. Einstein valeva ben poco come divulgatore e
 lo dimostrano anche i suoi scritti. Il problema è che la fisica
moderna non ha "immagini" intuitive che possano essere date in
pasto al pubblico. Ti faccio un esempio: hai presente quel lenzuolo
con i quadrettoni che spesso viene usato per rappresentare lo
spazio-tempo curvo e per far vedere come viene deformato dalle
masse e quindi come è poi causa delle traiettorie? Beh, è
completamente fuorviante. Quella al massimo può essere una
rappresentazione di spazio bidimensionale deformato, non certo di
spazio-tempo (il tempo non c'è) e questo fa una differenza
sostanziale che rende la metafora assolutamente errata.

Questo è vero. Ma come dice il fisico americano B. Greene
<https://it.wikipedia.org/wiki/Brian_Greene> in /L’universo
elegante/

Con queste tre avvertenze assai importanti, che è bene tenere a
mente, possiamo  comunque tranquillamente pensare al modello della
membrana di gomma come a un'accettabile rappresentazione intuitiva
della teoria di Einstein".

Beh, Greene sbaglia. Prendere "tranquillamente" per accettabile quel
modello è completamente fuorviante.

In altre parole, bisogna ricordare che quella è solo una
rappresentazione approssimata e intuitiva, della realtà, non una
rappresentazione puntuale e fedele.

No, niente affatto. Non è una rappresentazione approssimata di niente.
E' solo un modo per far contenti gli acquirenti del suo libro ma non
corrisponde a nessun miglioramento culturale del lettore. E' solo
un'illusione.

Vedi, penso che uno dei più grossi problemi nell'educazione e nella
trasmissione del sapere sia la *gradualità*.

Appunto, perfettamente d'accordo. E "gradualità" nel caso della fisica
significa che prima di poter solo sperare di afferrare concetti come
quelli della cosmologia, della relatività o della quantistica si devono
prima padroneggiare quelli della fisica classica, cosa che il grande
pubblico è ben lontanto dal fare, e prima ancora gli strumenti
matematici, dai quali esso è ancora più lontano. La fisica "moderna"
purtroppo la si può capire solo attraverso il linguaggio matematico
perché non ha niente che rientri nel senso comune.

E questo vale anche per la divulgazione, ossia la diffusione a più
larghi strati della popolazione delle conoscenze acquisite dagli
studiosi (in particolare dagli scienziati), affinché queste divengano
sempre di più patrimonio di tutti e non restino confinate nel
perimetro dei laboratori e degli atenei. Questo sarebbe un ritorno
indietro, a tempi in cui la conoscenza era qualcosa "per pochi
eletti", ed ormai siamo tutti convinti che non deve essere così,
altrimenti siamo destinati all'involuzione.

L'involuzione c'è già ed in parte è proprio dovuta alla cattiva
divulgazione che dà l'illusione della conoscenza. Vedo che tu sei
giustamente molto spaventato dal fatto che la conoscenza scientifica
possa essere un privilegio per pochi eletti ma devi pensare a due cose:
primo, per come funziona la scienza oggi le conoscenze sono condivise e
tutti ne hanno accesso ma, secondo, per poterla capire non ci sono
scorciatoie per i pigri, si deve studiare, almeno il minimo
indispensabile per capire il concetto che si vorrebbe comprendere. E in
ogni caso questo è vero per qualunque disciplina, anche per quelle non
scientifiche. Bisogna rendersi conto che mentre come collettività
sappiamo tante cose, come singoli individui sappiamo ben poco. Potremmo migliorare se solo avessimo voglia ma la gente non ne ha, vuole solo divertirsi con cose che non impegnino troppo le facoltà razionali.

Se pretendessi di insegnare ad un bambino di 3 anni la matematica per
come essa in realtà è, ossia come viene insegnata agli studenti di
matematica all'Università, non potrebbe mai capire assolutamente
nulla di quello che gli sto dicendo: vettori, tensori, matrici,
funzioni, limiti, derivate, integrali...

Infatti. Proprio per questo si inizia dai concetti più elementari. E
certo la cosmologia, la relatività e la quantistica non lo sono. Quello
che spacciano i divulgatori è proprio ciò che tu stavi esponendo qui sopra.

Ecco perché non sarei tanto "schizzinoso" di fronte a possibili
rappresentazioni approssimate o, come dici tu, "fuorvianti".

E cosa vorresti ottenere con il loro uso? Se una cosa è sbagliata è
sbagliata. Immagina di insegnare ai bambini che 2 + 2 = 5. Stessa cosa.

L'importante è sapere che sono metafore, esempi, rappresentazioni
limitate, e in genere, i divulgatori onesti, lo dicono sempre.

E secondo te il pubblico è in grado di capire queste sfumature? No, non
lo è e acquisisce un'informazione del tutto errata. Purtroppo è così.

Sulla bravura degli scienziati (anche di quelli più eminenti) come
divulgatori in effetti si potrebbe discutere. (tra parentesi, ne
potresti segnalare uno che, a tuo avviso, è bravo anche come
divulgatore?)

Un dei problemi è proprio questo: la didattica di questi tempi è
abbandonata a sé stessa e ne vediamo gli effetti nefasti nelle scuole.
Figuriamoci la divulgazione.

Secondo me, come ho già detto, è bene che a divulgare concetti
complessi sia qualcuno che li comprende perfettamente, ci lavora
quotidianamente, e sa esporli in modo semplice e intuitivo a
chiunque. Non è un lavoro facile, evidentemente!

No, infatti è proprio un lavoro che purtroppo nessuno affronta come
tale. Il divulgatore è improvvisato mentre dovrebbe avere alle spalle
lunghi anni di preparazione. Questo non succede.

Ma c'è chi sa farlo.

Ad esempio?

E sa calibrare il "come" in base al target, cioè a chi ha davanti:
che sia una classe delle elementari, la nonna, o un gruppo di
dottorandi. Ovviamente, in ogni situazione il modo in cui dirà le
cose, gli esempi, e perfino l'atteggiamento, dovrà essere adatto
agli interlocutori. E la sua bravura si misurerà proprio nel grado
di soddisfazione e di gradimento della platea...

Eh no! Anzi, spesso (praticamente sempre) qualità dell'insegnamento e
soddisfazione del pubblico sono inversamente proporzionali. Guarda cosa
succede se uno mette qualche accenno di matematica lì dove
indispensabile: l'attenzione improvvisamente crolla...

1) divulgare, secondo me, è un bene

"Sarebbe" un bene se la divulgazione fosse fatta come si deve su
argomenti semplici, non certo sulle onde gravitazionali.

2) la divulgazione non è  insegnamento, per cui non si può pretendere
la stessa precisione e approfondimento

No, ma si può pretendere onestà. E questa non c'è.

3) possono divulgare bene solo veri scienziati, ma non tutti gli
scienziati sanno divulgare

Su questo siamo d'accordo.

4) bando ai ciarlatani (qui siamo d'accordo) ma non confonderei
questi con chi, onestamente, semplifica e approssima concetti
complessi per renderli intuibili, purché avverta gli interlocutori di
questo.

Su questo invece non lo siamo. Purtroppo non serve avvisare gli
interlocutori. Comunque ne usciranno con idee completamente sballate.

5) il sapere è anche un piacere (per fortuna!), e quindi la
divulgazione può essere anche in parte una sorta di intrattenimento,
non ci vedo nulla di male, anzi!...

Considerarla uno spettacolo, una forma di arte? Mah, allora meglio le
arti vere.

EMG

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