Il 28/02/2016 00:44, Luca Alimandi ha scritto:
Purtroppo caschi male. Einstein valeva ben poco come divulgatore e
lo dimostrano anche i suoi scritti. Il problema è che la fisica
moderna non ha "immagini" intuitive che possano essere date in
pasto al pubblico. Ti faccio un esempio: hai presente quel lenzuolo
con i quadrettoni che spesso viene usato per rappresentare lo
spazio-tempo curvo e per far vedere come viene deformato dalle
masse e quindi come è poi causa delle traiettorie? Beh, è
completamente fuorviante. Quella al massimo può essere una
rappresentazione di spazio bidimensionale deformato, non certo di
spazio-tempo (il tempo non c'è) e questo fa una differenza
sostanziale che rende la metafora assolutamente errata.
Questo è vero. Ma come dice il fisico americano B. Greene
<https://it.wikipedia.org/wiki/Brian_Greene> in /L’universo
elegante/
Con queste tre avvertenze assai importanti, che è bene tenere a
mente, possiamo comunque tranquillamente pensare al modello della
membrana di gomma come a un'accettabile rappresentazione intuitiva
della teoria di Einstein".
In altre parole, bisogna ricordare che quella è solo una
rappresentazione approssimata e intuitiva, della realtà, non una
rappresentazione puntuale e fedele.
Vedi, penso che uno dei più grossi problemi nell'educazione e nella
trasmissione del sapere sia la *gradualità*.
E questo vale anche per la divulgazione, ossia la diffusione a più
larghi strati della popolazione delle conoscenze acquisite dagli
studiosi (in particolare dagli scienziati), affinché queste divengano
sempre di più patrimonio di tutti e non restino confinate nel
perimetro dei laboratori e degli atenei. Questo sarebbe un ritorno
indietro, a tempi in cui la conoscenza era qualcosa "per pochi
eletti", ed ormai siamo tutti convinti che non deve essere così,
altrimenti siamo destinati all'involuzione.
Se pretendessi di insegnare ad un bambino di 3 anni la matematica per
come essa in realtà è, ossia come viene insegnata agli studenti di
matematica all'Università, non potrebbe mai capire assolutamente
nulla di quello che gli sto dicendo: vettori, tensori, matrici,
funzioni, limiti, derivate, integrali...
Ecco perché non sarei tanto "schizzinoso" di fronte a possibili
rappresentazioni approssimate o, come dici tu, "fuorvianti".
L'importante è sapere che sono metafore, esempi, rappresentazioni
limitate, e in genere, i divulgatori onesti, lo dicono sempre.
Sulla bravura degli scienziati (anche di quelli più eminenti) come
divulgatori in effetti si potrebbe discutere. (tra parentesi, ne
potresti segnalare uno che, a tuo avviso, è bravo anche come
divulgatore?)
Secondo me, come ho già detto, è bene che a divulgare concetti
complessi sia qualcuno che li comprende perfettamente, ci lavora
quotidianamente, e sa esporli in modo semplice e intuitivo a
chiunque. Non è un lavoro facile, evidentemente!
Ma c'è chi sa farlo.
E sa calibrare il "come" in base al target, cioè a chi ha davanti:
che sia una classe delle elementari, la nonna, o un gruppo di
dottorandi. Ovviamente, in ogni situazione il modo in cui dirà le
cose, gli esempi, e perfino l'atteggiamento, dovrà essere adatto
agli interlocutori. E la sua bravura si misurerà proprio nel grado
di soddisfazione e di gradimento della platea...
1) divulgare, secondo me, è un bene
2) la divulgazione non è insegnamento, per cui non si può pretendere
la stessa precisione e approfondimento
3) possono divulgare bene solo veri scienziati, ma non tutti gli
scienziati sanno divulgare
4) bando ai ciarlatani (qui siamo d'accordo) ma non confonderei
questi con chi, onestamente, semplifica e approssima concetti
complessi per renderli intuibili, purché avverta gli interlocutori di
questo.
5) il sapere è anche un piacere (per fortuna!), e quindi la
divulgazione può essere anche in parte una sorta di intrattenimento,
non ci vedo nulla di male, anzi!...