[zxspectrum] [OT] Condannare chi esprime opinioni razziste?

  • From: Zurillion <zurillion@xxxxxxx>
  • To: zxspectrum@xxxxxxxxxxxxx
  • Date: Sat, 2 Feb 2008 16:44:11 +0100



Su questo sono d'accordo solo in parte. Chi afferma con convinzione la superiorità della razza ariana _non_ deve aver diritto di parola, in quanto sta esprimendo idee funeste che sono già state ampiamente condannate dalla società civile di tutto il mondo.

Forse mi sono espresso male: non dico che gli si deve creare lo spazio, che bisogna agevolarli, non dico nemmeno che bisogna interloquire; se il caso vanno controbattuti; se affermano ciò che affermano mentre rivestono una funzione, possono essere esclusi (ad esempio uno storico ha dei doveri deontologici: se le proprie conclusioni le ottiene con un metodo storiografico non corretto, lo si può allontanare dal ruolo).

Ma da qui a CONDANNARLI PENALMENTE ce ne passa!!! Io di questo sto parlando.


Non si può rispondere razionalmente a chi predica l'intolleranza, il razzismo e la violenza contro i deboli e i diversi: tali atteggiamenti vanno presi per quello che sono, cioè spazzatura, e come tali devono essere trattate: gettandole via senza troppe discussioni.

Sì e no. Se c'è una persona terza, non influenzata, posso:

A) cercare di mostrarle che queste cose sono spazzatura, con argomenti razionali. Se questa persona è razionale, mi seguirà.

B) eliminare ogni fonte di dissenso (anche cretina) nei confronti della "verità storica accertata", in modo che non cada vittima del "plagio"

La soluzione (B) a me non piace ed è pericolosa, perché parte dal concetto un po' arrogante (e antiscientifico) che esista davvero una verità assodata e immutabile.


Pretendere di ragionare con chi ha già ampiamente mostrato di essersi fottuto il cervello nutrendosi di queste minchiate è come prentendere di spiegare cosa sono i colori a un cieco o cos'è l'armonia a un sordo. Forse il mio punto di vista suona alquanto estremo, ma niente fa comodo a queste teste di cazzo quanto vedersi considerate sullo stesso piano di tutti gli altri.

Non concordo. Resto dell'idea di Voltaire. A maggior ragione quando si parla di storia, per definizione scritta dai vincitori.

Faccio un esempio. Supponiamo che domani uno scienziato "dimostri" che i siciliani sono meno intelligenti. Posso fortemente dubitare delle affermazioni di tale scienziato, e posso rendergliene conto. Oppure posso perseguirlo penalmente perché va contro il principio assodato che "tutte le popolazioni sono ugualmente intelligenti". Il punto è: non è affatto un principio assodato! Semplicemente, non esiste alcuna evidenza contraria. Ma è un idea perversa che la scienza si debba orientare in modo da risultare in accordo a dei principi stabiliti per via etica, morale o ideale! Se lo scienzato avesse solide prove di quanto afferma, e altri scienziati confermassero, io preferirei rinunciare al principio che tutte le popolazioni sono ugualmente intelligenti piuttosto che mistificare la realtà.

Trasformando l'esempio in un caso reale, qualche mese fa lo scienziato James Watson (premio Nobel per aver scoperto la struttura del DNA) è stato criticato e poi "licenziato" per aver affermato che i neri africani sarebbero meno intelligenti:

   http://www.news.com.au/heraldsun/story/0,21985,22615558-663,00.html

La comunità scientifica (e non) si è giustamente indignata. Però se alla fine avesse portato prove (che ovviamente non aveva) a sostegno di questa sua tesi, la cosa sarebbe dovuta andare diversamente!

Mai dimenticarsi che tra i fatti e gli ideali, dovrebbero vincere i fatti (Galileo docet).

P.S. Come mai l'affermazione che i kenioti o gli etiopi sono più bravi (geneticamente) in alcune gare di atletica dei bianchi non è un'affermazione razzista?

   http://www.antrocom.it/MDForum-viewtopic-t-48.html

Secondo me solo perché è vera :-)

Ciao,
   Giovanni

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