> > e le fonti alternative non sono assolutamente > > capaci di far fronte all'attuale fabbisogno di energia. > Credo che questo sia più un problema di politica economica che di > tecnologia; abbinando il risparmio energetico, l'efficienza energetica e > le fonti rinnovabili si potrebbe ridurre di gran lunga l'utilizzo dei > combustibili fossili. L'efficienza energetica è assolutamente fondamentale, e sicuramente è giusto evitare gli sprechi il più possibile. Questo potrebbe ridurre notevolmente il fabbisogno, ma comunque questo non potrebbe essere soddisfatto allo stato attuale da fonti rinnovabili per vari motivi: 1) non si è ancora valutato l'impatto ambientale notevole di grandi centrali eoliche, solari ed idrauliche 2) le fonti rinnovabili hanno bassissimi rendimenti e sono scostanti, sarebbe necessario quindi immagazzinare tutto sotto forma di idrogeno, ma è ancora economicamente e tecnologicamente proibitivo, soprattutto senza una rete europea integrata ed utilizzando l'energia elettrica alternata come facciamo noi. 3) non conviene fare questi enormi investimenti (centinaia di miliardi di euro per riconvertire tutta la reta di distribuzione) se fosse vero che la fusione sarà una realtà. > > > L'unica > > strada, almeno fin quando la fusione non sarò commercializzabile, è il > > nucleare da fissione, che è relativamente pulito. Il problema delle > > scorte di uranio è un falso problema, le centrali autofertilizzanti > > possono produrre tanto combustibile nucleare sotto forma di plutonio. > > Inoltre le scorie prodotte sono minime proprio perchè il combustibile > > viene reciclato. > > > Sarebbe bello se fosse vero: in realtà anche per questo tipo di reattore > è necessario l'uranio-238 e le scorie prodotte, per quel che so, non > sono certo inferiori a quelle dei reattori convenzionali (vedi > http://it.wikipedia.org/wiki/Reattore_nucleare_veloce_autofertilizzante). E' vero, però è anche vero che l'uranio-238 è molto più disponibile in natura che l'uranio-235 (proprio per questo l'uranio deve essere arricchito prima di poter essere utilizzato nei normali impianti) ed inoltre nei reattori autofertilizzanti si genera energia e si produce materiale fissile in quantità pari a quello utilizzato, utilizzabile in un altro impianto. Si raddoppia quindi il ciclo di vita del combustibile. I rendimenti inoltri arrivano al 63%, che fanno impallidire il 6-7% delle centrali idrauliche (modo ondoso per intenderci). Tenendo conto che qualche centinaia di kg di uranio sono sufficienti per una centrale di questo tipo per qualche anno e che le risorse siano stimate a 40 milioni di tonnellate, il nucleare rappresenta una valida alternativa per parecchi anni ancora. In generale comunque l'impatto delle scorie è minimo, anche perchè si stanno sviluppando tecniche che abbassano la concetrazione di uranio prima di scaricarlo, a livelli simili a quelli presenti naturalmente nelle miniere, quindi in natura, prima che venga estratto. Le fonti rinnovabili al momento sono adatte in un'ottica di energia diffusa, quindi per esempio celle solari nelle case o impianti di biogas negli allevamenti. Ma per fabbisogni energetici più elevati (industria, ferrovie, ecc...) non sono assulutamente sufficienti ne economicamente convenienti, visto che alternative molto ecologiche sono già disponibili a prezzi più bassi. > Ciao, > Lorenzo > > > > Ciao, Francesco