Cara Morena,
prendo atto dell’annuncio delle tue dimissioni da segretaria di Mov. Art. 3 e,
sebbene esse non riguardino le mie decisioni, sento il dovere di rispondere a
tutti gli amici del Movimento per ciò che mi concerne.
Come, credo, ricorderanno in molti, il Movimento, da anni, ha intrapreso un
percorso verso lo scioglimento di fatto del gruppo (a termini di statuto ancora
impraticabile considerato che occorre una maggioranza qualificata che, allo
stato, non c’è), ritenendo la dirigenza che, in sostanza, lo scopo sociale del
gruppo sia ormai raggiunto avendo esso riversato in AreaDG tutta la sua quota
di azione politica associativa.
Io, come altri, non ho mai fatto parte della dirigenza del gruppo, ma come
altri, ho sempre pensato e manifestato perplessità e opinioni “minoritarie”
che, forse, tanto minoritarie non sono dal momento che, non più tardi
dell’aprile scorso, all’assemblea annuale, la mozione di trasformare il
Movimento in una fondazione culturale non è passata ed è stato eletto un
direttivo che, come tu dici, ti ha messo “in minoranza su sciopero e primarie
Area”.
Mi pare che si tratti di questioni di non poco conto. Come gruppo apprendiamo
ufficialmente di tali eventi solo adesso e mi chiedo perché queste decisioni
non siano state rese note prima. Perché?
E come mai, chiedo, allora io a te, solo adesso ritieni di scrivere sulla lista
del Movimento silente forse da mesi se non da anni?
Mi pare, invece, che io abbia sempre detto, in tutti i contesti pubblici
(assemblee del Movimento e di AreaDG) le stesse identiche cose sulle quali
oggi, intempestivamente, mi interpelli; ho fatto sempre le stesse domande su
temi quali la questione di genere, la questione morale, rivendicando la
funzione delle regole che servono a tutelare le minoranze e non la maggioranza
come invece tu mostri di credere.
Il Movimento ha appaltato le risposte ad AREA DG.
Non ha ritenuto di dire una sola parola in autonomia anche quando qualcuno dei
suoi iscritti ne era vittima, non certo partecipe del sistema.
In questi anni abbiamo assistito ad un mutamento genetico del Movimento: da
soggetto aperto ( ci chiamavano i naif della magistratura, senza grandi
strutture, ma forti di pensieri, prospettive e persone che le portavano avanti
con coraggio, anche contro gruppi più strutturati, e gli elettori hanno sempre
premiato questo modo “laico” di agire) a soggetto chiuso, nel quale o si è
d’accordo con la dirigenza e allora va tutto bene o, se si dissente, o si
esprime una opinione diversa, occorre stare zitti, pena l’emarginazione, se non
l’insulto.
Insomma, ciò che si persegue è un pensiero unico e omologato a quello della
dirigenza, il cui pensiero, attenzione, non è stata mai la sintesi di una
dialettica interna al gruppo per l’ottima ragione che le discussioni e i
confronti sono stati sempre evitati al punto che anche le verbalizzazioni delle
opinioni di minoranza sono diventate un problema, tra rinvii e reticenze
perché lo “schema di gioco” era predeterminato e stabilito fuori dai luoghi
tradizionali del confronto e del dibattito, e così è stato in questi ultimi
anni non solo nel Movimento, ma nel CDC e in Area.
Chi aveva ed ha la responsabilità di stabilire la linea politica del gruppo
avrebbe dovuto tenere conto del momento presente e fare un’analisi che è,
invece, mancata perché se c’era un momento sbagliato per fare la “conta” era
proprio questo: un sistema elettorale che scompagina e del quale fino a poche
settimane fa Area pensava di giocare alla pari con MI sulla quota
maggioritaria, non considerando una serie di altri fattori di scomposizione: a
partire dalla quota proporzionale che incide anche sul maggioritario, per non
parlare del diffuso sentimento di delusione, se non rabbia, di tanti colleghi
che neppure vorrebbero votare, del venir meno di connotati fortemente
“ideologici”, del diverso ( e per quanto mi riguarda non certo apprezzabile)
“pragmatico” approccio di parte della nuove generazioni che pure votano, ma
senza senso di appartenenza fideistica e che non si riconoscono nel nostro
gruppo.
E anche quando qualcuno (a Milano ad esempio, ed era la maggioranza, ma non
stiamo a sottilizzare) ha provato a dirlo…. anatemi, accuse di tradimento,
richiesta di lealtà a chi aveva e continua ad avere la doppia tessera con
invito ad astenersi dall’”inquinare” il risultato. E oggi, con la tua lettera
persino il tentativo di porre sullo stesso piano le tue dimissioni e la mia
candidatura.
Oggi, per tutta una serie di errori di analisi e prospettive politiche ti
accorgi con le elezioni del CSM e numerosi candidati del Movimento /Area,
chiamati a confrontarsi con la nuova legge, che la situazione sfugge di mano,
non solo per la imprevedibilità creata da una legge elettorale di cui non solo
tu, ma tutta la dirigenza di Area ha sottovalutato la portata, e che ha
cambiato grandemente le regole del gioco.
Oggi ti accorgi, così, che il gruppo non tiene e che il direttivo ti ha messo
in minoranza, ma non scorgo il coraggio di rivedere la strategia, come pure
qualcuno aveva suggerito, anzi, interpelli me come se le mie scelte fossero non
l’effetto, ma la causa di questa crisi. Ma perché mai?
Perché pensare che i “nemici” siano coloro che da sempre sono partecipi della
cultura progressista.
Perchè non pensare che le crisi potevano essere momenti di crescita, di
apertura e di coinvolgimento anche di generazioni nuove.
Non devo certo essere io a ricordarti perché e come è nato il Movimento fondato
da persone che venivano da esperienze in MD, Unicost o sue costole e da MI.
Cosa li accumunava? Io di una cosa sono sicura: era una idea laica e forte,
con proposte fortemente innovative fatte di cultura della giurisdizione e di
libertà di pensiero.
Ora, se non si tradiscono i valori fondativi del gruppo in cui si crede, ma si
cerca di preservarli nelle condizioni date ( nulla è mai uguale e le dinamiche
sociali e associative ne costituiscono la cartina di tornasole) mentre per
anni gli spazi per opinioni diverse non solo non sono stati lasciati, ma anzi
sono stati tutti chiusi, spesso anche con apprezzamenti non proprio gentili, ti
e vi chiedo perché mai dovrei rassegnarmi a non manifestarli ( come se il
copyright corrispondesse ad un marchio depositato e gestibile solo da chi in
quel momento dirige il gruppo) se ci sono altri che, venendo da altre storie,
pensano che sia il momento di provare a ricostruire un comune tessuto
valoriale su alcune questioni cruciali.
Insomma una possibile vicinanza ( il termine tecnico usato dalla legge parla
di “apparentamento” imposto da questa legge elettorale che francamente, ancora
una volta, Area non ha contrastato fino in fondo, omettendo di valorizzare
l’esito del referendum che pure i suoi rappresentanti avevano fortemente
sostenuto nella ANM) con persone che sanno benissimo chi sono e quale è la mia
storia anche associativa, e che su alcuni temi hanno la medesima sensibilità,
non mi pare certo un motivo di incompatibilità a rimanere nel Movimento, anzi,
ne rivendico l’appartenenza.
La composizione e scomposizione dei gruppi tradizionali come vedi riguarda
anche altre correnti: da Mi ad Unicost, A&I, a distanza di 4 anni, ha
individuato un candidato per il collegio del P.M. reduce da altre due
precedenti consiliature con un altro gruppo.
E il Movimento? La sua voce “politica”, AREA ha fatto tutto il contrario: si è
determinata a scelte conservative e di chiusura, preferendo magari rischiare di
perdere possibili consiglieri, ma puntando su “sicuri” interpreti della linea
della dirigenza,chiedendo una dichiarazione di fedeltà e “continuità” con gli
attuali componenti. Insomma, ancora una volta, pensiero unico, conformato sulle
idee di una dirigenza poco incline all’ascolto.
Dirlo, ridirlo, non da sola, ma con altri, che così si rischia la sconfitta
culturale prima ancora che “ di governo” certo non imputabile se non a chi il
gruppo ha diretto e rappresentato, è tradire i valori del Movimento?
O, al contrario, un tentativo ancora una volta pagato sulla propria pelle di
essere coerenti e chiari.
Non so come andranno le elezioni e francamente non me ne faccio particolare
pensiero.
Ho un lavoro che nonostante i 35 anni fatti continua a piacermi.
Quasi trenta li ho passati nel Movimento.
Continuo ad essere INMOVIMENTO.
Cari saluti a tutti
Luisa