Reputo che Luisa abbia fornito un’articolata risposta e il titolo di questa
serie di messaggi, come altri sottotitoli, non aiutino a capire quello che è
successo nel quadro di una riforma elettorale che ha colto molti colleghi,
anche con responsabilità di direzione dei gruppi associati, non del tutto
preparati.
Innanzi tutto Luisa non è una candidata di MD, è una candidata espressa da
un’assemblea di Area Milano, contro la quale si è mossa la dirigenza del
gruppo, fino a suscitare una candidatura antagonista 12 ore prima dello
svolgimento delle primarie. Evidentemente Luisa poteva o rinunciare a
raccogliere la fiducia e il consenso espressi in sede locale, o trovare una via
alternativa ad un diktat sintomatico dell’involuzione del gruppo.
Ha scelto questa seconda strada e non si è tirata indietro. E’ noto poi che
entro venti giorni dalla presentazione della candidatura i giudici di merito si
collegano con altri candidati, evidentemente sulla base di affinità
programmatiche.
Chiusa la porta di Area, inesistente il Movimento, con quali candidati avrebbe
potuto collegarsi ?
Se si superano le barriere delle etichette e si ragiona sui contenuti per un
programma elettorale al CSM - che è cosa evidentemente diversa dalla
condivisione della medesima visione associativa ad esempio in ANM - mi stupisco
della stessa domanda formulata da Morena.
Stefano Civardi
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