[mov-giust] A proposito di Giustizia insieme e delle colonne, pensando ad Armando Spataro (che ringrazio)

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  • Date: Mon, 17 Oct 2022 09:26:43 +0200

A proposito di Giustizia insieme e delle colonne, pensando ad Armando
Spataro (che ringrazio)


Qualche giorno fa è stato pubblicato l’intervento svolto da Armando Spataro
sulla storia del Movimento per la giustizia.

Inaspettatamente vi ho ritrovato un accenno personale a proposito di
Giustizia Insieme.

Mi sento  in debito con Armando per due ragioni.

La prima per avere dato pubblicamente atto che non sono più codirettore
scientifico della rivista (dal giugno di quest’anno n.d.r.). Una notizia
doverosa che non era stata fin qui veicolata.

La seconda, non meno importante, per avermi attribuito un ruolo attuale
nella rivista usando un’espressione (la colonna) che mi ha fatto riflettere.

Cos’è una colonna?

L’enciclopedia Treccani comincia così la voce a tale espressione dedicata:”
Nel suo significato generico la colonna è un elemento verticale di sezione
circolare, la cui funzione costruttiva più importante è quella di resistere
all'azione verticale od obliqua degli elementi che la sovrastano (muro,
solai, tetti, archi e vòlte). Sorta da un bisogno pratico, quale fu quello
di sostenere, la colonna ha assunto anche funzioni essenzialmente
decorative, come nelle colonne onorarie e in quelle commemorative.”

Ora, leggendo questo periodo mi viene un po’ da sorridere pensando alla mia
esperienza a Giustizia Insieme perché essa può realmente dare plasticamente
il senso  di un triennio vissuto pericolosamente come codirettore nel
quale, per quel è stata la mia parte, si è galoppato senza sosta cercando
di offrire, come mi ha detto qualcuno tempo fa, un orizzonte a noi
magistrati ampio quanto lo è il senso di giustizia che i magistrati
avvertono( o dovrebbero avvertire). Un senso che va oltre (direi ben oltre)
Area, il Movimento, la sinistra, il progressismo, il conservatorismo,
l'avvocatura e l'accademia ed invece  tende a valorizzare tutto quello che
c’è fuori dal nostro mondo per rendere quello nostro più adeguato. Il tutto
con risorse ovviamente umane e non divine, quindi limitate, fallibili,
perfettibili, e continuamente migliorabili.

Insomma un’esperienza esaltante, avvincente, appunto galoppante anche per
avere rappresentato questa esigenza di apertura per il tramite delle
“interviste” che, in ambito giuridico, non avevano ancora avuto la
possibilità di dimostrare quanto potessero essere utili al mondo della
giustizia praticata, vissuta quotidianamente. Un’esperienza nella quale per
la mia parte ho cercato di lasciare il testimone ai giovani anche (ma non
solo) con l’ottantina (forse di più) di contributi che rimangono nella
rivista, stanno lì, nel bene e nel male, a “fare memoria” per quel poco o
tanto che valgono, offrendosi alla lettura, alla critica, alla non
condivisione, anche magari a chi fosse naturalmente sfuggita.

L’abbandono della codirezione non è stato dunque  tale, ma semplicemente
“doveroso”, naturale tanto quanto innaturale possa apparire oggi  lasciare
una posizione che è indubbiamente privilegiata  senza un apparente perché e
senza che nessuno te l'abbia sollecitato, anche per dare il senso, a te
stesso e all'esterno,  della "non appartenenza" che è poi la piena
autonomia anche nelle scelte più impegnative, il cuore del nostro essere
autenticamente magistrati. Che non è solipsismo, ma saggio mix fra ciò che
è "individuo magistrato" e  ciò che è "persona magistrato"

Dunque colonna (dice Armando), che ieri è stata costruzione condivisa con
tanti (e il pensiero va soprattutto alle straordinarie risorse della
redazione, assolutamente plurali ancorchè  spesso divisive(che bello!),
dura, impegnativa(oserei dire frenetica, forse sì, ma non usurante, mai) ed
esaltante: oggi, riprendendo la voce Treccani ed a tutto voler concedere,
essenzialmente onoraria e commemorativa. Così  leggo all’attualità
l’espressione di Armando.

 Il che, sia chiaro, non è meno lusinghiero ma attesta inesorabilmente il
tempo che passa, la necessità che ci sia spazio per risorse nuove, forze
nuove.

 Per questo a quella davvero esagerata espressione di Armando aggiungo
solo, mettendola a beneficio di chi sarà (ailui/lei)arrivato fino a questo
punto, il riferimento ad uno splendido podcast di Elena Loewenthal e
Emanuela Navarretta dedicato alla memoria (e, aggiungo io,  a chi ne sente
il bisogno estremo)-
https://www.treccani.it/magazine/atlante/societa/La_memoria_valore_costituzionale.html

Grazie Armando e grazie di cuore a tutte quelle ed a tutti quelli che sono
e saranno Giustizia insieme.

roberto conti

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