[Lugge] [ciolli@math.unifi.it: Re: [linux] MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO APPROVATA DAL COMUNE DI FIRENZE!!]

  • From: Massimo Arnaudo <marnaudo@xxxxxxxxx>
  • To: LugGE <lugge@xxxxxxxxxxxx>
  • Date: Tue, 17 Jul 2001 07:47:01 +0200

Ho trovato questa risposta ad una domanda sul software libero, molto
interessante.

Massimo
----- Forwarded message from Gianni Ciolli <ciolli@xxxxxxxxxxxxx> -----

Subject: Re: [linux] MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO APPROVATA DAL COMUNE DI 
FIRENZE!!
From: Gianni Ciolli <ciolli@xxxxxxxxxxxxx>
Reply-To: Linux&C. <linux@xxxxxxxxxxxxxxxxx>
Date: Tue, 17 Jul 2001 03:34:18 +0200
To: "Linux&C ." <linux@xxxxxxxxxxxxxxxxx>
User-Agent: Mutt/1.2.5i

On Thu, Jul 12, 2001 at 09:03:10AM -0700, Rolf Grundzug reported from
Alessio Papini:

(...)

> La motivazione principale della mozione è di agire in chiave
> anti-globalizzazione nel settore informatico.  Infatti di qui a
  ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
> pochi anni tutte o quasi le famiglie dei paesi avanzati avranno un
> collegamento internet in casa e ci sono fondati motivi di ritenere
> che la stragrande maggioranza delle postazioni internet
> utilizzeranno (se non cambierà qualcosa) un solo sistema operativo
> prodotto da una sola azienda di software con sede in una città degli
> Stati Uniti d'America.


Premesso che

1) sono d'accordo con gli obiettivi pratici della mozione;

2) sono molto contento che ci sia una iniziativa presso la pubblica
   amministrazione, visto che le cose cambiano solo se si fa qualcosa di
   concreto;

3) non sono contrario alla comunicazione tra "politici" e società
   civile (anzi, credo che sia nociva la reciproca incomunicabilità);

voglio tuttavia fare due obiezioni alle idee "filosofiche" contenute
nella mozione. A mio parere, la causa del software libero si difende
soprattutto riportando scrupolosamente le idee per quello che sono e
con rigore metodologico, se non si vuole alimentare la confusione
nociva che attualmente regna tra i non addetti ai lavori (e non solo,
a quanto pare).

Infatti, la gran parte degli utenti di computer ignora completamente
il processo di sviluppo del software libero, e quindi non può capire
come sia possibile questo modello alternativo di creazione e
mantenimento del software.


obiezione (i): globalizzazione?

non mi piace l'uso del termine "globalizzazione", inteso
impropriamente come "sfruttamento dei paesi più poveri operato dai
paesi più ricchi"; se si pensa ad esempio alla tragedia della
colonizzazione dell'America, ci si accorge come non sia stato
necessario aspettare la globalizzazione di massa del ventesimo secolo
per vedere tale sfruttamento.

In generale, quindi, è sbagliato usare questo concetto, sebbene sia
stato convalidato recentemente anche dai mezzi di informazione. Nel
caso particolare del software libero, poi, usare il termine
"anti-globalizzazione" è proprio un errore.

Globale è l'opposto di locale; un fenomeno che superi le barriere
delle comunità locali è globale. Solo un ultra-nazionalista
isolazionista può essere anti-globalizzazione; e sicuramente non lo
può essere lo spirito del software libero, dove persone da tutti gli
angoli del mondo collaborano a progetti comuni, a volte senza neanche
conoscersi dal vivo.

Poche cose sono "pro-globalizzazione" come il software libero e
internet, non tanto l'internet del commercio elettronico, ma quello
che permette l'esistenza di: e-mail, CVS, ftp...

Il software libero in un mondo non globalizzato sarebbe molto più
limitato; la sua vivacità è proporzionale al numero di utenti (e
quindi anche di sviluppatori). Domandiamoci ad esempio quanto
resterebbe di una distribuzione libera (ad esempio la Debian) se si
dovesse limitare, diciamo, ad usare software prodotto integralmente in
Europa, oppure prodotto solo negli USA...


obiezione (ii): software libero e antitrust

Il software libero è un fenomeno che può anche danneggiare i
monopoli informatici, almeno in questa fase. Tuttavia l'idea
principale alla base del software libero è una idea di libertà e
trasparenza, non di antitrust.

Il software è libero se (sintetizzando un po'):

1) l'utente non è soggetto a restrizioni sull'uso, sulla manutenzione
   e sul miglioramento del software;

2) l'utente non può introdurre tali restrizioni, neanche relativamente
   alle eventuali correzioni o migliorie da egli apportate.

Questo è il punto, e non lo strapotere della Microsoft, che pure è un
problema, però è un altro problema.

Infatti, se invece della Microsoft ci fossero migliaia di piccole
ditte di informatica che vendono software non libero, anche facendosi
concorrenza tra di sé, si perderebbero i lati negativi del monopolio,
ma non si avrebbero i benefici del software libero.

Inoltre, se viceversa la Microsoft pubblicasse i codici sorgenti di
tutti i suoi mastodonti sotto una licenza di software libero, potrebbe
comunque continuare a fare la monopolista con altri mezzi: pubblicità
più o meno corretta, incentivi economici ai rivenditori che vendono
computer con Windows preinstallato, sviluppo istantaneo dei drivers
per le nuove periferiche...

Non si tratta di uno scenario totalmente assurdo o improbabile; molte
ditte fanno affari vendendo assistenza a coloro i quali non hanno
voglia o tempo di farsela da sé, e non hanno certo bisogno di impedire
alla gente l'auto-assistenza nascondendo i sorgenti.

Supponiamo infine che Microsoft concentri gli investimenti sulla nuova
console domestica per i giochini (di cui non ricordo il nome),
desiderando mantenere un predominio nel settore informatico anche
senza i guadagni diretti delle licenze; allora rilascerebbe i suoi
prodotti come software libero e manterrebbe una posizione predominante
nel settore...

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