Ho trovato questa risposta ad una domanda sul software libero, molto interessante. Massimo ----- Forwarded message from Gianni Ciolli <ciolli@xxxxxxxxxxxxx> ----- Subject: Re: [linux] MOZIONE SUL SOFTWARE LIBERO APPROVATA DAL COMUNE DI FIRENZE!! From: Gianni Ciolli <ciolli@xxxxxxxxxxxxx> Reply-To: Linux&C. <linux@xxxxxxxxxxxxxxxxx> Date: Tue, 17 Jul 2001 03:34:18 +0200 To: "Linux&C ." <linux@xxxxxxxxxxxxxxxxx> User-Agent: Mutt/1.2.5i On Thu, Jul 12, 2001 at 09:03:10AM -0700, Rolf Grundzug reported from Alessio Papini: (...) > La motivazione principale della mozione è di agire in chiave > anti-globalizzazione nel settore informatico. Infatti di qui a ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ > pochi anni tutte o quasi le famiglie dei paesi avanzati avranno un > collegamento internet in casa e ci sono fondati motivi di ritenere > che la stragrande maggioranza delle postazioni internet > utilizzeranno (se non cambierà qualcosa) un solo sistema operativo > prodotto da una sola azienda di software con sede in una città degli > Stati Uniti d'America. Premesso che 1) sono d'accordo con gli obiettivi pratici della mozione; 2) sono molto contento che ci sia una iniziativa presso la pubblica amministrazione, visto che le cose cambiano solo se si fa qualcosa di concreto; 3) non sono contrario alla comunicazione tra "politici" e società civile (anzi, credo che sia nociva la reciproca incomunicabilità); voglio tuttavia fare due obiezioni alle idee "filosofiche" contenute nella mozione. A mio parere, la causa del software libero si difende soprattutto riportando scrupolosamente le idee per quello che sono e con rigore metodologico, se non si vuole alimentare la confusione nociva che attualmente regna tra i non addetti ai lavori (e non solo, a quanto pare). Infatti, la gran parte degli utenti di computer ignora completamente il processo di sviluppo del software libero, e quindi non può capire come sia possibile questo modello alternativo di creazione e mantenimento del software. obiezione (i): globalizzazione? non mi piace l'uso del termine "globalizzazione", inteso impropriamente come "sfruttamento dei paesi più poveri operato dai paesi più ricchi"; se si pensa ad esempio alla tragedia della colonizzazione dell'America, ci si accorge come non sia stato necessario aspettare la globalizzazione di massa del ventesimo secolo per vedere tale sfruttamento. In generale, quindi, è sbagliato usare questo concetto, sebbene sia stato convalidato recentemente anche dai mezzi di informazione. Nel caso particolare del software libero, poi, usare il termine "anti-globalizzazione" è proprio un errore. Globale è l'opposto di locale; un fenomeno che superi le barriere delle comunità locali è globale. Solo un ultra-nazionalista isolazionista può essere anti-globalizzazione; e sicuramente non lo può essere lo spirito del software libero, dove persone da tutti gli angoli del mondo collaborano a progetti comuni, a volte senza neanche conoscersi dal vivo. Poche cose sono "pro-globalizzazione" come il software libero e internet, non tanto l'internet del commercio elettronico, ma quello che permette l'esistenza di: e-mail, CVS, ftp... Il software libero in un mondo non globalizzato sarebbe molto più limitato; la sua vivacità è proporzionale al numero di utenti (e quindi anche di sviluppatori). Domandiamoci ad esempio quanto resterebbe di una distribuzione libera (ad esempio la Debian) se si dovesse limitare, diciamo, ad usare software prodotto integralmente in Europa, oppure prodotto solo negli USA... obiezione (ii): software libero e antitrust Il software libero è un fenomeno che può anche danneggiare i monopoli informatici, almeno in questa fase. Tuttavia l'idea principale alla base del software libero è una idea di libertà e trasparenza, non di antitrust. Il software è libero se (sintetizzando un po'): 1) l'utente non è soggetto a restrizioni sull'uso, sulla manutenzione e sul miglioramento del software; 2) l'utente non può introdurre tali restrizioni, neanche relativamente alle eventuali correzioni o migliorie da egli apportate. Questo è il punto, e non lo strapotere della Microsoft, che pure è un problema, però è un altro problema. Infatti, se invece della Microsoft ci fossero migliaia di piccole ditte di informatica che vendono software non libero, anche facendosi concorrenza tra di sé, si perderebbero i lati negativi del monopolio, ma non si avrebbero i benefici del software libero. Inoltre, se viceversa la Microsoft pubblicasse i codici sorgenti di tutti i suoi mastodonti sotto una licenza di software libero, potrebbe comunque continuare a fare la monopolista con altri mezzi: pubblicità più o meno corretta, incentivi economici ai rivenditori che vendono computer con Windows preinstallato, sviluppo istantaneo dei drivers per le nuove periferiche... Non si tratta di uno scenario totalmente assurdo o improbabile; molte ditte fanno affari vendendo assistenza a coloro i quali non hanno voglia o tempo di farsela da sé, e non hanno certo bisogno di impedire alla gente l'auto-assistenza nascondendo i sorgenti. Supponiamo infine che Microsoft concentri gli investimenti sulla nuova console domestica per i giochini (di cui non ricordo il nome), desiderando mantenere un predominio nel settore informatico anche senza i guadagni diretti delle licenze; allora rilascerebbe i suoi prodotti come software libero e manterrebbe una posizione predominante nel settore... -- ********************************************************************** * Gianni Ciolli - Prato, Italy ciolli@xxxxxxxxxxxxx * * http://www.math.unifi.it/~ciolli * * Key fingerprint: F6CD CB9E E9A4 76D2 B684 CF36 FEAA ACAB A923 223E * ********************************************************************** ----- End forwarded message ----- -- E impari che puoi davvero sopportare, che sei davvero forte, e che vali davvero. --- --- HomePage: http://spazioweb.inwind.it/arnaudo LinuxGroup: http://lugge.ziobudda.net <========---------- Prima di scrivere in m-list per favore leggi il regolamento http://lugge.ziobudda.net/benvenuto.html