[Lugge] Linux@Work Report

  • From: "Paolo Gaggini" <gse@xxxxxxxx>
  • To: "GSEIT" <GSEIT@xxxxxxxxxxxxxxx>
  • Date: Thu, 17 May 2001 23:25:36 +0200

Oggi sono stato al Linux@Work a Milano
(http://www.ltt.de/linux_at_work.2001/milan.shtml ) e vi racconto
l'esperienza fatta dal mio punto di vista.
Ho potuto assistere solo alle conferenze del pomeriggio, siccome sono
partito da genova solo alle 11 ( ieri sera prima ho fatto tardi per
modificare una playstation che mi ha dato grossi problemi, e comunque l'idea
di partire alle 6:45 non mi esaltava molto..)
Al mattino ho perso interventi sicuramente interessanti di gente di Intel,
SuSe e Borland, ma al pomeriggio c'era niente meno che Bob Chassell, della
Free Software Foundation. Purtroppo, grazie alle ferrovie italiane del
cazzo, il mio intercity aveva 20 minuti di ritardo (pur essendo stranamente
partito in orario!), e siccome avevo i tempi programmati al minuto ho perso
la prima parte della sua conferenza.
 L'impressione generale e' stata notevole: Bob parla benissimo e
chiaramente, aiutandosi con delle parole chiave mostrate sullo schermo
gigante. Nonostante questo il mio inglese orale da' degna dimostrazione
delle sue limitazione, e mi consente di afferrare solo pochi discorsi. Per
esempio:
1) Ci pone la domanda " why enter software industry?" dopo aver spiegato
(credo) il perche' e il percome del software distribuito e condiviso
("sharing", questa parola la cita all'infinito). La risposta e' che il
futuro sta nella vendita di servizi, hardware e soluzioni (forse intendeva
consulenze? boh). Mi ha fatto piacere questa sua spiegazione, perche' e'
proprio la stessa a cui sono arrivato anch'io ragionando nel mio piccolo e
basandomi sulla mia piccola esperienza, quando ho cominciato a rovistare nei
meandri di Linux, qualche mese fa.
2) La differenza tra GRATIS e LIBERO. Bob dice (ma lo avevo letto anche
altrove) che in inglese FREE non rende conto di questa differenza, mentre
l'italiano e lo spagnolo, per esempio si. E per venirci incontro prova a
pronunciare libero in italiano, ma sbaglia l'accento clamorosamente con un
bellissimo "libèro", che gli viene corretto allegramente dalle prime file.
GRATIS vuol dire a costo zero, mentre LIBERO vuol dire possibilità di
condivisione, di distribuzione e di modifica. Esistono per esempio software
gratis (freeware) ma NON liberi... un software di cui si ha solo il codice
binario non e' libero. E qui ha tirato fuori il discorso sul reverse
engineering, ma non sono riuscito a seguirlo.
3) bisogna insegnare le nuove generazione a condividere la conoscenza, e
questo si puo' fare solo con software libero
4) Conclusione-riassunto: il software libero ha molti vantaggi, di cui del
suo elenco mi ricordo bene: LOW PRICE del software, che dovrebbe conseguire
se il codice fosse libero, e LEARNING della popolazione: con l'open source
una fetta maggiore di persone possono imparare e imparare piu' facilmente a
programmare, con i conseguenti indubbi vantaggi per la qualità del software
e l'evoluzione sociale.

Dopo l'intervento ci sono state delle domande, e sono rimasto colpito dal
fatto che molti giovani italiani parlassero bene l'inglese. Beh, ovviamente
eravamo a milano, che e' la città italiana che piu' assomiglia a quelle
europee (sebbene ancora non ne sia degna). Alla fine e' intervenuto anche
Stefano Maffulli del MiLUG, che mi ha dato l'impressione di essere un po' il
leader del LUG di Milano. Nell'intervallo ci siamo presentati (ci eravamo
gia' scritti sulla mailing list) e fra le varie cose e' saltato fuori che
puo' regalarmi qualche biglietto per il Linux Expo di giugno. Io penso di
andarci, se qualcuno ci va mi contatti possiamo andare insieme o comunque
possiamo accordarci con Stefano per avere qualche biglietto.
C'erano anche alcuni stand, ma proprio poca roba, dove ho recuperato:
1) mini-cd con sopra WMware, un software (proprietario) che serve a far
girare CONTEMPORANEAMENTE Winzozz e Linux sullo stesso PC, "per leggere la
posta con win e sviluppare con linux", secondo lo slogan. Bello il mini-cd,
e' una specie di carta di credito, non l'avevo mai visto dal vivo! Sopra
c'e' appena 30Mb, ma penso possa contenere di piu', forse 100.
2) depliant dell'AICA (Associazione Italiana per l'Informatica e il Calcolo
Automatico)
3) depliant dell'ECDL (European Computer Driving License) questa un po'
fuori luogo, visto che e' basata sui prodotti micro$oft.

Ritornati nel salone, ecco i 4 italiani promessi, che ovviamente hanno
parlato in italiano: e qui si e' vista la differenza rispetto a Chassell...
ha parlato per primo Tisato, che e' un pezzo ENORME dell'università di
Milano Bicocca. Pesante la caduta di stile: dopo Chassell e' stato un
trauma... succo del suo discorso e' stato che lui usa linux e lo promuove,
ma non puo' usarlo perche' tutto il modno usa i prodotti di ufficio di
microsoft, in particolare word, che non sempre sono compatibili con
staroffice. E qui e' scoppiata una mezza rissa, con l'alzarsi sdegnato dei
vocioni della fazione estremista di linux... e' intervenuto allora Picci,
direttamente dalla Presidenza del Consiglio, che devo dire mi ha fatto
un'ottima impressione: ha parlato benissimo e in modo intelligente,
rispondendo con cognizione di causa. E' saltato fuori che dalle loro parti
si usano alcuni programmi open source, come Sendmail. Ma niente di piu'. Poi
ha parlato un rappresentante di Link srl che ha detto che loro vendono
sistemi Linux embedded, ma linux come SO non e' accettato nella Pubblica
Amministrazione perhce' non risponde ai Common Criteria (che pero' non ha
saputo spiegarci neanche lui cosa sono, suscitando l'ira della platea).

Insomma la "rissa" e' troppo lunga da spiegare, riassumendo da una parte
c'erano i colletti bianchi favorevoli a linux MA non finche' non sarà 1)
pienamente compatibile con i formati di file attualemten usati da windows 2)
CERTIFICATO (e qui ci sono grossi casini dietro) 3) desktop piu' facile
Dall'altra c'era chi sosteneva linux a tutti i costi accusando gli organi
competenti e lo stato di non prendere provvedimenti. Alcuni estremisti hanno
affermato di troncare la posta che gli arriva in formato DOC e di spedire
allegati solo in formato POSTSCRIPT dicendo che se in linux non riescono a
leggere i doc di Word non e' colpa loro che usano linux, ma colpa di chi gli
manda un formato non compatibile !!!!

Non ho visto la fine perche' perdevo il treno, non so se sono volate anche
le poltrone...
Sara' la lingua italiana che ispira alla barbarie? Mah...


Il mio giudizio:
Secondo me non si puo' fare una sostituzione repentina di Microsoft con
Linux: occorre trovare un formato comune, per esempio una versione di .DOC
perfettamente leggibile da entrambi i sistemi,  e dichiararla standard.
Quindi cominciare a introdurre linux anche nellapubblica amministrazione:
sono sicuro che l'evoluzione premierà da sola il sistema migliore..
indovinate quale!!!
Poi c'e un altro problema non indifferente, che ha sollevato il prof: gia'
ci sono problemi ad avere tecnici di NT, figuriamoci di LINUX!!!
Tanto per insistere sull'argomento, anche il prof ha sottolineato che c'e'
una GRANDE carenza di personale qualificato.... fatevi sotto ragazzi, se
diventate bravi trovare lavoro è facilissimo.


Basta, sono a pezzi.
Buona notte

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Paolo Gaggini
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"If I have been able to see further, it was only because I stood on the
shoulders of giants".


























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